Impianto fotovoltaico nell’edificio della Lelat: si vede, si tocca…ma non funziona. Ennesimo spreco pubblico

Impianto fotovoltaico nell’edificio della Lelat: si vede, si tocca…ma non funziona. Ennesimo spreco pubblico

Impianto fotovoltaico nell’edificio della Lelat: si vede, si tocca…ma non funziona. Ennesimo spreco pubblico

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giovedì 15 Dicembre 2011 - 15:29

I lavori per la collocazione dei pannelli, effettuati dal dipartimento risanamento, sono terminati da tempo ma l’impianto non è mai entrato in funzione. La denuncia arriva dal consigliere della III circoscrizione Santi Interdonato che evidenzia lo spreco di risorse per le solite inutili, ma soprattutto inspiegabili, lentezze burocratiche

Un potenziale risparmio di risorse e di energia, reso vano dalle solite lentezze e lacune burocratiche. A denunciare l’ennesimo spreco, è il consigliere della III circoscrizione Santi Interdonato (Pd): i fatti riguardano l’ex-scuola Carlo Meo, rione Mangialupi, attualmente data in gestione alla Lelat (associazione per il recupero dei tossicodipendenti), che tra mille difficoltà continua a svolgere il proprio servizio. Da tempo il dipartimento Risanamento ha ultimato un impianto fotovoltaico che tuttavia, pur essendo in grado di produrre energia pari a 20 KW, continua a restare inattivo.

Ciò per un motivo ben preciso: il Comune, infatti, come spiega Interdonato, non ha provveduto all’attivazione della c.d. “pratica GSE”, procedura prevista dalla legge quale incentivazione per la produzione di energia attraverso fonte rinnovabile che, secondo i tecnici del risanamento, apporterebbe alle casse comunali l’ottenimento di benefici economici calcolati dai tecnici in circa € 11.200,00 all’anno, pari ad € 224.000,00 per vent’anni, naturale durata del contratto, oltre le spese per la fornitura di energia elettrica. “Considerando che fino ad oggi – afferma il consigliere – l’utenza dell’energia elettrica è naturalmente intestata alla Lelat, il raggiungimento di questo facile ed appetibile ricavo economico da parte del Comune, proprietario dell’immobile, è sottoposto ad un altrettanto semplice passaggio amministrativo, stante nella effettuazione di una voltura contrattuale, dopo la quale l’Energy Manager, l’ingegnere Salvatore Saglimbeni, potrà dare il la per l’attivazione della procedura. Ad oggi, tuttavia, il Dipartimento al Patrimonio non è stato in grado di compiere alcun passo, perdendosi dietro non si sa quali ragioni”.

Il rappresentante del Pd non considera più tollerabile tale ritardo, “sia per la mancata produzione dei ricavi economici, che Palazzo Zanca non può certamente disdegnare in un periodo come quello corrente, sia perché si continua a constatare lo spreco di risorse pubbliche per la realizzazione di un impianto fotovoltaico, che reso inutile perché non impiegato”. E in ultimo, aggiungiamo, perché si grava di un’ulteriore, ed invece evitabile spesa, la stessa associazione, che certo non naviga nell’oro. (EDP)

(FOTO STURIALE)

2 commenti

  1. Forse l’importante era installarlo, non farlo funzionare…

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  2. Giovanni Federico 16 Dicembre 2011 04:15

    Che vergogna.. in questo momento mi trovo in Giappone e vedo impianti fotovoltaici ovunque, anche sui tetti degli ospedali. Che tristezza leggere queste notizie sulla mia citta’. Un plauso al consigliere Interdonato che e’ sempre attivo nel denunciare le inefficienze del comune.

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