Piero Mangano: dalla banda di Ficarra alla Scala di Milano

Piero Mangano: dalla banda di Ficarra alla Scala di Milano

Vittorio Tumeo

Piero Mangano: dalla banda di Ficarra alla Scala di Milano

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venerdì 01 Marzo 2019 - 07:44

Il musicista originario della provincia, dopo numerosi concorsi e una vita di studio è riuscito nella sua impresa: suonare il corno nell’orchestra del più famoso teatro d’Italia.

Dalla Banda di Ficarra all’Orchestra della Scala di Milano. Di Piero Mangano, 47 anni, si racconta che abbia imparato a solfeggiare, prima ancora che a leggere e a scrivere. Ma non c’è da meravigliarsi più di tanto, a ben guardare il contesto familiare in cui è venuto su. Nella sua famiglia infatti, suonare è vizio antico. Suonava il nonno falegname, suonava il prozio falegname, suona ancora il papà, neanche a dirlo, falegname, che alla passione per la musica aggiunge anche quella per il canto. Per loro, sax, clarino, corno e, all’occorrenza, qualsiasi altro strumento, a fiato o a percussione, non hanno mai avuto segreti. Tutti a suonare nella gloriosa banda musicale del paese, la “Santa Cecilia”, una vera e propria fucina di talenti spesso mancati, almeno fino al caso di Piero Mangano.

Perché da quelle file disordinate di musicanti in divisa, a volte stonate o troppo allegre per qualche bicchiere di troppo, che con i loro strumenti tirati a lucido dal Sidol da un secolo e più seguono e inseguono in processione i santi patroni di mezza provincia, il talento ha finalmente preso il volo. E così accade anche da musicante nell’estemporanea fanfara di paese si diventi professore d’orchestra alla Scala di Milano, il sogno proibito di ogni musicista. In mezzo, un bando pubblico per l’attribuzione del “Posto a tempo indeterminato nel ruolo di 2° corno”, come recitava burocraticamente l’avviso pubblicato dal prestigioso teatro milanese, tempio mondiale della musica.

L’orchestra del Teatro alla Scala

Protagonista del gran salto, Piero Mangano per l’appunto, classe 1972, che ha superato brillantemente il difficilissimo esame, sbaragliando senza storia una agguerrita concorrenza di ben centoventi musicisti partecipanti alla selezione, provenienti praticamente da ogni parte del mondo. A risultato acquisito, ad essere incredulo, più di altri, è stato lo stesso Mangano, reduce sì da tanti effimeri successi in varie bande e orchestre siciliane, ma soprattutto da numerose delusioni. “Avevo tentato – racconta malcelando la soddisfazione per il brillante risultato ottenuto – il concorso nella prestigiosa banda nazionale della Polizia a Roma, ma pur risultando idoneo nelle difficili prove, il posto andò ad un altro musicista che aveva moglie e figli a carico. Provai anche ad entrare nella ancor più prestigiosa banda dell’Arma dei Carabinieri, ma lì a fregarmi furono i miei 164 cm di altezza: purtroppo ne occorrevano 165”. Insomma, su anni e anni di studio, di talento coltivato con grandissimo impegno, alla fine a prevalere furono delle burocratiche e ridicole norme. Come dire, il talento musicale misurato col carico familiare o, ancora peggio, con la statura fisica. Papà Carmelo che con grandi sacrifici aveva fatto studiare il figlio con i maestri di corno più prestigiosi quella volta si arrabbiò moltissimo, a tal punto da voler scrivere per protesta al Presidente della Repubblica. Poi la cosa finì lì. Ma come si dice in questi casi, non tutto il male viene per nuocere. Piero Mangano, a dispetto della corporatura minuta non era certo il tipo da arrendersi.

Piero Mangano

E così, tra una delusione e l’altra, ha continuato ostinatamente i suoi studi musicali, a suonare nella banda e a contratto in i vari teatri, ma anche divertirsi al pallone, giocando nella locale squadra di calcio in prima categoria. La svolta con il bando del Teatro alla Scala, una partecipazione inizialmente timida, ma poi affrontata con grande determinazione e premiata dal brillante successo che ha inorgoglito prima di tutto la banda Santa Cecilia che lo ha allevato e poi tutto il piccolo centro nebroideo. Chilometrico il curriculum del maestro che, con l’ingresso nel tempio della musica, vede finalmente concretizzare anni e anni di impegnativi studi e di durissima gavetta. Diplomatosi nel 1994 al conservatorio “Corelli” di Messina, si trasferisce al Conservatorio Superiore della Svizzera italiana di Lugano. Negli anni successivi partecipa a numerosi corsi di perfezionamento e a decine di audizioni , collaborando anche con i più importanti teatri nazionali tra cui, oltre alla Scala La Fenice di Venezia, il Bellini di Catania, il Massimo di Palermo e il Vittorio Emanuele di Messina.

Vittorio Tumeo

Un commento

  1. Alberto Famà 2 Marzo 2019 21:54

    Onestamente non comprendo come si possa scrivere certe cose sulle bande musicali. Stonate, disordinate e addirittura con riferimenti allusivi a gruppi di ubriaconi. Le Bande Musicali sono da sempre l’emblema della comunità dove risiedono e non meritano queste parole da un giornalista che senza dubbio non conosce la vera realtà di questi gruppi. Scrivere certe cose fa male alla gente che crede in queste realtà è mette amore e passione per portare avanti una tradizione secolare. Il giornalista non sa che in Italia ci sono gruppi di Bande Musicali di dilettanti ma che svolgono la propria passione come professionisti con la sola differenza che non sono stipendiati. Un giornalista prima di scrivere deve informarsi e non spendere parole senza che queste corrispondano a verità.

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