La Corte dei Conti non ha ancora bocciato il piano di riequilibrio, il commissario Croce “sì”

La Corte dei Conti non ha ancora bocciato il piano di riequilibrio, il commissario Croce “sì”

Danila La Torre

La Corte dei Conti non ha ancora bocciato il piano di riequilibrio, il commissario Croce “sì”

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giovedì 23 Maggio 2013 - 05:55

L’organo di controllo non si è ancora espresso sul piano decennale di riequilibrio, l’ex procuratore capo evidenzia i punti deboli del documento, attribuendo responsabilità precise al Consiglio comunale all’area economica di Palazzo Zanca, ed emette la sua “sentenza”

Il commissario straordinario di Palazzo Zanca Luigi Croce preme sull’acceleratore del dissesto. La nota inviata al Consiglio comunale, al ragioniere generale Coglitore, al segretario generale Alligo ed alla Corte dei Conti, non è solo una presa d’atto dell’irrimediabilità della situazione economico-finanziaria di Palazzo Zanca e un “j’accuse” nei confronti del Civico consesso e dei dirigenti dell’area economica ma anche una esplicita sollecitazione nei confronti dei consiglieri comunali affinché adottino provvedimenti urgenti ed indifferibili «non ritenendo possibile superare in alcun modo le criticità segnalate» (vedi articolo correlato). Ma perché tanta fretta da parte dell’ex procuratore capo se è ancora in atto la procedura di riequilibrio? La domanda assume ancora più valore leggendo le “Conclusioni” della relazione firmata dallo stesso Croce, allegata alla nota inoltrata ai destinatari di cui sopra insieme ad un malloppo di carte e documenti esitati in questi mesi e comprovanti la deficitarietà dell’ente.

Nelle suddette Conclusioni, il commissario riassume infatti la procedura prevista dalla legge, ricordando che il piano decennale di riequilibrio viene analizzato dalla sottocommissione, la quale – svolta la necessaria istruttoria – redige una relazione finale, che viene trasmessa alla Corte dei Conti. Spetta, quindi, all’organo di controllo deliberare sull’approvazione o sul diniego del piano valutandone la congruità ai fini del riequilibrio. In caso di diniego dell’approvazione del piano – spiega ancora Croce- la Corte dei Conti trasmette gli atti al Prefetto ed alla conferenza permanente per il coordinamento della finanza pubblica. Il Prefetto assegna quindi al Consiglio Comunale, con lettera notificata ai singoli consiglieri, un termine non superiore a 20 giorni per la deliberazione dello stato di dissesto e dà corso alla procedura per lo scioglimento del consiglio. La delibera di approvazione o di diniego del piano può essere impugnata entro 30 giorni innanzi alle Sezioni Riunite della Corte dei Conti, che si pronunciano entro trenta giorni dalla presentazione del ricorso . A tal proposito va precisato che il Comune di Messina è ancora in attesa di risposta, perché l’iter iniziato l’11 febbraio con l’approvazione della delibera 11/C, contenente il piano di riequilibrio, si era momentaneamente interrotto quando il Ministero aveva chiesto chiarimenti al Comune, ed era ripreso a delucidazioni inoltrate .

Fatte queste premesse di spiegazione “procedurale”, nelle Conclusioni , il commissario Croce mette le mani avanti ed ammette l’esistenza di una serie di punti deboli del piano, che dipendono da “colpe” attribuibili al Consiglio comunale ed ai dirigenti dell’area economico-finanziaria.

«E’ necessario rilevare – sottolinea Croce – che il Consiglio Comunale non ha ancora approvato il contratto di servizio con l’Atm, il bilancio dell’Atm, il bilancio della Messinambiente, mentre nella seduta del 14 maggio 2013 ha bocciato il contratto di servizio Amam». E se il Civico Consesso ha le sue pesanti responsabilità, altrettante ne ha – secondo Croce – l’area economica di Palazzo Zanca.« Inoltre -sottolinea infatti il commissario nelle Conclusioni – non è stato redatto l’elenco dei debiti riconoscibili con allegato assenso dei creditori ai fini del pagamento rateizzato nei dieci anni di valenza del piano. Nonostante le direttive dell’Ufficio commissariale, ai fini della riduzione delle spese di personale, non sono stati eliminati sin dal 2013 i fondi per il finanziamento della retribuzione accessoria del personale dirigente e di quello del comparto».

