Per la Dia, la ‘ndrangheta si conferma un’organizzazione dotata di una struttura unitaria

Per la Dia, la ‘ndrangheta si conferma un’organizzazione dotata di una struttura unitaria

Dario Rondinella

Per la Dia, la ‘ndrangheta si conferma un’organizzazione dotata di una struttura unitaria

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giovedì 13 Aprile 2023 - 09:01

San Luca è considerata la “mamma” di tutti i locali di ‘ndrangheta, depositario della tradizione, della “saggezza” e delle regole istitutive delle cosche

Dalla relazione semestrale della Dia presentata dal Ministro dell’Interno e relativa ai fenomeni di criminalità organizzata di tipo mafioso del I semestre del 2022, la ‘ndrangheta «si conferma oggi l’assoluta dominatrice della scena criminale anche al di fuori dei tradizionali territori d’influenza con mire che interessano quasi tutte le regioni (Lazio, Piemonte e Valle D’Aosta, Liguria, Lombardia, Trentino Alto Adige, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna, Toscana, Marche, Umbria, Abruzzo e Sardegna)». Nella relazione si parla di 46 “locali” (gruppi criminali) censiti al Nord. Le proiezioni della ‘Ndrangheta si spingono anche oltre confine e che coinvolgono molti Paesi europei (Spagna, Francia, Regno Unito, Belgio, Paesi Bassi, Germania, Austria, Repubblica Slovacca, Romania, Bulgaria e Malta), il continente australiano e quello americano (Canada, Usa, Colombia , Perù e Argentina).

La criminalità organizzata, preferisce agire con modalità silenziose, affinando e implementando la pervasiva infiltrazione del tessuto economico-produttivo avvalendosi anche delle complicità di imprenditori, professionisti ed esponenti delle istituzioni, formalmente estranei ai sodalizi. Un’indubbia capacità attrattiva è rappresentata dai progetti di rilancio dello sviluppo imprenditoriale nella fase post-pandemica e dall’insieme di misure finalizzate a stimolare la ripresa economica nel Paese compulsate anche dai noti finanziamenti europei del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR).

Nel corso del primo semestre del 2022, la situazione della criminalità organizzata nella provincia di Reggio Calabria non ha fatto registrare significative evoluzioni sul piano strutturale. La ‘ndrangheta si conferma un’organizzazione dotata di una struttura unitaria, governata da un organismo di vertice, “provincia” o il “crimine”, sovraordinato a quelli che vengono indicati come “mandamenti” che insistono in tre macroaree geografiche (la zona jonica, la tirrenica e quella di Reggio centro) e al cui interno operano le locali e le ’ndrine.

MANDAMENTO CENTRO

Il contesto criminale della città di Reggio Calabria è rappresentato dalle storiche famiglie di ‘ndrangheta dei De Stefano, Condello, Libri e Tegano. Nel capoluogo reggino, oltre alle quattro maggiori consorterie indicate, si affiancano anche altri sodalizi quali la cosca Serraino, attiva nel Comune di Cardeto (RC), nel quartiere San Sperato e nelle frazioni di Cataforio, Mosorrofa e Sala di Mosorrofa di Reggio Calabria. La cosca Ficara-Latella operativa nella zona sud della città è stata interessata nel febbraio 2021 dall’operazione “Metameria”. Nei rioni Modena, Ciccarello e San Giorgio Extra risulterebbero operative le famiglie Rosmini, legata ai Serraino e Borghetto-Zindato-Caridi  federata alla cosca Libri. Nella zona sud del capoluogo reggino si registrerebbe ancora l’operatività, nel quartiere Gebbione, della cosca Labate-ti mangiu, colpita nel primo semestre 2021 dalle operazioni “Helianthus” e “Cassa Continua”. Nella zona di Sambatello-Gallico risulterebbe attiva la cosca storica degli Aaraniti. Continuando con la mappatura geo-criminale del Mandamento Centro, nel Comune di Scilla risulta attiva la cosca Nasone-Gaietti in stringente raccordo con il clan Alvaro di Sinopoli, la cui operatività costituisce un dato assodato anche alla luce di numerosi esiti giudiziari. Recenti acquisizioni info-investigative avrebbero messo in luce anche il tentativo di una ‘ndrina minore di staccarsi e rendersi autonoma rispetto alla cosca Nasone-Gaietti. Altro duro colpo alla cosca in argomento è stato inferto con l’operazione “Nuova Linea”, conclusa l’8 settembre 2022 dai Carabinieri di Reggio Calabria con l’arresto di alcuni soggetti intranei alla stessa e ritenuti responsabili, tra l’altro, di turbata libertà degli incanti e trasferimento fraudolento di valori coinvolgendo anche alcuni amministratori locali. Contestualmente, è stato eseguito un sequestro preventivo di beni per un valore di circa 1 milione di euro che ha riguardato 6 società attive nel settore turistico alberghiero.

