L'epilessia è una malattia sociale. Colpisce l'1 % della popolazione

L’epilessia è una malattia sociale. Colpisce l’1 % della popolazione

L’epilessia è una malattia sociale. Colpisce l’1 % della popolazione

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lunedì 17 Giugno 2013 - 07:28

Nella sua introduzione generale, il professor Francesco Pisani del Dipartimento di Neuroscienze ed organizzatore dell’evento, ha ribadito come la ricerca scientifica ha chiarito molti aspetti di tale patologia ed ha portato a delle implicazioni estremamente importanti sul piano giuridico-legislativo e psico-sociale. Nel 2010, infatti, è entrato in vigore il Decreto Ministeriale che disciplina le norme sulla idoneità alla guida per persone con epilessia

La percentuale di persone che, nell’ambito della popolazione generale, soffre di crisi epilettiche è 1 su 100; l’epilessia, pertanto, è, a tutti gli effetti, una malattia sociale. E’ quanto sottolineato durante i lavori del convegno su tale patologia, tenutosi giorno 15 giugno presso la sede dell’Ordine dei Medici di Messina.

Nella sua introduzione generale, il professor Francesco Pisani del Dipartimento di Neuroscienze ed organizzatore dell’evento, ha ribadito come la ricerca scientifica ha chiarito molti aspetti di tale patologia ed ha portato a delle implicazioni estremamente importanti sul piano giuridico-legislativo e psico-sociale. Nel 2010, infatti, è entrato in vigore il Decreto Ministeriale che disciplina le norme sulla idoneità alla guida per persone con epilessia. Le nuove norme riducono da due anni ad uno il periodo di libertà da crisi necessario per la guida ad uso privato e precisazioni sono state stilate anche in relazione a persone con sole crisi notturne. Tali normative e vari aspetti medico-legali relativi al mondo del lavoro sono stati illustrati dettagliatamente nella prima parte del convegno dai dottori Giuseppe Muraca, Aurelio Lembo e dall’avvocato Patrizia Causarano. Successivamente, il professor Gaetano Tortorella, Direttore della Neurospichiatria Infantile del Policlinico di Messina, ha sottolineato l’importanza di un approccio corretto e privo di pregiudizi nei riguardi dei bambini affetti da tale patologia, mentre la professoressa Magaudda si è soffermata sui risvolti positivi che lo svolgimento di una attività sportiva oculata può comportare. Infine la professoressa Anna Gensabella ha tenuto una relazione sui complessi aspetti di bioetica, facendo emergere come è importante la presa in carico globale del paziente ai fini di un suo inserimento sociale qualitativamente soddisfacente. L’evento, moderato dai Proff. Girlanda, Pisani, Tortorella e Vita, ha suscitato grande interesse nell’uditorio, come testimoniato dalle innumerevoli domande sollevate dai presenti.

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