Ci sono, poi, altre due questioni per il commissario che aggravano la situazione economica dell’ente. La prima è «la sanzione pari ad euro 7.052.209,00 per violazione del patto di stabilità produce effetti nel bilancio 2012. In considerazione di tale sanzione, probabilmente, risulta violato anche per l’anno 2012 il patto di stabilità interno». La seconda, «il ricorso all’aumento dell’anticipazione di tesoreria evidenzia la mancanza di liquidità per fronteggiare le spese urgenti ed indifferibili».

La Corte dei Conti non si è ancora espressa sul piano decennale di riequilibrio e sull’eventuale dissesto, il commissario Croce, a quanto pare, invece, sì. Il pedale dell’accelerazione è pigiato, anche se fuori e dentro il Palazzo molti chiedono cautela e alzano il freno a mano. Sostenendo che se il Comune deve cadere nel burrone, è meglio attendere che ci sia qualcuno a spingerlo nel vuoto, piuttosto che buttarsi da solo. (Danila La Torre)

12 commenti

  1. Intanto sarebbe stato opportuno che nessuno tra gli uscenti si fosse candidato. Se dissesto dovesse essere il nuovo consiglio con quale serenità ed oggettività avendo tra i suoi banchi colleghi cui attribuire parte delle responsabilità ( mancata verifica dell’alliniamento del bilancio delle partecipate) potrà deliberare futuri atti volti ad accertare responsabilità contabili consiliari?

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  2. Salvatore Vernaci 23 Maggio 2013 07:03

    Non bisogna perdere la testa.
    Analizziamo i rilievi della missiva del Commissario Straordinario dott. Luigi Croce al Consiglio comunale:
    1.-Non ritiene possibile superare in alcun modo le gravi criticità che segnala nella missiva e che riguardano, in particolare, la persistente e cronica crisi di liquidità.
    2.- Invito al Consiglio di prenderne atto della situazione precaria ed adottare urgenti e indifferibili provvedimenti consequenziali.
    3.- Carenze e criticità del piano di riequilibrio finanziario e decennale. Mancata attuazione delle misure correttive dettate dall’Amministrazione.
    4.- Mancata approvazione del contratto di servizio dell’Amam, su cui il piano di riequilibrio si fonda essenzialmente.
    Per il punto 1° il Comune potrebbe attingere ai benefici del Decreto-Legge 8 aprile 2013, n. 35, il quale prevede che gli enti locali che non possano far fronte ai pagamenti dei debiti per carenza di liquidità, possono chiedere, con delibera di G.M., alla Cassa depositi e prestiti, anticipazioni di liquidità.
    Per il punto 2° attingere ai benefici di cui all’’articolo 1 comma 9 del D.L. 8 aprile 2013 n. 35 “Per l’anno 2013, il limite massimo di ricorso da parte degli enti locali ad anticipazioni di tesoreria di cui all’articolo 222 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, è incrementato, sino alla data del 30 settembre 2013, da tre a cinque dodicesimi. Quindi adottare apposita delibera di G.M., con la quale chiedere l’incremento dell’anticipazione di tesoreria.
    Per il punto 3°.- Il bilancio degli Enti locali va letto, analizzato, studiato, sfoltito, “potato” delle spese non obbligatorie, riveduto e corretto nelle voci inerenti il costo della Politica, ridimensionato nelle indennità accessorie, con l’abolizione del compenso fisso ai componenti il Collegio di difesa; riduzione dei fitti passivi; ecc… e con una accorta previsione ed incremento di entrate, particolarmente di tutti i residui attivi, dei tributi elusi ed evasi a partire dagli ultimi cinque anni, dei proventi delle sanatorie edilizie, dei proventi della dismissione del patrimonio immobiliare; della dismissione delle quote degli organismi partecipati, della privatizzazione degli stadi, ecc…ecc… Se si attua ciò, si può benissimo riadottare un Piano di riequilibrio pluriennale credibile e certo
    Per il punto 4°.- Il contratto di servizio con l’AMAM può essere approvato ma senza onere alcuno a carico della Società, e cioè degli utenti, già abbastanza gravati da una pressione tributaria, elevata al massimo.
    Questa è la cura da cui partire per risanare il Comune. Se non si imbocca questa strada, la dichiarazione irrevocabile di dissesto è inevitabile , perché, per il Consiglio comunale, non sarebbe una decisione discrezionale , ma obbligata in presenza di dati obiettivi.