A Villa San Giovanni sarebbe attiva la cosca Zito-Bertuca-Imerti. Nell’area di Melito Porto Salvo ricadrebbe l’influenza criminale della famiglia Iamonte, la cui operatività è emersa anche fuori Regione nell’ambito dell’operazione “Black Fog”, conclusa il 27 giugno 2022 dalla Guardia di finanza di Bologna.

Nei Comuni di Roghudi e Roccaforte del Greco opererebbero le storiche consorterie dei Pangallo-Maesano-Favasuli e Zavettieri, federate dopo gli anni della sanguinosa “faida di Roghudi”. Nel comprensorio di S. Lorenzo, Bagaladi e Condofuri si confermerebbe invece, il controllo territoriale da parte della cosca Paviglianiti collegata alle famiglie Flachi, Trovato, Sergi e Papalia caratterizzate da significative proiezioni in Lombardia e stabili rapporti con le cosche reggine dei Latella e dei Tegano, nonché con i Trimboli  di Platì e gli Iamonte di Melito Porto Salvo.

MANDAMENTO TIRRENICO

Nella Piana di Gioia Tauro, come già evidenziato in passato, risulterebbe confermato il ruolo di centralità della storica famiglia dei Piromalli. La cosca Molè, federata con i Piromalli fino al 2008, dopo la scissione avrebbe spostato i propri interessi criminali dalla piana di Gioia Tauro al centro Italia (Roma, Civitavecchia e Umbria). Sempre nel territorio di Gioia Tauro è emersa l’operatività del gruppo De Maio-Brandimarte, attivo in diversi settori tra cui quello degli stupefacenti. In merito a questo sodalizio, si segnala che il 17 marzo 2022, all’esito del processo con rito abbreviato “Jos’s Seaside”, è stata emessa una sentenza di condanna a carico di alcuni esponenti della cosca in argomento. Nel comprensorio di Rosarno-San Ferdinando sembrerebbe riscontrata l’operatività delle cosche Pesce e Bellocco che gestiscono le attività illecite tramite il controllo delle attività portuali, l’infiltrazione dell’economia locale, il traffico di stupefacenti e delle armi, le estorsioni e l’usura. Risultano radicate nella Piana di Gioia Tauro anche le famiglie Cacciola e Grasso, riconducibili alla società di Rosarno. È inoltre presente la cosca Pisano, detti “i diavoli di Rosarno”, particolarmente attiva nel settore degli stupefacenti. Nel Comune di Palmi sono attive le cosche Gallico e Parrello-Bruzzise. Nell’area di Rizziconi emergerebbe l’operatività della famiglia dei Crea, con diramazioni anche nel centro e nord Italia. Il 31 maggio 2022 la Corte di Cassazione, nel corso del processo “Deus”, ha annullato con rinvio le condanne inflitte nel 2020 dalla Corte d’Appello di Reggio Calabria a carico di 4 esponenti apicali della medesima cosca.

