Bilancio consuntivo 2012 con segno meno ed il paradosso dei residui attivi. In numeri la gestione Buzzanca-Croce

A Palazzo Zanca si tirano le somme. La giunta Accorinti ha approvato il bilancio consuntivo 2012, che spiega in numeri gli ultimi 8 mesi dell’amministrazione Buzzanca ed i primi quattro mesi della gestione commissariale dell’ex Procuratore capo Luigi Croce. Sull’iter dell’atto contabile, che è già stato trasmesso al Collegio dei revisori dei conti, dovrà adesso “vigilare” il neo commissario ad acta Antonio Garofalo, nominato dalla Regione ed insediatosi in mattinata con il compito di accelerare i tempi di approvazione da parte del Consiglio Comunale .

In attesa che approdi in Aula, siamo andati a spulciare numeri e dati del documento economico-finanziario ed ecco quello che abbiamo scoperto. Il consuntivo 2012 del Comune di Messina chiude con segno meno: considerati i residui attivi (279 Mln.), i residui passivi (280 Mln.) ed il fondo di cassa (2,8 Mln.) il bilancio registrerebbe un avanzo di 1,3 Mln, a cui tuttavia vanno sottratti il fondo svalutazione crediti (1,7 Mln.) e la parte vincolate per spese in conto capitale (2,2 Mln.), che conducono ad un disavanzo di 2,5 Mln. di Euro.

Al di là della chiusura in perdita, che dimostra comunque l’incapacità gestionale di tenere in ordine i conti e di pareggiare entrate ed uscite , il dato più significativo del consuntivo 2012 riguarda i residui attivi : basti pensare che solo per la TARSU se ne iscrivono 64 Mln. e per le multe 16 Mln. Il totale fa 80 Mln di euro, che dovrebbero essere nelle casse comunali e invece non lo sono, a dimostrazione che , negli anni, il Comune di Messina non è stato in grado di riscuotere le somme spettanti , trovandosi inevitabilmente ad affrontare una crisi di liquidità divenuta endemica e a dover ricorrere sistematicamente ad anticipazioni di tesoreria, lievitate per il solo 2012 -come si evince nel bilancio di chiusura esercizio – a 162 Mln. di euro, a fronte dei 57 Mln. previsti.

Peraltro, nonostante il loro elevato valore, i residui attivi hanno subìto qualche sforbiciata relativa a finanziamenti destinati a lavori pubblici, di cui non c'è stato accertamento, come si dice tecnicamente. Dal conto del documento finanziario ed esattamente nella parte "entrate – rendiconto per risorse" emerge, infatti, che non sono state avviate le procedure amministrative per incassare i fondi e mantenere a bilancio le somme. E così si scopre che restano “congelati” finanziamenti statali pari 18,2 Mln di euro , di cui ad esempio 2,4 Mln per il sistema scuola piazza Boer, 2,3 Mln per il restauro camposanto, 2,3 Mln per la ristrutturazione dei Prospetti della scuola Pascoli etc.

Il bilancio consuntivo 2012 “racconta” inoltre che, per il Risanamento, rispetto ai 33 Mln. previsti ne sono stati accertati 24 Mln. ed incassati 4 Mln., con un residuo di 20 Mln. Complessivamente, in termini di trasferimenti correnti dalla Regione, di 81 Mln. euro previsti ne sono stati accertati solo 24 mln. ed incassati 14 Mln, con residui per 10 Mln.

La fotografia scattata dal documento di chiusura esercizio mostra in tutta la sua drammatica evidenza l’incapacità di Palazzo Zanca di adempiere alle procedure di accertamento e, di conseguenza, di incassare fondi e risorse che avrebbero consentito di fare investimenti, dare lavoro a ditte ed imprese esterne e far tornare a girare l’economia cittadina, ormai al collasso.

Sul fronte delle uscite, nel bilancio consuntivo assume un aspetto rilevante la questione dei debiti fuori bilancio, accertati e da accertare, che nel corso del 2012 ha provocato una vera e propria guerra dei numeri, a causa della visione e della versione, diametralmente opposte tra loro, presentate – nelle rispettive fasi di governo della città- dall’ex sindaco Giuseppe Buzzanca e dal Commissario straordinario Croce. L’ex primo cittadino tendeva a negare qualsiasi tipo di emergenza finanziaria ed è andato via dicendo di lasciare i conti a posto; dall'altro lato, invece, da settembre a maggio, per l’ex reggente di Palazzo Zanca i debiti del Comune sarebbero passati da circa 200 milioni a 500 milioni di euro. Solo recentemente, i tecnici dell’Ifel hanno accertato – in linea con la tesi dell'ex ragioniere generale Ferdinando Coglitore – che i debiti certi, liquidi ed esigibili ammontano a 98 milioni di euro e come spiegato dal vicesindaco Guido Signorino, sommando anche altre esposizioni, la situazione debitoria del Comune è di circa 180 milioni di euro, cui si aggiungono 120 milioni per i debiti cosiddetti latenti.

Il punto oscuro del bilancio consuntivo 2102 riguarda la mancata quantificazione del debito del Comune nei confronti delle partecipate: in continuità con il passato, infatti, i bilanci delle società che orbitano attorno all’ente non sono stati allegati, di fatto contenendo il disavanzo, che altrimenti sarebbe stato ben più alto di 2,5 milioni di euro . Il presidente dei revisori dei conti , Dario Zaccone, ha già inoltrato al ragioniere generale Antonino Cama formale richiesta di poter visionare ed analizzare anche i documenti contabili delle partecipate prima di emettere parere, obbligatorio ma non vincolante, sul bilancio. La legge concede al Collegio dei revisori dei conti almeno 20 giorni per esprimersi, ma l’arrivo del commissario ad acta potrebbe rendere necessaria un’accelerazione dei tempi, per far sì che l’atto arrivi in Consiglio comunale il prima possibile. (Danila La Torre)