Riqualificazione dell’area di Badiazza. Amato: “Lavori finalmente sulla buona strada”. LE FOTO

Riqualificazione dell’area di Badiazza. Amato: “Lavori finalmente sulla buona strada”. LE FOTO

Marco Ipsale

Riqualificazione dell’area di Badiazza. Amato: “Lavori finalmente sulla buona strada”. LE FOTO

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mercoledì 17 Dicembre 2014 - 23:58

Il dirigente del Dipartimento Lavori Pubblici fa il punto sulla riqualificazione ambientale del torrente Badiazza e di tutta l’area che conduce sino alla fortezza medievale. Dopo una serie di peripezie, sembra che il completamento sia vicino. LA FOTOGALLERY DI SERENA CAPPARELLI

I lavori dovevano essere conclusi in tre anni ma, dall’avvio, ne sono ormai trascorsi più di sei. Nel mezzo, tante problematiche di diversa natura: idrogeologica, progettuale e finanziaria. Gli effetti disastrosi dell’alluvione di Giampilieri sarebbero stati tali anche a Badiazza, se la “bomba d’acqua” fosse arrivata una ventina di chilometri più a nord. La consapevolezza c’era già da prima, figurarsi dopo quel tragico 1 ottobre 2009. Tanto che nel 2010 venne approvata in fretta e furia una variante al progetto di riqualificazione ambientale dell’area del torrente ed i lavori si fermarono nel mese di ottobre. 2 milioni e 300mila euro recuperati dal ribasso d’asta del 36 % rispetto all’importo di gara di 8 milioni e mezzo. Ripartirono esattamente un anno dopo, nell’ottobre 2011, ma si bloccarono per la seconda volta nel giugno del 2013, per poi ricominciare ancora un anno dopo. Due anni di fermo totale ed altri mesi in cui si procedeva troppo a rilento.

I pericoli, nel tempo, sono stati elevati. Il nubifragio del 1 marzo 2011 aveva rischiato di fare danni seri perché i lavori lasciati a metà avevano reso l’area forse ancora più pericolosa rispetto al passato. Un tratto di muro era ceduto e la zona intorno alla chiesa-fortezza medievale si era allagata.

I primi interventi, quest’anno, sono stati destinati a mettere una toppa su quanto, in passato, non era stato realizzato nel modo giusto. Il Comune aveva anche pensato alla rescissione del contratto, che avrebbe fatto perdere ulteriore tempo, prima di raggiungere l’accordo. Palazzo Zanca, in particolare, contestava il modo in cui erano stati messi in opera i gabbioni metallici, riempiti con pietre, e già danneggiati e pronti a cedere. L’impresa Sidoti Srl di Montagnareale, che ha vinto l’appalto nel 2008 ed ha portato avanti i lavori “a singhiozzo”, lamentava invece continui ritardi nei pagamenti.

La vera e propria ripresa dei lavori di completamento, quella che dovrebbe essere l’ultima e definitiva, risale a meno di tre mesi fa. Nel tempo è stato ripulito il letto del torrente, coperto nei tratti più stretti in cui non c’era lo spazio per la realizzazione di due corsie stradali in senso opposto, mentre nella parte restante è rimasto scoperto al centro, lì dove sono state posizionate le ringhiere. Realizzate, poi, le opere di convogliamento delle acque e i sottoservizi, mentre sono stati montati anche tutti i lampioni.

Quanto manca allora alla fine dei lavori? “Dovremmo finalmente essere agli sgoccioli – risponde il dirigente del Dipartimento Lavori Pubblici, Antonio Amato -. Dalla relazione fornita dalla direzione lavori, sappiamo che si è ripreso a giugno, ancora una volta a rilento, ma adesso l’impresa si è messa in riga ed è sulla via del completamento. In particolare, come avevamo chiesto, sono state rifatte le gabbionate deformate e sono state terminate ringhiere e parapetti che, alla sospensione dei lavori, avevamo rilevato non essere a norma. In fase di completamento ci sono anche gli allacci, i pozzetti e l’impianto idrico”.

A quel punto, si tratterà soltanto di realizzare la strada, che è ancora in terra battuta, e di accendere finalmente la pubblica illuminazione. “Dobbiamo fare l’allaccio Enel – spiega Amato – ma è una questione che esula da questo lavoro perché abbiamo problemi amministrativi di forniture, comunque in fase di risoluzione. E’ una cosa di cui dobbiamo occuparci noi, non l’impresa. Per quanto riguarda la strada, invece, a breve decideremo se asfaltarla, come previsto dal progetto, o se fare una pavimentazione più adatta ad un’area vicina ad un torrente. E’ l’ultimo intervento previsto, poi si potranno finalmente dirsi conclusi i lavori”.

(Marco Ipsale)

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