Più costi, più burocrazia: l'infelice binomio delle soste per disabili

Più costi, più burocrazia: l’infelice binomio delle soste per disabili

Sara Faraci

Più costi, più burocrazia: l’infelice binomio delle soste per disabili

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venerdì 08 Marzo 2013 - 16:50

Non si arresta l'infuocato dibattito riguardo il nuovo provvedimento sui parcheggi per disabili. La presidenza del Consiglio Comunale e il movimento Reset! ne chiedono il ritiro

Continuano la loro corsa i fiumi di proteste che hanno accolto la nuova determina del dirigente del Dipartimento Mobilità Urbana e Viabilità. Un fiume impetuoso che raccoglie nel suo corso in piena anche l’accanito dissenso da parte, stavolta, del Consiglio Comunale che a mezzo del proprio presidente, Giuseppe Previti, esorta il commissario straordinario Croce a una più accurata o meglio avveduta rivisitazione della norma in questione.

In prima linea assieme ai vertici di Palazzo Zanca nella guerra all’abolizione dell’infausto provvedimento, anche il movimento messinese “Reset!” che non risparmia accuse riguardo al carattere vessatorio dell’irragionevole decisione, unendosi accoratamente alla richiesta di un suo ritiro e appellandosi alla scarsa civiltà che l’ordinanza dimostra di possedere.

Un provvedimento che ha suscitato profondo sdegno e altrettanto clamore con la sua curiosa rimodulazione dei criteri di concessione degli spazi di sosta personalizzati per persone disabili. Lascia basita la prospettiva di un ulteriore aggravamento dell’iter burocratico sotto il cui giogo saranno costretti a passare i diretti interessati e le loro famiglie per poter accedere al magro privilegio e lascia ancor più di stucco la decisione di far gravare interamente sulle spalle dei soggetti già vessati dalla loro disabilità, i costi per la predisposizione degli stessi.

Sulla base delle indicazioni fornite dalla recente ordinanza, infatti, per avere garantito il parcheggio riservato, occorrerà non soltanto – come avveniva prima del varo della disposizione – esibire certificazione medica rilasciata dall’ufficio medico – legale dell’Azienda Sanitaria Locale che attesti la mancata capacità di deambulare ma bisognerà essere anche in possesso di un documento che accerti la necessità di frequenti spostamenti sul territorio.

Una previsione che desta perplessità non soltanto per i seri dubbi sollevati in merito all’ente o autorità che dovrebbe essere presuntamente preposta al rilascio del bizzarro documento ma anche per l’evidente incongruenza con il DPR n.151 dello scorso 30 luglio, tuttora in vigore, che non fa cenno ad alcun altro certificato integrativo per poter usufruire del diritto in questione.

Di non trascurabile importanza poi anche la faccenda che concerne, come accennato, le spese del servizio. Realizzazione, manutenzione e – alla faccia delle agevolazioni nei confronti dei portatori di handicap – persino rimozione della segnaletica stradale verticale e orizzontale, di delimitazione e individuazione degli spazi di sosta riservati dovrebbe essere interamente a carico dei beneficiari. E’ il frutto di un’interpretazione poco magnanima dello stesso DPR cui si faceva dapprima riferimento e che mette nelle mani del sindaco la possibilità di provvedere agli spazi di parcheggio per disabili in maniera del tutto gratuita. Possibilità che nel caso di specie sembra proprio non si sia voluta sfruttare.

E mentre piovono i dissensi contro una delle leggi – beffa dell’Amministrazione cittadina, Reset! non risparmia il suo sarcasmo chiedendosi se anche nell’applicazione della normativa sull’abolizione delle barriere architettoniche, il dirigente del Dipartimento Mobilità Urbana e Viabilità si sia dimostrato altrettanto rigoroso. Del resto – incalza la presidenza del Consiglio Comunale – esiste un articolo, il 181 del DPR 495 che testualmente afferma ” gli enti proprietari della strada devono allestire e mantenere funzionali ed efficienti tutte le strutture, contrassegno, per consentire ed agevolare la mobilità delle persone invalide”.
…carta canta! (Sara Faraci)

3 commenti

  1. MA dico io…nessun avvocato si può prendere a cuore la faccenda e denunciare il dirigente alla mobilità urbana che non è nuovo a queste trovate?

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  2. E visto che mi è venuta la carogna con questo tizio e con i signori del consiglio comunale mi sono andato a guardare l’art 181 del DPR495/92
    E volete sapere di cosa tratta?

    Art. 181. Esposizione dei contrassegni per la circolazione.
    “Nuovo codice della strada”, decreto legisl. 30 aprile 1992 n. 285 e successive modificazioni
    (fonte siti: Aci, Altalex)
    Quindi: 1)siamo amministrati da persone che ringrazio Dio abbiano finito di stare dove stanno. 2)Paghiamo fior di migliaia di euro per gli stipendi di gente che non si capisce come ricoprano certi incarichi. E che in entrambi i casi NESSUNO e dico NESSUNO si è degnato di andarsi a comperare un codice della strada possibilmente dello stato italiano (tanto per uniformarci con il resto dello stivale)in modo che si rendano conto che non ci sono NE gli ZTL a pagamento, ne l’idiozia (che tra l’altro sono state partorite dallo stesso “cervello”) che molto probabilmente gli porterà ad una denuncia di qualche associazione per i diritti dei disabili, con la speranza che finisca a volemose bene perchè sennò come sempre NOI cittadini dovremo pagare per gli errori di questa gente invece di fare come fanno nelle aziende che chi fa qualche minxxiata se ne va a casa dopo ovviamente aver riparato ai danni che ha fatto. Ma quello che più mi fa incxxxare è che chi dovrebbe rappresentare la legge cittadina, ovviamente gli darà ragione.

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  3. Spiegate a questi scienziati che il “documento che accerti la necessità di frequenti spostamenti sul territorio.” è la libertà individuale di ogni cittadino, come sancito dalla Costituzione. A maggior ragione deve esserlo per una persona con difficoltà.

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