Se Taormina Arte "evapora" scompare un pezzo di Storia...

Se Taormina Arte “evapora” scompare un pezzo di Storia…

Enrico Scandurra

Se Taormina Arte “evapora” scompare un pezzo di Storia…

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sabato 23 Aprile 2016 - 21:10

C'è confusione a Taormina sul futuro dell'Ente culturale che adesso potrebbe essere gestito da Palermo. Mentre nella Perla dello Jonio si fanno i conti con i soliti protagonismi. Che stanno portando una città verso il baratro.

C’è confusione. Molta confusione. E soprattutto ci sono ancora i protagonismi. Le faccende politiche aperte e che non si chiuderanno mai. Forse. La bocciatura da parte del Consiglio comunale dello statuto “palermocentrico”, presentato il 4 marzo scorso dal commissario “ad acta”, Pietro Di Miceli, per trasformare TaoArte da comitato a fondazione, è stata una vera e propria resa. Un’ulteriore sconfitta che si unisce alle altre che da anni si verificano in un ente culturale svuotato di contenuti. Di finanziamenti e soprattutto di idee. Peccato. Perché Taormina Arte poteva essere un lusso per i taorminesi che vogliono sempre essere lì in prima linea. A dirigere, a muovere le fila di un burattino che ormai è al collasso. È morto di fatto. La Perla dello Jonio ha voluto governare un organismo che non è mai stata in grado di amministrare in modo corretto e soprattutto coerente con la storia. La bocciatura è, dunque, un passo fondamentale per imprimere una sola svolta: dare il potere definitivamente a Palermo e mettere una croce sul passato. Ha detto bene l’assessore regionale al Turismo, Anthony Barbagallo, che si andrà avanti anche senza un Comune che crea soltanto barriere. Ostacoli. E poche soluzioni. Ha detto ancor meglio il commissario Di Miceli, quando ha dichiarato che non sono necessari i beni di Taormina, ma verranno sostituiti da altri. Ciò che, però, non mi sento di condividere è il fatto che proprio Taormina (parlo della comunità tutta e degli operatori del settore turistico) debba essere demolita e pagare l’inconcludenza di politici che amano non decidere e tirare avanti alla meglio, cercando di ottenere il massimo ma senza però raggiungere gli obiettivi prefissatisi. Nel corso del Consiglio comunale di martedì scorso si è chiusa definitivamente una fase nella Città del Centauro, di Wilhelm von Gloeden, di Florence Trevelyan e ovviamente di Timeo. Un periodo fatto di stoccate continue che hanno prodotto soltanto fantasmi. Di litigi, di battibecchi e di ammiccamenti che hanno sortito solo pochezza. E i lavoratori? Che ne diciamo dei lavoratori? Come faranno a sostenere un’altra estate da incubo, con pochissimi spiccioli e un’assenza di programmazione? Cosa diranno ai propri figli ai quali la politica locale consegnerà, in un futuro molto prossimo, una Taormina al collasso da tutti i punti di vista? Io non credo in nulla di positivo ormai e in più penso che Taormina stia sul punto di tramontare. Non è disfattismo. Al contrario. È realtà vera e propria. Se ci si fa un giro al Teatro Antico il piatto succulento del tradimento verso i cittadini è servito. E se improvvisamente vi scappa di andare in bagno dove andate? Meglio non pensarci. Meglio andare oltre e prendere una boccata d’ossigeno alla Villa Comunale di via Bagnoli Croci. Attenzione, però, perché potrebbe esserci un pericolo costante: quello di sprofondare … a valle. Può capitare a chiunque. Ai turisti. A semplici abitanti che vorrebbero stare un po’ di tempo abbracciati al tempo ormai passato. Ai quei momenti in cui Taormina era veramente il centro del Mondo. Adesso, invece, è soltanto una brutta copia del periodo della Dolce Vita. Di quando per il Corso Umberto potevi fare incontri ravvicinati con il grande poeta siciliano Ignazio Buttitta, o con il ciociaro Nino Manfredi o meglio ancora con l’affascinante Claudia Cardinale. Ma di questa gente ormai non se ne vede più l’ombra (ovviamente due di loro sono morti). A proposito chi ci sarà quest’anno al Festival del Cinema? Sicuramente molti divi. Molte attrici e attori famosi. Non c’è dubbio. Ma i film? Che film saranno presentati? Di questo non se ne parla. Perché molto probabilmente, anzi di sicuro in concorso le pellicole sono evaporate. Proprio come TaoArte che adesso “trasmigrerà” in Sicilia occidentale. In quel di Palermo, mettendo fine ad una stagione luminosa che tanto ha dato al Comprensorio. Ma in un tempo lontano. In un Iperuranio distante anni luce dal 2016. Quando al Mocambo si sedeva Al Pacino e i barman stappavano bottiglie di champagne attorniati da fotografi e giornalisti giunti nella “Ei fu la Perla dello Jonio…”. Nella terrazza dei desideri più strambi che forse, ahimè, non torneranno mai più.

Enrico Scandurra

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