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  3. CastorinaCarmelo 23 Maggio 2013 07:28

    IL frutto maturo di tanti anni di malgoverno della nostra città è quasi servito, ma siamo sotto elezioni Amministrative, quindi si possono supporre diversi scenari: C’è chi vorrebbe addossare alla nuova Amministrazione “neo eletta” il peso di un dissesto: Meglio se fosse la compagine guidata da Accorinti, e non sò se lo farebbero anche con quella di Calabrò ma qualche santo in paradiso farebbe da scudo, così anche se fosse eletto Sindaco sia Scoglio che il candidato di centrodestra.
    Comunque a bocce ferme auspicherei che la Magistratura facesse luce su chi ha ridotto in cenere la nostra bella Messina.
    Buon voto a tutti.

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  4. mi scusi, ma non capisco il suo intervento in assenza di “numeri”.
    potrebbe per favore fare qualche esempio?
    è chiaro che il piano di rientro predisposto era ridicolo, ma immaginare che sia semplice adottarne un altro senza chiarire quanti soldi si possono realmente prendere mi sembra azzardato.

    vivo a messina da pochi anni, ma mi sono reso conto che:
    – ci sono troppi dipendenti “assistiti” e non reali fornitori di servizi
    – ci sono enormi situazioni debitorie non accertate
    – c’è una grande evasione dei tributi che, a mio avviso, non è sempre volontaria, ma spesso “costretta” dalle ristrettezze economiche
    – ci sono amministratori e dirigenti che, a guardare questi risultati, sembrano piuttosto inadeguati

    il tutto in un contesto economico generale davvero difficile e con una classe sindacale che invece di preservare “il servizio e i posti di lavoro”, salvaguarda le “persone che occupano i posti di lavvoro” e che spesso hanno ottenuto la posizione per chiamata diretta e non per concorso.

    ovviamente sono ignorante in materia di bilancio pubblico, ma gradirei leggere numeri chiari invece di proposte generiche.

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  5. Onesto Cittadino 23 Maggio 2013 09:03

    Hai espresso uno dei punti del programma dei 5 stelle. Accorinti come puo’ denunciare chi pur non partendo dal basso, oggi dal basso si proclama venire?

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  6. Onesto Cittadino 23 Maggio 2013 09:04

    Sei uno dei pochi che lo ha capito, ti faccio i miei piu’ sinceri complimenti. Come si vuole proclamare di cambiare Messina, quando si e’ stati complici del dissesto?

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  7. Sono un 5 stelle dentro…

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  8. Rammento sempre che uno dei punti nodali mai affrontati è il costante incremento del debito per effetto di interessi passivi, rivalutazione e spese. Di tale aggravio di oneri il cui peso non è certamente trascurabile si discute poco, se a ciò si aggiungono le mancate approvazioni dei bilanci ATM, di Messinambiente e la mancata adozione del contratto di servizio AMAM (che si poteva esitare emendato?!)il quadro è desolate. Sostanzialmente si è dimostrata l’incapacità di dare risposte ai problemi…. E’ chiaro che continuando così si rischia anche lo scioglimento del prossimo Consiglio Comunale a cui verrà inviata dal Prefetto la richiesta di esitare la delibera di dissesto! A questo punto il Commissario invece di limitarsi a scrivere una lettera avrebbe fatto bene ad assumersi le sue responsabilità inviando lui al Consiglio Comunale uscente la delibera di dissesto. Non ha senso cotinuare una lunga agonia peggiorando nel contempo la situazione e trasferendo al nuovo Consiglio tali oneri con i rischi connessi…!

