Provincia: cercasi dirigente area finanziaria. Anche Scandurra dice no

Provincia: cercasi dirigente area finanziaria. Anche Scandurra dice no

Rosaria Brancato

Provincia: cercasi dirigente area finanziaria. Anche Scandurra dice no

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martedì 26 Marzo 2013 - 16:25

Nei giorni scorsi abbiamo sottolineato alcuni paradossi della Provincia, che la Regione ha deciso di abolire, come la sede decentrata a Letojanni o l'affidamento di un incarico dirigenziale ad un esterno. A poche ore dall'insediamento però pare che anche Scandurra abbia declinato l'invito.

La scorsa settimana Tempostretto aveva raccontato alcuni dei paradossi della Provincia, ormai giunta al capolinea per volere della Regione,come la sede decentrata e la ricerca del dirigente finanziario (vedi articolo allegato). La giunta Ricevuto infatti, mentre Crocetta e i suoi armati di ascia tagliavano le Province, nello stesso giorno, il 20 marzo, deliberava l’apertura della sede decentrata a Letojanni grazie ai locali concessi dal Comune. Contemporaneamente affidava l’incarico di dirigente dell’area finanziari ad un esterno, Angelo Scandurra, per un importo di 72 mila euro lordi. In realtà Ricevuto era stato costretto a ricorrere ad un esterno perché a Palazzo dei Leoni avevano già declinato in tre l’incarico necessario per firmare la documentazione relativa al patto di stabilità e rispondere ai rilievi della Corte dei Conti. Adesso, ad appena 24 ore dal suo insediamento Ricevuto deve incassare anche il “no, grazie” di Scandurra. Non si conoscono i motivi che hanno spinto il burocrate catanese, che aveva ottenuto l’incarico in seguito ad un bando, a fare marcia indietro, ma sembra che non sia più disponibile. Entro il 31 marzo avrebbe dovuto, insieme ai revisori dei conti ed a Ricevuto sottoscrivere la documentazione relativa alla certificazione del mantenimento del patto di stabilità da parte della Provincia. A quanto pare è una sedia che scotta questa del dirigente dell’area finanziaria perché nessuno vuol sedersi. L’ex dirigente Torrisi è andato in pensione e chi doveva sostituirlo, l’avvocato Antonino Calabrò, ha rinunciato per motivi personali e ha chiesto e ottenuto l’aspettativa. Sembra che anche una seconda dirigente, Annamaria Tripodo, abbia declinato, presentando un certificato medico. Ma il tempo scorre e ci sono scadenze da rispettare. Entro la fine del mese infatti ci sono i documenti da firmare sul patto di stabilità e le risposte da dare alla magistratura contabile. E mentre a Palermo il Commissario dello Stato frena anche le ultime speranze dell’opposizione che si era rivolta ad Aronica per bloccare il decreto sulla cancellazione delle Province, Palazzo dei Leoni si appresta a vivere gli ultimi capitoli prima del commissariamento, che scatterà dopo le elezioni. Non si capisce a cosa serva una sede decentrata, sia pure a costo zero, di un Ente in via d’estinzione perché ritenuto dalla stessa classe politica fonte di sprechi, ma la vera grana da affrontare, nei prossimi mesi sarà proprio quella relativa al patto di stabilità. Qualcuno, entro i termini previsti, dovrà pur firmare le carte e studiarle.

Rosaria Brancato

4 commenti

  1. CLASSE DIRIGENTE DOTATA DI GRANDE SENSO DI RESPONSABILITA’, ORGOGLIO DI UNA INTERA AMMINISTRAZIONE PUBBLICA!

    NON CI SONO PAROLE PER POTERE DARE UNA DEFINIZIONE.

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  2. Questi sono i dirigenti che negli anni sono stati sopravvalutati da un nucleo di valutazione, con compensi stratosferici. Per cosa poi? per la produzione del nulla.
    Adesso la barca sta affondando per la loro stessa inettitudine ed imitando Schettino, abbandonano. Questi dovrebbero essere i primi ad andare a casa perchè al di fuori dell’ente, non hanno prospettive di vita.

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  3. Le muove norme relative la gestione degli enti pubblici locali ed i nuovi compiti affidati al collegio dei revisori contabili pongono in gravissime difficoltà quelle amministrazioni dotate di anomale gestione finanziaria negli anni adottata. Trovare un dirigente anche a tempo definito oppure in revisore contabile che si assume delle responsabilità nel “firmare la documentazione relativa al patto di stabilità e rispondere ai rilievi della Corte dei Conti” rappresenta un problema di non facile soluzione. Questo è il frutto di un malgoverno sviluppatosi nell’ultimo decennio nella gestione delle amministrazioni locali nostrane,

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  4. La nave affonda per colpa dei topi( dirigenti in toto) e ora questi scappano con sistemi classici italiani, certificati medici, aspettative, prepensionamenti ,tentativi maldestri di bloccare o rimandare alle calende greche le loro responsabilità.
    Certo che se ci fermiamo un momento a pensare chi ci ha governati o assunto per ruoli chiave nella pubblica amministrazione c’è dà rabbrividere, di fronte alla pochezza e l’inutilità di molti di loro.

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