La famiglia Cutè continuava a spacciare nella villa fortezza a Magilaupi. Cinque persone in manette

La famiglia Cutè continuava a spacciare nella villa fortezza a Magilaupi. Cinque persone in manette

La famiglia Cutè continuava a spacciare nella villa fortezza a Magilaupi. Cinque persone in manette

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martedì 20 Dicembre 2011 - 07:19

Duro colpo alla famiglia criminale Cutè. Nell'ordinanza di custodia cautelare siglata dal gip Ignazitto, gli arrestati sono accusati a vario titolo di far parte di un’associazione a delinquere finalizzata alla produzione, traffico e detenzione di sostanze stupefacenti

Nonostante fosse stata confiscata, continuavano ad abitare la loro villa fortezza a piazza Verga a Mangialupi. Una scelta investigativa perché Procura e Squadra Mobile non avevano smesso di tenere sotto controllo la famiglia Cutè. E alla fine hanno avuto ragione perché da settembre 2010, quando sono scattate le indagini, fino a ieri sera, gli inquirenti hanno potuto documentare che il gruppo continuava ad utilizzare la villa a più piani come centrale per il confezionamento e lo spaccio di cocaina e marijuana. Persino mentre i poliziotti erano all’interno della casa fortino, alcuni spacciatori si sono presentati alla porta chiedendo dosi di cocaina e marijuana. Su richiesta del sostituto procuratore della Dda Fabio D’Anna e della collega Adriana Sciglio, il gip Walter Ignazitto ha disposto cinque ordinanze di custodia cautelare. In carcere sono finiti Giuseppe Cutè, 30 anni, il fratello Antonino Cutè, 33 anni, Carmelo Spadaro, 28 anni, e Mario Ieni, 50 anni. Mentre sono stati concessi i domiciliari all’unica donna del gruppo, la moglie di Giuseppe Cutè, Maria Quaranta, 28 anni. Ad eccezione di Ieni, a cui viene contestato lo spaccio, gli altri devono rispondere di far parte di un’associazione mafiosa promossa, costituita e diretta per il traffico e lo spaccio di droga. Irreperibile un sesto indagato.
Figura chiave nella gestione del traffico secondo gli inquirenti è Maria Quaranta, unica donna tra i sei arrestati, la quale oltre a presenziare alle trattative, partecipava alla fase del confezionamento e monitorava il controllo del territorio, dalla cancellazione delle tracce di sostanze stupefacenti all’occultamento della stessa nel caso dell’ avvistamento delle Forze di Polizia nei pressi dell’abitazione. Carmelo Spadaro, braccio destro di Cutè aveva il compito insieme ad altri indagati, di nascondere in luoghi sicuri la droga. Da qui venivano poi prelevati quotidianamente i quantitativi necessari allo spaccio giornaliero. Stanotte nella villa fortezza sono stati sequestrati 8380 euro in contanti, 30 grammi di cocaina e 90 di marijuana.

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