Ospedale di Patti: sta per andare in pensione e sottrae dalla cassa ticket 50.000 euro

Ospedale di Patti: sta per andare in pensione e sottrae dalla cassa ticket 50.000 euro

Redazione

Ospedale di Patti: sta per andare in pensione e sottrae dalla cassa ticket 50.000 euro

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mercoledì 21 Aprile 2021 - 08:19

Chiuse le indagini nei confronti del responsabile della cassa ticket dell'ospedale di Patti che aveva escogitato un modo per avere una "buonuscita maggiorata"

Era prossimo alla pensione ed ha escogitato un metodo per sottrarre somme derivanti dal ticket ospedaliero fino ad appropriarsi di 50mila euro. I finanzieri del Comando Provinciale di Messina hanno scoperto tutto nell’ambito delle attività finalizzate a verificare il rispetto della procedura di riscossione dei ticket corrisposti dagli utenti e del successivo versamento.

E’ stata così scoperta l’infedeltà di un pubblico funzionario prossimo alla pensione che, secondo ipotesi investigativa, si appropriava di 50mila euro in contanti dalla cassa dell’Ospedale di Patti.

L’indagine, eseguita dagli specialisti del Nucleo di Polizia economico-finanziaria di Messina,  sotto il coordinamento del procuratore di Patti, Angelo Vittorio Cavallo, è stata rivolta alla verifica della corretta riscossione dei ticket dell’Azienda Sanitaria Provinciale ed ha riguardato tutte le fasi gestionali delle relative somme: dalla riscossione al trasferimento delle medesime agli istituti di credito, tramite i vettori autorizzati, alla corrispondenza dei documenti giustificativi riguardanti i versamenti destinati all’Azienda Sanitaria per l’effettuazione dell’attività di “riconciliazione” tra la raccolta ed i versamenti.

Più in particolare, le Fiamme Gialle della Sezione Tutela Spesa Pubblica del Nucleo Pef di Messina, su delega della sostituta procuratrice di Patti, Alice Parialò, ricostruivano come un dipendente della locale Asp, con il ruolo di cassiere dell’ospedale di Patti, il 66enne L.C.S., nella sua qualità di addetto alla cassa ticket, durante il 2019, si appropriasse, indebitamente, di quasi 50mila euro in contanti, omettendone la rendicontazione e la relativa consegna nelle casse ospedaliere e rendendosi così responsabile dell’ipotesi di reato di peculato.

Ormai scoperta l’indebita appropriazione dell’anticipata “buonuscita maggiorata”, il neo pensionato si vedeva costretto a restituire il maltolto, questa volta con bonifici tracciabili sul conto corrente dell’Asp di Messina, di cui l’ultima tranche nel recente dicembre 2020, e ora dovrà chiarire alla giustizia le motivazioni dell’illecito comportamento tenuto.

Un commento

  1. Marcella MIllimaggi 21 Aprile 2021 10:48

    Aveva saputo che per gli impiegati pubblici la prima tranche di liquidazione giunge dopo un intervallo variabile da dodici a diciotto mesi. Voleva soltanto anticiparla. Con i tempi che corrono!

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