Bilancio di previsione, ecco il “sofferto” parere dei revisori: favorevole, ma i nodi sono tanti

Bilancio di previsione, ecco il “sofferto” parere dei revisori: favorevole, ma i nodi sono tanti

Bilancio di previsione, ecco il “sofferto” parere dei revisori: favorevole, ma i nodi sono tanti

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lunedì 19 Settembre 2011 - 15:15

Diverse le prescrizioni in una relazione il cui esito era stato in bilico fino a qualche giorno fa. Punti cruciali: la dismissione degli immobili, i debiti fuori bilancio, le società partecipate

Le pagine del parere dei revisori dei conti al bilancio di previsione 2011 del Comune sono 37. Se ci si fermasse a pagina 36 la considerazione di tutti sarebbe: «Questo parere sarà negativo». E invece no, il parere è positivo. Nonostante tutto. Già, perché quest’anno i revisori dei conti di Palazzo Zanca (Roberto Aricò, Domenico Donato e Domenico Maesano) si sono presi più tempo del solito, per partorire la loro decisione. E se qualcuno avesse dovuto scommettere fino ad una settimana fa sull’esito finale, avrebbe puntato tutto sul parere negativo. I revisori hanno “vacillato”, hanno studiato, hanno approfondito fino all’ultima cifra. E alla fine hanno detto “sì”, aprendo l’ennesima linea di credito verso un’amministrazione comunale in grosso affanno, complici i 14 milioni in meno di trasferimenti dallo Stato che, di questi tempi, fanno male quanto una mazzata tra capo e collo. Il parere è positivo, dunque, ma questo non siginifica che manchino le prescrizioni e le raccomandazioni. Anzi. I revisori sono quasi “severi” nell’invitare l’Amministrazione, a differenza di quanto fatto l’anno scorso, a presentare l’assestamento di bilancio entro il 30 novembre, passaggio che, oggi, viene ritenuto fondamentale, più o meno quanto il riequilibrio di bilancio che, sembra assurdo ma è così, dovrebbe essere prodotto entro una decina di giorni, cioè entro il 30 settembre. Ma come, non è ancora stato approvato il bilancio di previsione e già si pensa al riequilibrio? Già, è così. Paradossi comunali.

L’analisi dei revisori parte dai debiti fuori bilancio e dalla dismissione degli immobili, il vero nodo del bilancio. E qui arrivano conferme e “dolori”: i debiti censiti arrivano, come già emerso dal consuntivo 2010, a 50 milioni di euro, di cui 9,1 milioni per spese in conto capitale, 26,1 per spese correnti e 14,6 per debito residuo transazioni società partecipate. Per coprire queste passività, il Comune ha previsto «entrate rivenienti da dismissioni per complessivi 48,1 milioni destinati alla copertura di debiti fuori bilancio, transazioni e pignoramenti, oltre ad un mutuo di 10 milioni per il finanziamento dei debiti fuori bilancio derivanti da spese di investimento». Ma «visto l’elevato importo dei debiti fuori bilancio al 31 dicembre 2010, considerato che l’ente intende far fronte alla copertura mediante ricorso alla cassa depositi e prestiti e con le entrate per alienazioni patrimonio immobiliare per il finanziamento di debiti fuori bilancio, il collegio invita i dirigenti competenti ad accelerare la fase di pubblicazione dei bandi di gara, al fine di garantire il raggiungimento delle previsioni di entrata. Si invita, altresì, il responsabile del servizio economico finanziario a monitorare costantemente il trend delle riscossioni derivanti dalle alienazioni e, ove necessario, adottare immediato provvedimento per la salvaguardia degli equilibri di bilancio».

Una “bacchettata” all’Amministrazione il collegio dei revisori la riserva quando si parla di proventi dei servizi pubblici, con il cosiddetto “elenco con i costi dei servizi a domanda individuale”. Si tratta di asili nido, impianti sportivi, mattatoi pubblici, mense scolastiche, mercati, trasporto alunni, spettacoli, disinfestazione, assistenza. A fronte di entrate per 1 milione 108 mila euro, si prevedono uscite per 16 milioni 184 mila euro. Una forbice enorme. «L’organo di revisione – si legge nel parere – nell’evidenziare che nel parere reso alla proposta di bilancio di previsione 2010 aveva evidenziato la necessità di modificare o integrare le tariffe richieste agli utenti, al fine di garantire una maggiore copertura dei costi sostenuti, prende atto che l’ente non ha provveduto ad adeguare le tariffe».

