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Piano di Riequilibrio del Comune. Troppi debiti fuori bilancio. La Corte dei Conti chiede a De Luca maggiore chiarezza

La Commissione per la Stabilità Finanziaria presso il Ministero dell’Interno il 27 aprile scorso aveva dato fiducia al sindaco De Luca, approvando il Piano di Riequilibrio rimodulato con il famoso Salva Messina. Così si era espressa la Commisione, tra le grida di giubilo dei parlamentari del Movimento Cinque Stelle : “Il Piano di riequilibrio finanziario pluriennale, per come rimodulato nel 2018, del Comune di Messina appare conforme ai contenuti richiesti dalle disposizioni normative di riferimento. Dalla complessa articolazione dell’intera manovra di risanamento si rileva che, sebbene nei primi cinque anni d’approvazione dell’originario Piano non vi sia stata la completa realizzazione degli obiettivi di risanamento previsti, le proiezioni delle azioni programmate con la rimodulazione del 23 novembre 2018, soprattutto sul fronte della riduzione della spesa, in via prospettica sembrano essere in grado di realizzare gli obiettivi di ripiano previsti.” Fatte queste premesse la Commisione esprimeva “un giudizio positivo sulla manovra di risanamento predisposta dall’Ente”.

Le perplessità della Corte dei Conti sul Piano di Riequilibrio

Non è stata altrettanto clemente la Corte dei Conti siciliana chiamata a dire l’ultima parola sulla sostenibilità del Piano di Riequilibrio del Comune di Messina. Nella relazione di ben 81 pagine firmata il 15 dicembre, il Magistrato istruttore, Cons. Adriana Parlato, ha svolto un’analisi puntuale e dettagliata del documento elaborato dalla giunta De Luca e del suo stato di avanzamento. L’approfondimento ha tenuto anche conto delle risposte fornite dal Comune di Messina il 5 luglio 2021 alla richiesta di chiarimenti formulata dalla Corte dei Conti con ordinanza istruttoria del 27 maggio 2021. In assenza del bilancio consuntivo 2020 non ancora esitato dal Comune, la Corte dei Conti ha svolto il suo esame attingendo a dati contabili aggiornati forniti da Comune e ai dati presenti nella Banca Dati delle Amministrazioni Pubblche (BDAP).

Troppi debiti fuori bilancio

Secondo la Corte la prevalente criticità del Piano di Riequibrio del Comune di Messina è “la mole eccessiva dei debiti fuori bilancio.” Quelli “certi, liquidi ed esigibili, inclusi nel piano sono pari a complessivi euro 168.905.968,41, sorti, per la parte più rilevante, pari ad euro 146.103.736,79, negli esercizi fino al 2016. Il bubbone è stato, dunque alimentato da diverse amministrazioni.

La massa è composta da:

  • euro 112.352.570,14 relativi a sentenze esecutive (art. 194 lettera “a” Testo Unico Enti Locali);

Peraltro il Comune “ha comunicato che, successivamente alla redazione del piano, nel periodo 2018-2020, sono stati riconosciuti ulteriori debiti fuori bilancio, pari a complessivi euro 1.105.335,95. Quindi le cattive abitudini su questo fronte non si sono interrotte.

Prima di procedere oltre è utile spiegare che i debiti fuori bilancio sono obbligazioni assunte dall’ente locale senza la copertura di apposite voci del bilancio preventivo. Quindi in sostanza sono impegni non previsti, assunti per così dire “allo scoperto” violando il procedimento democratico di spesa. L’entità enorme di queste partite anomale accumulate dal comune di Messina sono la cartina di tornasole di una gestione contabile inefficiente che può alimentare il virus dei favoritismi e delle clientele.

Debiti fuori bilancio con sentenze esecutive

La Corte dei Conti in merito ai debiti fuori bilancio con sentenze esecutive (lettera “a” dell’art. 194 del Testo Unico Enti Locali) bacchetta la giunta Accorinti rilevando che: “La stipula di accordi con i creditori coinvolti, in base alla documentazione in atti, non ha avuto esiti significativi fino all’approvazione dell’ultima rimodulazione, in cui viene fissato l’obiettivo di una soglia minima di accordi, pari al 70 per cento della massa passiva di euro 112.352.570,14, da stipulare entro il 2018.” Questa, nei proponimenti di De Luca, era la strada per fermare le azioni esecutive contro il Comune che avrebbero determinato il dissesto.

