Una "perdita occulta", avverte Amam, impedisce la regolare distribuzione. In funzione il servizio h24
MESSINA – Ortoliuzzo da cinque giorni senz’acqua, come ha segnalato Tempostretto. L’Amam comunica che sono “in corso le verifiche tecniche per individuare il punto in cui intervenire. Per sopperire alle carenze idriche riscontrate, un’autobotte di acqua potabile stazionerà h24 nei pressi del bar Celona, sino al ripristino della regolare distribuzione”. Ma qual è la causa dell’emergenza? Per la società, “una perdita ‘occulta’ che non consente l’approvvigionamento idrico e la distribuzione regolare del villaggio”.
I tecnici Amam al lavoro
Di conseguenza, i tecnici sono al lavoro per individuare la perdita. Gli utenti potranno seguire gli aggiornamenti sul sito e segnalare eventuali situazioni di particolare disagio o emergenza al numero telefonico dedicato: 090.3687722 o sulla pagina facebook.
“Non e chi l ‘acqua di Ortoliuzzu a stannu usannu pi docci du Beach Volley”, chiedo per me e per vari amici.
VERGOGNA!!!! Siamo nel XXI Secolo e con tutta la tecnologia esistente abbiamo i tecnici AMAM costretti ad essere additati perché non sono in grado di trovare una perdita occulta. Ma con tutti i soldi che gli utenti versano mensilmente, perché la dirigenza non si adopera per investire sulle tecnologie in modo da garantire il minimino di acqua necessaria per ogni essere umano.
Nota bene: Legislazione Internazionale e Italiana. l’Onu, con risoluzione approvata il 28 Luglio 2010 ha dichiarato l’accesso all’acqua potabile e all’igiene un diritto umano. Tale diritto può essere “quantificabile” nei 50 litri al giorno a persona stimati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità come “flusso minimo vitale.” Quindi se tanto mi da tanto questi diritti qui a Messina non sono garantiti.
Propongo di recarsi in Procura e denunciare l’Amam per violazione dei diritti dell’uomo. Subito dopo si invia la copia della denuncia alla Corte europea dei diritti dell’uomo, con sede a Strasburgo, che è l’organo giurisdizionale volto ad assicurare il rispetto della CEDU da parte degli Stati contraenti tra cui l’Italia. Inutile dire che inviteremo la stampa nazionale ed internazionale affinché si renda conto della sofferenza dei Messinesi e del danno recato al turismo. Disponibile per la raccolta delle firme.
Giovanni Simone Simon