Nuovo combustibile Edipower, anche la Zero Waste dice no

Nuovo combustibile Edipower, anche la Zero Waste dice no

Serena Sframeli

Nuovo combustibile Edipower, anche la Zero Waste dice no

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martedì 14 Ottobre 2014 - 13:14

L’associazione ambientalista si dice contraria al nuovo progetto per l’Edipower di San Filippo del Mela e propone una strategia rifiuti zero, senza la possibile perdita di posti di lavoro.

I consigli comunali della valle del Mela stanno unendosi in un coro unico di no, il paese di Archi dice no, le Associazioni ambientaliste continuano a dire no alla trasformazione della Centrale Edipower in un inceneritore per rifiuti, il Css (combustibile solido secondario da rifiuti).

Anche la Zero Waste Sicilia, tramite il Presidente Beniamino Ginatempo, si dichiara contraria alla chiusura di alcune linee ad olio combustibile in favore di una linea a CSS. “L’Europa, l’Italia e la Sicilia – afferma Ginatempo- non dispongono di materie prime sufficienti ad alimentare il loro sistema industriale, e pertanto è strategico in questo scenario che la nostra regione si attrezzi per recuperare il massimo possibile di materie prime seconde (MPS) dai materiali post-consumo e quindi favorire il riciclo e il recupero di materia anziché avviare i rifiuti alla produzione di combustibili inquinanti”.

“Il Combustibile Solido Secondario (CSS)- continua la nota della Zero Waste- è poi un fatto solo mediatico: non è una maniera di recuperare energia ma solo quella di facilitarne il trasporto come rifiuto speciale, la commercializzazione, ed il successivo incenerimento. Si tratta di una forma inquinante di incenerimento mascherato dell’ennesimo spreco di risorse”.

Secondo la Zero Waste il valore economico dei rifiuti annualmente prodotti in Sicilia (2,6 milioni di tonnellate) vale oltre 90 milioni e potrebbe condurre alla creazione di almeno 5000 posti di lavoro stabile (stime UE), quando invece solo l’ingresso in discarica costa ai siciliani all’incirca 260 milioni l’anno (più i costi di biostabilizzazione, trasporto e gestione) con la TARES: “quindi si continua a buttar via reddito e posti di lavoro e si fanno pagare i contribuenti per disperdere risorse ed inquinare”.

“Pertanto- termina la nota- Zero Waste Sicilia è fortemente contraria al progetto di trasformazione di linee di produzione della centrale Edipower di S. Filippo del Mela in una a CSS, mettendo pure a rischio posti di lavoro: noi suggeriamo la Strategia Rifiuti Zero, che è invece tesa al massimo recupero possibile di materia sotto forma di MPS, procedura che assume un alto valore strategico per una moderna politica industriale”.

2 commenti

  1. CastorinaCarmelo 15 Ottobre 2014 11:22

    Bisogna coniugare sviluppo industriale e quindi buona occupazione e salvaguardia dell’ambiente.Si può fare le tecnologie ci sono, basta la buona volontà delle parti e non irrigidirsi in comportamenti controproducenti che comprimo i bisogni occupazionali del territorio. La vigilanza degli attori sociali è necessaria il sindacato deve spendersi come sempre in quest’opera di ripristino occupazionale in ossequio alle normative di legge in materia ambientale,la concertazione per uno sviluppo condiviso con le associazioni ambientaliste è sempre la ben venuta, parimenti gli investitori devono adottare le migliori tecnologie costruttive.
    La cultura del lavoro deve ritornare ad avere il suo primato sul mero profitto.

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  2. CastorinaCarmelo 15 Ottobre 2014 11:22

    Bisogna coniugare sviluppo industriale e quindi buona occupazione e salvaguardia dell’ambiente.Si può fare le tecnologie ci sono, basta la buona volontà delle parti e non irrigidirsi in comportamenti controproducenti che comprimo i bisogni occupazionali del territorio. La vigilanza degli attori sociali è necessaria il sindacato deve spendersi come sempre in quest’opera di ripristino occupazionale in ossequio alle normative di legge in materia ambientale,la concertazione per uno sviluppo condiviso con le associazioni ambientaliste è sempre la ben venuta, parimenti gli investitori devono adottare le migliori tecnologie costruttive.
    La cultura del lavoro deve ritornare ad avere il suo primato sul mero profitto.

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