Palamara: "Come a Berlusconi, Salvini e Renzi, il processo a Scopelliti ha avuto un significato politico"

Palamara: “Come a Berlusconi, Salvini e Renzi, il processo a Scopelliti ha avuto un significato politico”

Dario Rondinella

Palamara: “Come a Berlusconi, Salvini e Renzi, il processo a Scopelliti ha avuto un significato politico”

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sabato 26 Agosto 2023 - 09:01

Palamara: "Perchè, gli ultimi tre procuratori nazionali antimafia, senza soluzioni di continuità, vanno immediatamente in politica"

ROCCLLE JONICA – L’ex presidente della Regione , Giuseppe Scopelliti, nei giorni scorsi in uno dei suoi tanti appuntamenti, ha presentato il suo libro, “Io sono libero”, a Roccella Jonica. Un libro scritto in un momento particolare della sua vita, mentre ancora non ha del tutto finito di scontare la condanna a quattro anni e sette mesi, per il reato di falso ideologico, relativa ad alcune vicende accadute, tra il 2008 e il 2009, quando era sindaco di Reggio Calabria.

Scopelliti è stato, l’unico ad aver pagato in Italia, per un reato amministrativo di questo tipo, il conto salato che la Giustizia gli ha presentato al termine di una vicenda giudiziaria che ha fatto molto discutere.  L’ex sindaco di Reggio Calabria, ha avuto un interlocutore particolare, Luca Palamara, ex presidente dell’Anm che ha snocciolato una serie di riflessioni, sulla vicenda dell’ex sindaco di Reggio Calabria. “Nell’ambito dei processi che riguardano il mondo della politica, ha funzionato sempre così?” Si è chiesto l’ex presidente dell’Anm.  

“No, in determinati casi si è andati avanti, in altri casi invece non si è andati avanti”. Spiega Palamara. “Perché senza entrare nel  merito dei processi perché nel merito io preferisco che ci si entri nell’ambito giudiziario, magistrati, gli avvocati che sono in grado di conoscere le carte.  Il mio è un discorso di contesto nel quale possono maturare determinate decisioni che riguardano uomini politici.

 Nel libro faccio riferimento ai processi a Berlusconi, a Renzi a Salvini e come può entrare ad esempio anche la vicenda Scopelliti, perché è chiaro che il mondo degli uffici giudiziari della Calabria è un mondo a me prossimo. Nel periodo di Scopelliti per esempio c’è il passaggio da un procuratore ad un altro che è un tema che poi voglio affrontare perché ne ripropone uno di grande attualità. Come avviene il passaggio dalla magistratura alla politica. Perché, giusto per fare un esempio gli ultimi tre procuratori nazionali antimafia, senza soluzioni di continuità, vanno immediatamente in politica?”. E’ un’altra che si pone Luca Palamara.

“Che cosa c’è dietro? Quindi c’era già una sorta di predisposizione verso questo o quel partito politico che poi in questo caso è solo verso questo,  perché tutti e tre più o meno, due sono andati nel Partito Democratico, uno nel Movimento 5 Stelle, ed uno a caso proveniva dalla Procura della Repubblica di Reggio Calabria (Cafiero De Raho), pone il problema di come si sono sviluppate le situazioni. Sicuramente la vicenda Scopelliti cade in un momento di passaggio della Procura di Reggio Calabria, perché fino a quando c’è stata una determinata gestione della procura di Reggio Calabria, cioè fino al 2012, per quanto sia stata di mia diretta esperienza, perché come ricorderà Scopelliti, durante gli attentati del 2011 in qualità di presidente dell’Anm, essendo  la Procura di Reggio Calabria e più in generale il distretto della Corte d’Appello di Reggio Calabria,  a me molto vicino, avendo iniziato la carriera da lì, ero molto presente sul territorio.

Che cosa colpì di quella vicenda? Colpì in primo luogo, l’attentato a Salvatore Di Landro, che per chi ha frequentato gli uffici giudiziari di Reggio Calabria e non solo, era conosciuto sicuramente come un magistrato integerrimo ma mai nessuno avrebbe potuto pensare, sfido ovviamente se sbaglio qualcuno a contraddirmi, che in qualche modo potesse rimanere vittima di un attentato mafioso, al quale seguì, non dimentichiamolo pochi mesi dopo, il famoso rinvenimento dei bazooka sull’Autostrada, i quali vennero poi ritenuti, riconducibili alla figura di Giuseppe Pignatone, in quell’ambito e in quel contesto la figura di Scopelliti, va detto, era una figura “riconosciuta”, dalla magistratura, inquirente e ed associata.

Muta poi la Procura di Reggio Calabria e mutano gli equilibri, perché io voglio parlare di equilibri e non di merito, e sicuramente c’è un diverso approccio verso quelle che sono le vicende che riguardano anche Scopelliti. Se questo, dietro ha implicato anche un mutamento del quadro politico, è chiaro che poi vanno messe in fila tutte le situazioni per capire come comprendere quello che c’è stato dopo e come in qualche modo un processo possa assumere anche un significato politico nei confronti di determinate cariche”.

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