Nonostante ingiustizie e disumanità, ricordando Gino Strada, una rinascita è sempre possibile. Ma la realtà va studiata a fondo
di Marco Olivieri
Natale 2025. Sentimenti contrastanti ci animano. Si sia atei, agnostici o credenti, o si professino altre religioni, non importa: il richiamo del Natale ci porta a riflettere. Un’occasione per fare i conti con la nostra traballante umanità, ferita da secoli di ferocia. Ma anche capace di inattesi gesti di generosità e coraggio.
Allora diventa necessario anelare a un Natale di resistenza per poter poi rilanciare. Scompaginare le narrazioni verso il basso, che molti potenti della terra alimentano, e guardare alle nuove generazioni come semi capaci di sovvertire le regole di un mondo che non ci piace. Semi che daranno i loro frutti.
Gli orrori del mondo e il ricordo di Gino Strada
Di certo, ciò che ci circonda non ci piace. La corsa dissennata delle nazioni al riarmo, l’ennesimo naufragio nel Mediterraneo con 116 migranti morti, la fragile tregua a Gaza con un genocidio che non smette di rappresentare una ferita per la nostra falsa coscienza occidentale. La guerra della Russia in Ucraina e la debolezza strutturale dell’Unione europea. Gli altri conflitti in corso: da Yemen e Sudan a Somalia ed Etiopia. Spargimenti di sangue in troppi luoghi. E ancora: le ingiustizie sociali, gli attentati all’ambiente e i disastri climatici, le nostre periferie abbandonate, i venti autoritari che soffiano in ogni angolo del pianeta e le democrazie decisamente fragili.
In un contesto così difficile, il soffio della speranza e i segni di rinascita vanno sempre visti. E valorizzati. E viene in mente la lezione di un medico e chirurgo che oggi non c’è più: Gino Strada, fondatore, con Teresa Sarti, di Emergency. Organizzazione che ha curato nel mondo più di 13 milioni di persone.
“L’invincibile estate” nonostante guerre e ingiustizie
Diritto universale alla salute e pace, confidando che un giorno uccidere diventi davvero un tabù, sono un “messaggio” che continua ancora a vivere, dopo la sua morte. Vive in tutte quelle organizzazioni, come le odiate Ong, che ci mettono davanti alle nostre responsabilità. Bisogna scegliere da che parte stare: o da quella dell’umanità, dei diritti, della giustizia sociale e della pace. O da quella che continua a soffiare sul fuoco, tra guerre e sempre più grandi sperequazioni sociali che ci vogliono portare al disastro.
Auguri dunque a tutti i nostri lettori nel segno di una rinascita sempre più necessaria. Ricordando Albert Camus – “Nel bel mezzo dell’inverno, ho scoperto che vi era in me un’invincibile estate” – sforziamoci di non farci risucchiare dagli orrori quotidiani. Lottiamo per rimanere umani e troveremo, dentro di noi, un’invincibile estate. Nonostante tutto. Un risveglio è sempre possibile. Ma la realtà va studiata e compresa fino in fondo perché il cambiamento sia autentico. E non solo di facciata.
Buon Natale.

scambiamoci un segno di pace … regaliamoci un metro cubo di gas !!!
L’ideologia anche a Natale…anche NO, pero’. Un minimo di ritegno ci vuole.
Pensiero da condividere in toto.
A prescindere di qualche destrorso, che la pensa diversamente.
Leone 14, Zuppi , ora anche Olivieri , ma ci sarà qualcuno che parlando di Natale e di Religione pensi anche alla Redenzione e alle anime? Perché per tutto ciò che dite bastano le ONG (anzi lo fanno meglio).
La resistenza anche a Natale?
La tregua in Ucraina no !!!!!!