Esplode il dramma servizi sociali, è vera corsa contro il tempo

Esplode il dramma servizi sociali, è vera corsa contro il tempo

Francesca Stornante

Esplode il dramma servizi sociali, è vera corsa contro il tempo

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giovedì 27 Dicembre 2012 - 12:19

In ballo ci sono circa 700 posti di lavoro, il loro destino dipende sempre da quel bilancio di previsione che non c’è ancora. Senza quello, parlare di futuro è praticamente impossibile. Dopo il sit in all'esterno, i lavoratori hanno seguito la seduta del Consiglio comunale. Domani nuovo incontro a Palazzo Zanca

Il destino di 700 lavoratori e 3000 utenti tra anziani, bambini e disabili si deciderà in queste ore. C’è tempo fino al 31 dicembre per trovare una soluzione. Questi ultimi giorni dell’anno saranno decisivi. Quella di oggi è stata una giornata scandita dal coro unanime che si è levato da piazza Unione Europea: “i servizi sociali non si toccano”. Lo hanno urlato con tutto il fiato che potevano i dipendenti delle cooperative sociali che oggi sono andati ad assediare Palazzo Zanca. Alla fine la protesta è arrivata. Era nell’aria da settimane, era praticamente inevitabile. Nelle loro case non c’è stato Natale, lo hanno ripetuto incessantemente questa mattina. E oggi, al rientro dalle vacanze che in realtà vacanze non sono state, si sono presentati davanti al Comune per far sentire a tutti la rabbia e la disperazione di una categoria che è pronta a restare senza lavoro.

Il caos servizi sociali oggi è esploso in tutta la sua drammaticità. C’erano i dipendenti delle cooperative che stanno perdendo il posto di lavoro perché in questo momento il Comune non può concedere proroghe né rinnovare i bandi. C’erano anche anziani, disabili, bambini che perdono servizi essenziali e che combatteranno quella che è prima di tutto una battaglia di civiltà. Come ogni volta che il clima si fa incandescente anche oggi i cancelli di Palazzo Zanca sono rimasti chiusi. Loro non si sono arresi e hanno continuato la loro protesta perché dopo anni di lavoro al servizio di categorie deboli non possono accettare di farsi buttare in mezzo alla strada con un colpo di penna.

In ballo ci sono circa 700 posti di lavoro, il loro destino dipende sempre da quel bilancio di previsione che non c’è ancora. Senza quello, parlare di futuro è praticamente impossibile. Insieme a loro c’erano anche i segretari delle Funzioni Pubbliche di Cgil, Cisl e Uil. Clara Crocè, Calogero Emanuele e Giuseppe Calapai, c’era anche il segretario nazionale della Fp Cgil Adriano Sgrò.

La mattinata è stata scandita da tanti momenti di rabbia e tensione, i lavoratori hanno anche improvvisato un piccolo corteo in via Garibaldi bloccando per pochi minuti il traffico. Un segnale che hanno voluto mandare alla città intera. Perché senza servizi sociali va a morire la parte più debole di una Messina che sta per esplodere. Loro faranno di tutto per non permetterlo.

Lavoratori, anziani, familiari e disabili non hanno perso l’occasione di partecipare alla seduta del consiglio comunale che intanto era stata convocata in mattinata. Sono rimasti soprattutto per farsi vedere e ricordare che loro aspettano delle risposte. Il presidente del consiglio Pippo Previti ha avuto un incontro con i segretari Crocè, Emanuele e Calapai, durante la seduta ha anche raggiunto telefonicamente il commissario Croce per spiegare la situazione di grave tensione che si stava consumando dentro e fuori dal palazzo. Il Commissario Croce, che intanto era a Palermo per l’appuntamento decisivo con i magistrati contabili della Corte dei Conti, ha dichiarato che la Giunta Regionale in serata avrebbe approvato il decreto salva Enti che consentirà la concessione del contributo pari a 30 milioni di euro al Comune di Messina. L’ex procuratore ha garantito che l’adozione di tale misura consentirà di firmare subito lo schema di bilancio che poi passerà in Consiglio Comunale. Si resta dunque in stand-by.

I sindacati torneranno a Palazzo Zanca già domattina, a fissare un nuovo incontro proprio il presidente Previti che prima si riunirà con i capigruppo e il commissario Croce e poi forse potrà dare qualche buona notizia sui servizi sociali. Ormai è vera corsa contro il tempo. Restano davvero poche ore per trovare la soluzione e decidere il futuro di tutti i servizi sociali, dei 700 lavoratori degli oltre 3000 utenti e degli anziani di Casa Serena. “Siamo molto preoccupati ma non demorderemo dal ribadire con insistenza che l’unica via è l’approvazione del bilancio entro queste poche ore” hanno dichiarato i sindacalisti dopo una giornata difficilissima. Contenere la tensione dei lavoratori ormai è davvero complicato, la rabbia, l’amarezza, la disperazione sono troppo forti.