Nel territorio di Castellace di Oppido Mamertina risulterebbe attiva la consorteria criminale Rugolo-Mammoliti. Il 18 marzo 2022, la Polizia di Stato di Roma, Gioia Tauro e Taurianova, nell’ambito dell’operazione “Ragnatela”, ha sequestrato beni per circa 3 milioni di euro a carico di due esponenti delle cosche Mammoliti di Castellace di Oppido Mamertina e Mazzaferro di Gioia Tauro, entrambe storicamente federate ai Piromallo.

Il comprensorio di Sinopoli – Sant’Eufemia d’Aspromonte – Cosoleto rimarrebbe sotto l’influenza della storica famiglia degli Alvaro che, nel tempo, hanno progressivamente esteso la loro influenza anche oltre i confini regionali.

Sul conto delle storiche famiglie Facchineri, Albanese-Raso-Gullace di Cittanova, l’azione di contrasto sul piano investigativo e processuale ha permesso di infliggere un duro colpo alla leadership del gruppo, come confermato da una recente sentenza di condanna e da una nuova inchiesta che ha consolidato le acquisizioni informative sul clan in questione.

Nel territorio di Taurianova si confermerebbe anche la presenza degli Avignone-Zagari- Viola-Fazzalari e del sodalizio Sposato-Tallarida. Il 6 maggio 2022, i Carabinieri di Taurianova hanno eseguito un decreto di sequestro di beni64, per un valore di circa 53 mila euro, a carico di un commerciante, scaturito dagli esiti dell’operazione “Spes contra spem” che ha a suo tempo attinto la cosca Zagari-Avignone. Infine, nel Comune di Laureana di Borrello sarebbero attivi i sodalizi Lamari e Chindamo Ferrentino la cui operatività è stata desunta a seguito del processo “Lex” del 2016.

MANDAMENTO JONICO

Nel versante jonico della provincia reggina il Comune San Luca è da sempre considerato la “mamma” di tutti i locali di ‘ndrangheta, depositario della tradizione, della “saggezza” e delle regole istitutive che costituiscono il patrimonio “valoriale” di tutte le cosche. Nel territorio sorge il Santuario della Madonna di Polsi, da sempre sede dei summit a cui partecipano i rappresentanti di tutti i locali e dove si discutono le più importanti problematiche ‘ndranghetiste. Nel locale di San Luca risulterebbero egemoni le cosche Pelle-Vottari-Romeo e Nirta-Strangio. Il 10 marzo 2022, la Polizia di Stato di Reggio Calabria nell’ambito dell’operazione “Defender” ha dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal GIP presso il Tribunale reggino a carico di 8 soggetti per aver favorito la latitanza di un esponente di vertice della ‘ndrina Pelle-Gambazza, catturato nell’aprile del 2018 a Condofuri dalla Polizia di Stato reggina. Il 3 febbraio 2022, a Locri, a conclusione del processo “European ‘Ndrangheta Connection (Pollino)” il Tribunale ha emesso una sentenza di condanna a carico di 17 imputati, esponenti delle cosche Pelle-Vottari-Romeo di San Luca, Cua-Ietto di Natile di Careri e Ursini di Gioiosa Jonica, pronunciando solo 5 assoluzioni. In seno al locale di Platì si confermerebbe l’operatività delle cosche federate Barbaro- Trimboli-Marando con proiezioni operative nel nord Italia.

Nel locale di Africo risulterebbe attiva la cosca Morabito-Palamara -Bruzzaniti, con proiezioni anche oltre i confini regionali. Il 27 marzo 2022, a Locri, al termine del processo “Edera”, il locale Tribunale ha emesso sentenza di condanna a carico di 10 imputati, esponenti di varie cosche della locride, coinvolti in un traffico internazionale di stupefacenti dal Sudamerica. A Siderno sarebbe attiva la cosca Commisso, con interessi criminali concentrati nel territorio canadese e contrapposta ai Costa-Curciarello attivi nel medesimo territorio. .