C’è poi il capitolo società partecipate: «Nelle previsioni – scrivono i revisori – non (il non è volutamente sottolineato) si è tenuto conto del divieto di apporti finanziari a favore di società partecipate che abbiano registrato per tre esercizi consecutivi perdite di esercizio o che abbiano utilizzato riserve disponibili per il ripiano delle perdite anche infrannuali». Tra queste società c’è Messinambiene, il cui bilancio chiuso al 31 dicembre 2009 «non risulta approvato dall’assemblea dei soci». Ma se ne conoscono le perdite, pari a 2,2 milioni di euro. Ha chiuso in attivo, invece, l’Ato3, ma «il collegio sindacale esercente l’attività di controllo contabile della società d’ambito, nella relazione ha riportato che emergono significativi scostamenti contabili nei saldi creditori e debitori al 31 dicembre 2009 tra la società d’ambito e la società Messinambiente Spa. Il Collegio invita l’ente a definire in maniera univoca i rapporti in essere con Messinambiente». In generale, poi, c’è l’ormai consueta raccomandazione «a provvedere a un continuo monitoraggio circa l’incidenza dei costi in rapporto alla convenienza delle partecipazioni nelle società ed invita l’ente a promuovere eventuali azioni di responsabilità nei confronti degli amministratori delle società a totale o maggioritaria partecipazione pubblica, al rispetto delle scadenze dei bilanci ed al rispetto dei principi di trasparenza e correttezza nei confronti della pubblica amministrazione». Un ulteriore invito è «a prevedere nel proprio bilancio, anche attraverso la costituzione di congrui fondi di garanzia, la copertura dei costi di gestione e dei debiti determinati dalle partecipazioni societarie».

In definitva sono sei i punti le cui previsioni d’entrata vanno verificate e che «ove non rispettate, possono pregiudicare i futuri equilibri di bilancio»: le entrate da recupero somme da azioni di rivalsa e da altri giudizi attivi (poco oltre i 5 milioni); i fitti attivi degli anni pregressi (5,2 milioni); gli introiti dell’ecopass (previsti altri 5 milioni circa); il contributo per il rilascio di concessioni edilizie (8,3 milioni), le entrate reperite dal patrimonio comunale disponibile (25 milioni) ed il trasferimento statale compensativo dell’Ici (5,4 milioni). Questi sono i numeri. Ora tocca alla politica, che anche oggi, in commissione Bilancio, ha preso tempo. Previste diverse audizioni, la materia vuole essere approfondita al massimo. Anche perché dal voto sul bilancio dipenderà il futuro di questa Amministrazione.

Un commento

  1. Salvatore Vernaci 20 Settembre 2011 12:09

    Leggendo l’articolo mi ha colpito il titolo: “Il sofferto parere dei Revisori: favorevole”.
    Ritengo che il Collegio dei Revisori, che ha il dovere di vigilanza sulla regolarità contabile, finanziaria ed economica della gestione (art. 239 TUEL), prima di formulare il parere “favorevole”, abbia attentamente valutato lo strumento finanziario ed abbia richiesto al Ragioniere Generale la formale attestazione, in merito alla veridicità delle previsioni di entrata e di compatibilità delle previsioni di spesa, pervenute dai Dirigenti dei vari servizi, iscritte nel bilancio annuale e pluriennale.
    Nulla dice l’articolo sulla previsione in bilancio dei fondi per ripianare la situazione delle passività delle Aziende partecipate, che, per legge, influiscono direttamente sul Bilancio del Comune, anche ai fini del patto di stabilità.“I risultati delle societa’ a partecipazione pubblica totalitaria o maggioritaria, in termini di ammontare di spese e di debito, debbono essere conteggiati insieme a quelli dell’ente pubblico costitutore poichè, in caso contrario, quest’ultimo potrebbe trovarsi, contemporaneamente, da un parte in una situazione di sostanziale pareggio di bilancio e sana situazione finanziaria e, dall’altra, essere azionista di una società di capitali gravata di ingenti debiti, dei quali dovrebbe comunque rispondere in modo illimitato se azionista unico o pro-quota se azionista di maggioranza (Corte dei Conti, Sezione regionale di Controllo per la Lombardia Deliberazione del 30 ottobre 2006 n. 17)
    Se il giudizio del Collegio dei Revisori è stato “favorevole” , vuol dire che il bilancio di previsione presenta tutti i requisiti prescritti per essere ritenuto conforme ai presupposti di legge.
    Anche se l’aggettivo “sofferto parere” lascia qualche perplessità.

    Non va trascurato che il parere del Collegio dei Revisori costituisce un motivato giudizio di congruità, attendibilità, coerenza del bilancio di previsione ed i Revisori rispondono della veridicità delle loro attestazioni.
    Al di là del parere del Collegio dei Revisori, i quali esprimono semplicemente un parere, sia pure importante e sostanziale, è il Consiglio comunale che dovrà verificare la “veridicità e l’attendibilità delle somme iscritte in bilancio”, cioè se siano realisticamente corrispondenti a quanto potranno produrre durante l’anno i diversi cespiti di entrata e che tutte le partite iscritte in bilancio nella parte “spese” siano realisticamente sufficienti ad assicurare la completa funzionalità dei servizi per tutto l’esercizio finanziario.
    L’Amministrazione Comunale è però chiamata, dal Collegio dei Revisori, a correggere l’anomalia delle previsioni in entrata dei proventi dei servizi a domanda individuale, cioè all’adozione della delibera che stabilisca le tariffe e la compartecipazione degli utenti ( 36%, art. 33D.Lgs. 504/92), entro il termine per il bilancio di previsione (art. 56 D.L. 55/83) o al massimo entro il 30 novembre.

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