Prostituzione, 5 arresti tra Messina e Calabria. Sequestrata la "casa di piacere" di via Santa Marta

Prostituzione, 5 arresti tra Messina e Calabria. Sequestrata la “casa di piacere” di via Santa Marta

Veronica Crocitti

Prostituzione, 5 arresti tra Messina e Calabria. Sequestrata la “casa di piacere” di via Santa Marta

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giovedì 12 Giugno 2014 - 06:30

Ai domiciliari cinque persone tra Messina, Milazzo e la Calabria accusati di gestire una casa di piacere in via Santa Marta dove si prostituivano ragazze colombiane. Irreperibile la "maitresse". I Carabinieri di Messina Camaro, del Nucleo Operativo della Compagnia Messina Centro hanno inoltre sequestrato l'appartamento.

In soli due mesi, in quella Casa di Piacere di via Santa Marta, avevano lavorato circa 30 ragazze, tutte sudamericane, professioniste, la cui “parcella” variava dai 50 ai 100 euro a prestazione. Ben 110 metri quadri di appartamento, suddiviso in cinque stanze, perfettamente ordinate e pulite, in cui le giovani donne svolgevano liberamente il proprio mestiere.

A gestire questo losco giro d’affari erano in sei, di cui alcuni a Messina ed altri in analoghe case di piacere a Milazzo e Lamezia Terme (Catanzaro). Si tratta di Giuseppe Selvaggio, messinese di 45 anni, Giacoma Mondello, messinese di 42 anni, Mario Nicolò, 60 anni residente a Milazzo, Bonkov Minchov Rosen, 24 anni di nazionalità bulgara ma residente a Falerna, Filippo Spagnuolo, 28 anni di Cosenza. Sono tutti accusati di favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione, e adesso si trovano ai domiciliari. Il ruolo di “capo” era però nelle mani di una sesta persona, una donna che si è resa irreperibile. Era lei, secondo quanto emerso, a costituire l’anello di congiunzione tra le ragazze, le case di piacere e le varie città.

Le indagini dei carabinieri della Stazione di Camaro sono scattate nell’ottobre dello scorso anno. A mettere sulla giusta pista i militari dell’Arma è stata una mancata precauzione di Giuseppe Selvaggio. Nonostante fosse agli arresti domiciliari, infatti, l’uomo aveva ottenuto il permesso di andare a lavoro, anche se in realtà si recava nella Casa di Piacere per riscuotere l’affitto dalle ragazze. E’ proprio in una di queste occasioni che i carabinieri lo hanno seguito e ritrovato con addosso 400 euro.

Poi i due mesi di indagini fatte di servizi sul campo e qualche intercettazione hanno permesso di delineare con chiarezza quanto avveniva in quella casa. alla base di tutto vi era la proprietaria dell’appartamento, la cui posizione è ancora in fase di accertamento (non è chiaro se tutto avvenisse o meno a sua insaputa), che affittava a 600 euro al mese o al Selvaggio o alla sesta donna ad oggi irreperibile. A loro volta, questi soggetti subaffittavano settimanalmente alle ragazze sudamericane a 400 euro a testa. Considerando che ogni settimana la casa ospitava circa 5 ragazze, il giro di affari era di circa 8mila euro al mese.

Solitamente erano le stesse donne a mettersi in contatto con i “referenti”. Nella casa sostavano due o al massimo tre settimane e poi si trasferivano in un altro appartamento, nella maggior parte dei casi usufruivano dei legami d’affari con la casa di Lamezia Terme, gestita da Minchov e Spagnuolo, o quella di Milazzo il cui referente era Nicolò Mario. Nella maggior parte dei casi gli annunci venivano pubblicati su giornali online e cartacei e poi i contatti avvenivano telefonicamente, quasi sempre con un linguaggio in codice. Tre lunghi suoni di campanello erano il segnale che qualche cliente era alla porta. Dalle indagini è anche emerso come il ruolo della Mondello fosse quello di riordinare e tenere pulita la casa che, da perquisizioni, è risultata sempre essere in perfetto ordine.

Più particolare, invece, la posizione della sesta donna irreperibile. Secondo quanto emerso, infatti, si tratta di un soggetto che ha avuto rapporti stretti con narcotrafficanti e, nello specifico, con un ragazzo messinese morto lo scorso anno in Colombia mentre trasportava della cocaina in delle capsule ingerite. Il provvedimento è stato emesso dal Gip del Tribunale di Messina, De Marco, su richiesta del procuratore aggiunto, Vincenzo Barbaro.

L’Operazione Taide, così nominata in ricordo di Cicerone, si chiude a soli pochi mesi di distanza da “Bocca di Rosa”. Alcuni punti in comune avvicinano i due giri d’affari anche se la differenza sostanziale emerge nel modo di porsi delle stesse ragazze. Se in “Bocca di Rosa” si trattava di giovani coercizzate e talvolta costrette a prositutirsi, anche con problemi mentali, “Taide” fa emergere l’aspetto volontario e quasi “professionale” di queste donne giunte dal Sud America e pronte a vendere senza remore la propria mercanzia. (Veronica Crocitti)

8 commenti

  1. puzza di bruciato 12 Giugno 2014 07:48

    LA merce è stata sequestrata!!!!!

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  2. puzza di bruciato 12 Giugno 2014 07:48

    LA merce è stata sequestrata!!!!!

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  3. Tutta gente che aspettava “il condono” dopo la futura abrogazione della legge Merlin ^_^

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  4. Tutta gente che aspettava “il condono” dopo la futura abrogazione della legge Merlin ^_^

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  5. ma legalizzatela questa benedetta prostituzione

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  6. ma legalizzatela questa benedetta prostituzione

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  7. 400 euro a settimana? La crisi , a Messina colpisce anche il più antico mestiere del mondo.

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  8. 400 euro a settimana? La crisi , a Messina colpisce anche il più antico mestiere del mondo.

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