Sebastiano e Gaetano Zingales, padre e figlio appena 18enne, morirono nella galleria Scafa nel 2011
A 14 anni dal tragico incidente stradale costato la vita al maresciallo dei Carabinieri Sebastiano Zingales ed il figlio Gaetano, finiti fuori strada sulla A20 nei pressi della galleria Scafa a Capo d’Orlando, i giudici riconoscono alla famiglia il diritto al risarcimento, malgrado i dirigenti del Cas, inizialmente imputati, siano stati scagionati.
La sentenza
Insomma, a pagare sarà soltanto il Consorzio. La sentenza è della Corte d’Appello di Messina che ha confermato le assoluzioni “perché il fatto non sussiste” dall’accusa di omicidio colposo, disposte nel febbraio 2023 dal Tribunale di Patti per l’allora commissario straordinario del Cas Calogero Beringheli e l’ex dirigente dell’Area tecnica del Cas Gaspare Sceusa.
A parziale riforma della sentenza di primo grado, i giudici d’appello messinesi hanno condannato, ai soli effetti civili del risarcimento dei danni, il Consorzio Autostrade Siciliane in solido con un ex funzionario, già responsabile dell’area tecnica.
La perizia sull’incidente mortale
Accolto l’appello proposto dall’avvocato Massimiliano Fabio, che assiste i familiari parti civili la processo, che aveva contestato le ricostruzioni poste a fondamento della sentenza di primo grado, in particolare riguardo agli obblighi di manutenzione e sicurezza della tratta autostradale teatro dell’incidente cui avrebbe dovuto ottemperare l’ente concessionario.
“Al di là di ogni ragionevole dubbio, in presenza di una barriera di protezione stradale, l’incidente avrebbe avuto conseguenze non mortali”, ha stabilito infatti nella sua perizia l’ingegnere Fabio Boscolo, nominato dalla Corte d’Appello proprio per ricostruire le responsabilità nella manutenzione del tratto autostradale.
Il legale: “Sentenza monito”
“Alla base della tesi oggi accolta c’è l’articolo 14 del codice della strada che pone l’obbligo agli enti proprietari delle strade di garantire la sicurezza della circolazione attuando tutte le misure di prevenzione atte a tutelare gli utenti. Spero che questa decisione, oltre aver dato giustizia ai miei assistiti, sebbene mai potrà essere mitigati il loro dolore, possa essere da monito per chi ricopre una posizione di garanzia affinché nel rispetto dei diritti degli utenti e della vita umana, si ponga finalmente fine a questo scempio”, commenta l’avvocato Fabio.
La famiglia: “Giustizia anche perché non debba accadere più”
Anche i familiari dei signori Zingales hanno voluto esprimere il loro commento: “I nostri cari non torneranno più, la nostra famiglia è stata distrutta, il dolore resterà per sempre ma oggi, almeno, possiamo dire che giustizia è stata fatta. Ci auguriamo che ciò che abbiamo vissuto noi non debba mai più accadere ad altri, ora che le responsabilità sono state riconosciute”.
Zingales, di Acquedolci, aveva 53 anni quando, quel 21 gennaio 2011, perse la vita mentre viaggiava con il figlio Gaetano, appena 18enne. La Ford Mondeo si schiantò contro il muro di contenimento della galleria Scafa, sulla carreggiata in direzione Messina.

Capisco con molta serenità che certi commenti non si possono pubblicare anche se non sono offensivi, ma solo rappresentano come l’uso corretto della lingua italiana, persino negli elementi di base, sia ormai un lontano ricordo per tutte le categorie di cittadini, compresi coloro che di essa si nutrono, che con essa lavorano e che, quindi, dovrebbero curare meglio di altri.
Gentilissimo,
capita a volte per la fretta di commettere degli errori, o per stanchezza o scarsa lucidità dopo molte ore di lavoro. L’importante è rimediare e correggere. Cosa che l’online permette. Grazie per la sua segnalazione e cordiali saluti