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  9. concordo pienamente con osservazione di luiben su delibera da adottare al più presto da questo commissario

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  10. Ho letto con molta attenzione sia l’articolo “corredato” che purtroppo, manca del mio commento in quanto non pubblicato, sia l’articolo odierno da ritenersi integrativo di quello precedente dato che fornisce ulteriori valutazioni oggetto di riflessioni che così viene titolato:” La Corte dei Conti non ha ancora bocciato il piano di riequilibrio, il commissario Croce “sì”. Nel corpo dell’articolo così si legge:” Ma perché tanta fretta da parte dell’ex procuratore capo se è ancora in atto la procedura di riequilibrio?”, Mi dispiace essere ripetitivo, ma da tempo si è scritto e sostenuto che il “piano decennale di riequilibrio”, votato da Consiglio Comunale, cosa strana ed incomprensibile ancor prima dell’approvazione del “Contratto di servizio con l’Amam”, fonte importante di finanziamento del piano medesimo, era stato ritenuto una “anatra zoppa”. Con la bocciatura da parte del Consiglio Comunale del “contratto di servizio con l’Amam, si annullano le risorse destinate al finanziamento del piano che, conseguentemente, diventa non operativo. Potrebbe anche darsi che la commissione ministeriale abbia già trasmessa la sua relazione, sicuramente negativa, alla Procura della Corte dei Conti di Palermo e che questa sia in procinto di trasmettere al Prefetto di Messina gli atti necessari per i dare inizio alla procedura di dichiarazione di “dissesto finanziario” del Comune di Messina. Se ciò che ho scritto è stato pensato dal Commissario dr. Luigi Croce, trova giustificazione l’invio della lettera con i relativi allegati sia al Consiglio Comunale che al segretario generale affinché, quest’ultimo, unico soggetto responsabile della procedura, procedesse alla redazione della delibera di “Stato di dissesto finanziario” che, successivamente, il Consiglio Comunale sarebbe stato chiamato ad approvare. A mio pare tale procedura avrebbe anticipato l’intervento del Prefetto ed eliminato il sospetto e complicità del Commissario con l’attuale classe politica che ha amministrato la nostra città. Quando nel 2006, commissario regionale il dr. Gaspare Sinatra, era possibile salvare il nostro Comune, nulla èp stato fatto. Anche dopo si è “tirato a campare” facendo si che la situazione peggiorasse da anno in anno. Ancora oggi i politici non vogliono che sui dichiari il dissesto non per il bene della città ma per il oro tornaconto personale. Ancora non si sono resi conto che con il loro malgoverno hanno gettato un città nella fogna ed ora, invece di fare il “mea culpa” pensano alla poltrona municipale sulla quale sedersi. Prima di concludere voglio riportare un passaggio del commento al “corredato” non pubblicato: Che la magistratura messinese, a mio parere, ha, da anni, avuto un atteggiamento benevolo verso chi ha amministrato il nostro Comune è una mia considerazione, possibilmente sbagliata, ma che gli avvenimenti recenti ed anche poco remoti. che ne rafforzano tale convincimento non sono discutibile. Infatti se alla lettera inviata al Consiglio Comunale, come sarebbe stato, secondo il mio parere, legittimo e corretto, il dr. Croce avesse allega la delibera con i relativi allegati, da ritenersi atto urgente ed indifferibile in quanto eviterebbe il verificarsi di ulteriori danni patrimoniali gravi, certi e quantificabili al Comune , con la quale dichiara “dissestato finanziariamente ” il Comune di Messina, le conseguenze sarebbero state diverse ed i risultati devastanti dato che il Consiglio Comunale si sarebbe trovato a discutere su di un atto deliberativo che avrebbe potuto avere conseguenze di ineleggibilità per moltissimi consiglieri comunali ed addirittura per due candidati Sindaco di cui un ex assessore ed un consigliere comunale tutt’ora in carica che tale delibera avrebbe dovuto esaminare e votare.

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  11. Concordo..

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  12. Complimente. Per Lei

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