A questo punto aspetteranno gli incontri di domani, si aspettano risposte dalla politica, lo stato di agitazione dei lavoratori di tutti i servizi sociali non cesserà. “Siamo pronti ad assumere altre iniziative ma anche a richiedere al Presidente della Regione una riconsiderazione del Commissariamento del Comune di Messina” dicono senza mezzi termini i tre segretari. Sperando che questa volta proprio il commissario Croce porti qualche buona notizia. (Francesca Stornante)

5 commenti

  1. Ma ” Perché senza servizi sociali va a morire la parte più debole di una Messina che sta per esplodere.” a loro poco importa. Chiudono i cancelli del Comune per non rischiare la loro integralità fisica oppure per non essere distratti nell’aspettare una telefonata da Palermo, che difficilmente arriverà, ma nulla preoccupa loro quella morale. E’ problema di dignità. O commentato sia su tempo stretto che siila “Gazzetta del Sud” che i bandi potevano essere impegnati anche in assenza dell’approvazione del “Bilancio di Previsione 2012”, salvaguardando, così, sia i posti di lavori che l’assistenza alla fascia più debole della nostra città. Soluzione, da tempo, ignorata da tutti, sindacalisti compresi. In questa città il rispetto delle norme legislative in materia di finanza locale, da tempo, è un adempimento facoltativo. Ma la domanda che ho posto, sindacati compresi, è quella se fosse stato possibile finanziarie nel corso dell’esercizio 2012 i bandi di gara per garantirne copertura finanziaria e, nello stesso tempo, continuità, a partire dal 01/01/2013 sia ai 700 lavoratori delle cooperative sociali, del loro posto di lavoro, che una adeguata, legittima e dovuta assistenza alla fascia più debole della nostra città?, Se avessi la possibilità di esaminare gli atti contabili del nostro Comune, (voglio ricordare che il software è stato da me analizzato) ne darei assicurazione e certezza ad una affermazione positiva. Nel pubblicare il commento su tempo stretto e all’articolo della “Gazzetta del Sud” la mia è stata una sfida tendente sopratutto a risvegliare le coscienze di colo che hanno a cuore le sorte della nastra città.

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  2. Perchè per anni tanti messinesi si sono accontentati di uno stipendio a volte totalmente improduttivo in cambio di voti? I messinesi, dissesto si o dissesto no, pagheranno purtroppo, il conto di una classe politica che non ha pensato al futuro e che oggi è latitante, poichè non è in grado di far diventare l’attuale situazione di crisi economica una opportunità per ir rilancio di nuovi investimenti produttivi che potrebbero riassorbire la manodopera in eccesso e rilanciare le partecipate con nuovi piani industriali. Altro che gettare denaro nel buco dei conti del comune! Luigi

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  3. lubien sei un saggio.Licenziamo tutti, la ricetta perfetta per lavoratori ed assistiti. Complimenti!

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  4. Non avevo dubbi.

    Non avevo dubbi caro amico mio, che Lei potesse riuscire a risolvere quello che tanti altri non sono stati capaci.

    Vada al Comune oppure spieghi tramite tempostretto.it, cosa devono fare questi “dirigenti” per risolvere il problema.

    Lei e Vernaci siete dei grandi!!!

    F.to

    Il Suo asso (di bastoni)…….

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  5. E’ sacrosanto dire “i servizi sociali non si toccano”,nel senso che non si possono tagliare i servizi essenziali ad anziani,bambini e disabili. Ma dobbiamo prendere atto che il sistema delle cooperative sociali si è rivelato fallimentare.Pertanto vanno garantiti i diritti dei lavoratori,ma tutto il settore va riorganizzato.Mi pare che Croce abbia parlato di “internalizzazione”; penso che potrebbe essere una buona soluzione,perchè così chi lavora sarebbe pagato senza ritardi di mesi e si eliminerebbero le “figure oscure”che stanno dietro certe cooperative.E se vi sono lavoratori in esubero,li si potrebbe collocare in altri settori,in base ai titoli di studio e alle esperienze lavorative:ad esempio custodia di beni culturali,distribuzione presidi sanitari ai malati cronici(i cui familiari oggi devono andare a prenderli all’exMandalari),bigliettai su tram ed autobus…)Oggi nel lavoro bisogna essere disponibili alla mobilità

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