Operazione Cafè Blanco, il narcotraffico internazionale passa da Messina VIDEO

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Alessandra Serio

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giovedì 18 Luglio 2019 - 13:37

La coppia messinese Di Bella-Bonsignore si era messa in affari con i catanesi e con i sudamericani per invadere di coca l'Europa. 11 gli arresti della Gdf

Messina era diventata la centrale operativa di un traffico di droga pesante che si muoveva tra il Sudamerica e la Sicilia, invadendo di cocaina e “pasticche” la provincia messinese e quelle di Catania e di Siracusa.

Grazie ad accordi stretti in carcere a Caltanissetta, i trafficanti messinesi erano entrati in un’organizzazione che si preparava ad invadere anche l’Olanda, Malta e la Spagna. In questi paesi, mega consegne di coca sarebbero arrivate tramite container.

Undici arresti

E’ questa la scoperta principale che ha fatto la Guardia di Finanza di Messina, in particolare la sezione del GiCO, ai comandi del colonnello Jonathan Pace, che oggi ha fatto scattare l’operazione Cafè Blanco, con 11 arresti tra le Canarie, la Sicilia e il sud America. In carcere sono andati, tra gli altri, Carlos Manuel Ramirez De La Rosa, un notissimo intermediario dei trafficanti di tutto il mondo, noto alle cronache italiane perché ex di una “olgettina”, il messinese Antonino Di Bella (40 anni), la compagna Tindara Bonsignore (32), Alfio Salvatore Zappalà, 40 anni, di Sant’Alfio in provincia di Catania, considerato contiguo al clan Laudani.

Lo stratagemma dei finanzieri

L’inchiesta è partita nel luglio 2017 dopo che un pacco con un chilo di coca viene intercettato alla Dogana di Roma. Arriva da De La Rosa, dicono gli investigatori, e ha come destinazione finale proprio Messina, a casa della Bonsignore, che gli investigatori conoscono già come spacciatrice. Anziché fermare il carico, gli investigatori fingono di non accorgersene e avvisano i colleghi messinesi, che cominciano a seguire da vicino la consegna. Anzi, travestiti da addetti della società privata che effettua la spedizione, i finanzieri si presentano col pacco in mano alla Bonsignore, che lo ritira in compagnia di Carmelo Antonio Sangricoli, un quarantenne di Sant’Alfio, considerato il braccio destro di Zappalà.

E’ a quel punto che i finanzieri svelano la propria identità e li arrestano. Entrambi sono stati già condannati a 5 e 7 anni di carcere. Mettendo sotto intercettazione sia i due referenti, anche nel loro periodo di detenzione in carcere, che il loro entourage, gli investigatori scoprono che dietro tutto ci sono il compagno della Bonsignore, Di Bella appunto, e catanese Zappalà. I due non si limitano ad acquistare droga poi smerciata soprattutto nei locali delle tre province siciliane. Hanno infatti agganciato un grosso intermediario internazionale, il noto De La Rosa, capace di trattare per loro enormi quantitativi di stupefacente proveniente direttamente dalla Colombia.

L’accordo nasce in carcere

Abbiamo scoperto che Di Bella, Zappalà e De La Rosa si sono incontrati in carcere circa 5 anni fa, a Caltanissetta. Qui, approfittando della comune detenzione, hanno stretto alleanza i due gruppi catanesi e con il sudamericano hanno dato vita ad una join venture internazionale”, spiega il comandante provinciale della Gdf, Gerardo Mastrodomenico. Il pacco del 2017, che conteneva la cocaina nascosta sotto forma di grani di caffè – da qui il nome dell’operazione – è la prova dell’accordo. Non soltanto pacchi spediti per prova postale: l’organizzazione in altre occasioni aveva passato le dogane con valigie dal doppio fondo imbottito.

In più, dopo, Sangricoli in carcere viene intercettato a chiedere esplicitamente sostegno economico all’organizzazione. A farsi carico di ciò sarà infatti Zappala.

Intercettati, i “soci” parlavano chiaramente dei container in partenza per l’Olanda, la Spagna e Malta. E stamane uno del gruppo, Luigi Mariutti (44 anni) è stato arrestato proprio alle Canarie.

Un commento

  1. Si sa i dinderi fanno gola a tutti belli e brutti ?

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