Patrimonio culturale, Reggio punta (pure) a monetizzare

Patrimonio culturale, Reggio punta (pure) a monetizzare

Redazione

Patrimonio culturale, Reggio punta (pure) a monetizzare

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venerdì 21 Maggio 2021 - 07:30

"Parlamentino" di settore, Falcomatà: in parallelo a restauro e conservazione, specie a Sud bisogna puntare sull'uso commerciale, noi lo facciamo col Cilea

Reggio Calabria e il suo territorio metropolitano vantano un’arma formidabile in termini d’attrattività: il patrimonio culturale. Un giacimento che deve uscire da ragionamenti esclusivamente in chiave di tutela/conservazione, riflette il sindaco Giuseppe Falcomatà, e andare a gran velocità verso una monetizzazione indispensabile.
Il ragionamento di Falcomatà, peraltro, è stato estrinsecato nel corso dei lavori del “Parlamentino” del patrimonio italiano, l’assemblea plenaria permanente incaricata di redigere il Piano strategico nazionale di settore.

Le radici

«La nostra è una città che custodisce un patrimonio archeologico importantissimo che affonda le proprie radici nella Magna Grecia ed è ulteriormente impreziosito da immobili sia pubblici che privati in stile Liberty realizzati dopo il grande sisma del 1908», argomenta il primo cittadino di Reggio Calabria. E questi ultimi gioiellini del Liberty campeggiano «accanto ad edifici realizzati nella prima metà del Novecento come la Stazione o la sede del Tribunale amministrativo. Un patrimonio di primissimo livello che può rappresentare un motore di sviluppo economico e occupazionale».

Nodo finanziario

In realtà, quest’ultimo è esattamente “il” punto, per un Paese che vanta i tre quarti del patrimonio culturale e archeologico dell’intero pianeta, per poter abbandonare le proprie criticità. Per esempio, la disoccupazione e lo scarso reddito disponibile pro-capite nel Mezzogiorno.
Giuseppe Falcomatà, in sede di “Parlamentino” del patrimonio, ha posto in evidenza che, specie nel contesto del Pnrr, «parallelamente alle attività di restauro e conservazione» di questi beni preziosi occorre varare «un vero e proprio business plan». In altre parole, un «modello di sostenibilità economica e d’indirizzo, valutazione e studio tutto incentrato sulla gestione e lo sfruttamento economico di questi beni».

Reggio e il caso-Cilea

Il fatto è che, storicamente, s’è presta molta attenzione a preservare il nostro patrimonio, ma se n’è prestata molta di meno «all’utilizzo commerciale dei beni». Cosa ancor più grave, perché quest’asset può rivelarsi invece finanziariamente decisivo proprio al Sud.

Gli esterni del Teatro comunale “Francesco Cilea” di Reggio Calabria

E a Reggio? «Comune e Città metropolitana sono attivamente impegnate in questa direzione, nell’ambito dell’attività di valorizzazione del teatro “Francesco Cilea”». Questo gioiello culturale «non vogliamo sia utilizzato soltanto per iniziative sporadiche, occasionali o legate ad una determinata stagionalità – spiega il sindaco – . Stiamo infatti lavorando per dar vita alla Fondazione “Cilea”, con il preciso obiettivo di mettere a sistema il bene immobile, sfruttandone le sue potenzialità a 360 gradi e per tutto l’anno». Una vision, par di capire, estensibile in chiave sistematica all’intero patrimonio culturale metropolitano.

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