Purroppo, però, l’amministrazione De Luca, pur avendo compiuto importanti passi avanti, non è riuscita a mantenere del tutto l’impegno assunto. Infatti – dichiara la Corte – “ l’ente in sede istruttoria, ha riferito che, a causa di difficoltà strutturali ed organizzative, la conclusione di accordi con i creditori aveva coperto posizioni del valore complessivo di euro 62.865.876,80, raggiungendo così al 2020 una percentuale del 58 per cento, inferiore a quella programmata. Il comune ha anche precisato che durante il primo semestre del 2021 erano stati raggiunti ulteriori accordi, per complessivi euro 8.104.731,03.” Con questo aggiornamento la percentuale di intese con i titolari di crediti si attesta al 63% sempre inferiore all’obiettivo del 70% rispetto all’ammontare complessivo di euro 112.352.570,14.

In una tabella trasmessa dal Comune, poi, “i debiti indicati come “riconosciuti e finanziati”, risultano pari a un importo complessivo di euro 22.746.901,67, corrispondente a circa il 20 per cento del debito iniziale di euro 112.352.570,14.
Tuttavia – continua la Corte – la documentazione disponibile presenta lacune e discrasie tali da non consentire né di riscontrare i dati forniti né di comprendere, in riferimento alle singole posizioni debitorie, la dinamica di impegni e pagamenti.

Non bastano gli accordi bisogna riconoscere i debiti

In altra parte della sua relazione la Consigliere Parlato sottolinea che “gli obiettivi del piano sembrano riguardare la conclusione di accordi e non l’effettivo riconoscimento e finanziamento dei debiti, da cui, comunque si ritiene di non poter prescindere nella presente analisi come pure in occasione di futuri eventuali monitoraggi.

A questo proposito la Corte dei Conti evidenzia che “non è stato possibile individuare, per ogni posizione, in maniera chiara ed univoca, l’ammontare riconosciuto e finanziato e i relativi pagamenti.”  Questa lacunosità vale per tutti i debiti fuori bilancio ma ha un significato speciale per quelli con sentenze esecutive per i quali il comune ha raggiunto accordi. Anche per questi la Corte vuole capire in che misura il consiglio comunale ne abbia effettivamente deliberato il riconoscimento. Questo passagio è essenziale per avere un quadro trasparente della situazione effettiva di bilancio e della sostenibilità del Piano di Riequilibrio. Insomma i magistrati contabili vogliono vederci chiaro e intendono assicurarsi che il processo di sistemazione dei debiti fuori bilancio abbia fondamenta solide.

Debiti fuori bilancio art. 194 lettera e) TUEL

Per quanto riguarda i debiti fuori bilancio relativi a acquisizione di beni e servizi, in violazione degli obblighi di cui ai commi 1, 2 e 3 dell’articolo 191 del Testo Unico Enti Locali “l’ammontare da ripianare, in seguito di una ricognizione (non definitiva) riferita alla data del 30 giugno 2021 risultava ridotto ad euro 46.367.655,68. L’amministrazione comunale indica un complessivo ammontare riconosciuto e finanziato nelle diverse annualità pari ad euro 9.418.468,80, corrispondente al 20 per cento della massa da ultimo revisionata.”

I dati forniti dal Comune sono discordanti. Servono chiarimenti

In conclusione – sostiene la Corte – se, da una parte, deve darsi atto dell’impegno profuso dall’ente, dall’altra, non può sottacersi la presenza di lacune e incongruenze nella documentazione trasmessa, tali da rendere necessari ulteriori e documentati chiarimenti, idonei a dimostrare il raggiungimento degli obiettivi dichiarati.

Pertanto, al fine di definire un quadro preciso della situazione. la Corte dei Conti richiede che l’amministrazione “esponga, rispetto al totale dei debiti fuori bilancio censiti nel piano, distinti a seconda se classificati nell’ambito della lettera a) dell’art. 194 del Tuel o della lettera e) della medesima disposizione, i seguenti elementi:

a) per ciascuna posizione, la presenza di accordi di rateizzazione del pagamento o di abbattimento dell’importo dovuto, indicandone gli estremi;

b) in raccordo alla superiore informazione, quindi ricollegandosi ad ogni singola posizione, l’abbattimento del singolo credito originario e il cronoprogramma dei pagamenti da effettuare, anno per anno, sia per quelli trascorsi che per gli esercizi futuri;

– gli impegni (con specifico riguardo agli esercizi in cui sono stati registrati e ai relativi capitoli di bilancio);

– i pagamenti (anche in questo caso con specifico riguardo agli esercizi in cui sono stati registrati e ai relativi capitoli di bilancio).”

Appare evidente, dunque, che rispetto alla delicata questione dei debiti fuori bilancio la Corte dei Conti pretende dal Comune maggiore chiarezza e incisività. Non basta parlare di accordi con i creditori ma bisogna procedere all’effettivo riconoscimento e finanziamento dei debiti con precise appostazioni di bilancio. Si tratta di una partita molto delicata. Vedremo se nella risposta alla Corte dei Conti che De Luca si è impegnato a preparare ento il 10 gennaio prossimo sarà in grado di fornire i dati dettagliati richiesti.

Pippo Trimarchi