A Marina di Gioiosa Ionica, opererebbero le cosche Aquino-Coluccio e Mazzaferro il cui principale settore si confermerebbe quello del traffico di stupefacenti esteso, con significative saldature criminali, nel centro-nord dell’Italia ed anche all’estero, in particolare, nel nord Europa, Sud America ed Australia. Nel Comune di Gioiosa Jonica sarebbero ancora operative le cosche Jerinò e Scali-Ursino/Ursini, quest’ultima federata con quella dei Costa di Siderno che manterrebbe il suo core business nel traffico di armi e di stupefacenti.

Nell’area compresa tra i Comuni di Monasterace ed in quelli limitrofi di Stilo, Riace, Stignano, Caulonia e Camini, opererebbe la cosca Ruga-Metastasio-Leuzzi legata a quella dei Gallace, attiva nella vicina Guardavalle. L’8 marzo 2022, all’esito dell’operazione Doppio Sgarro, nel Comune di Stilo è stata accertata l’operatività di un nuovo locale di ‘ndrangheta confederato alla cosca dei Taverniti di Gerocarne (VV). Il provvedimento è il risultato di un’inchiesta condotta dai Carabinieri di Roccella Jonica che, avvalendosi di risultanze investigative su personaggi legati alla criminalità organizzata di Stilo e dei Comuni limitrofi, ha consentito di disarticolare un gruppo criminale interessato a garantirsi il controllo del territorio anche tramite il condizionamento dell’attività amministrativa pubblica. Tra i vari indagati, emergerebbe un appartenente alla cosca Ruga- Gallace-Leuzzi, storica articolazione attiva tra l’alto Jonio reggino, il basso catanzarese e zone limitrofe, che avrebbe messo a disposizione degli associati anche i propri immobili per lo svolgimento dei riti di affiliazione alla ‘ndrangheta rivestendo il ruolo di referente territoriale nel Comune di Stilo con la dote di “Vangelo”. Le indagini hanno fatto luce su gravi atti intimidatori, avvenuti tra il 2017 ed il 2018, in danno di rappresentanti del Comune di Stilo, consistiti nel danneggiamento con colpi d’arma da fuoco dell’auto di un consigliere di minoranza e nell’incendio della casa rurale del sindaco pro-tempore. Nel medesimo ambito sono emersi elementi ulteriori sull’esistenza di un’organizzazione dedita alla coltivazione di cannabis e allo spaccio di cocaina e marijuana, attiva nei Comuni reggini di Placanica, Stignano, Pazzano e Caulonia. Il successivo 19 marzo, a Casali del Manco (CS), i Carabinieri hanno arrestato un latitante dal maggio 2019, inserito nell’elenco dei 100 latitanti più pericolosi poiché condannato all’ergastolo per un omicidio consumato a Stilo nel 2005.

Nel comprensorio di Locri, dopo quarant’anni di cruente faide, sembrerebbero aver trovato un equilibrio le cosche Cataldo, Cordì e Aversa-Armocida, Ursino e Floccari satelliti delle due principali cosche. Il 16 febbraio 2022, la Corte d’Appello di Reggio Calabria, all’esito del processo “Riscatto – Mille e una notte” con rito abbreviato, ha pronunciato 4 condanne a carico di esponenti della famiglia Alì, legata alla cosca Cordì di Locri. Il 15 aprile 2022, all’esito del processo “Mandamento Jonico”, la Corte d’Appello di Reggio Calabria ha pronunciato un’altra sentenza di condanna a carico di 29 imputati, le cui pene più severe sono state inflitte a due esponenti della cosca Cataldo, mentre il 16 giugno 2022, all’esito del medesimo dibattimento “Mandamento Jonico”, la condanna più pesante è stata inflitta ad un esponente apicale della cosca Cordì di Locri.

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