In una lettera recapitata all’amministrazione, i due consiglieri comunali chiamano in causa anche la Corte dei Conti, sottolineando « l’assoluta inadeguatezza del contenuto del bando, a dir poco contrario agli interessi dell’Ente comune e della cittadinanza che dovrebbe fruire di tale struttura»
Rimane in stand-by l’affidamento dell’impianto natatorio “Cappuccini”, nonostante i termini del bando siano scaduti martedì scorso. Le due le offerte presentate sono ancora segrete perché – come fa sapere il dirigente allo Sport di Palazzo Zanca , Salvatore De Francesco, – si attende un parere un parere legale su alcuni aspetti procedurali. Intanto, a gettare pesanti ombre sul al Bando di Gara relativo all’affidamento in concessione per anni 7 dei servizi relativi al funzionamento della piscina Comunale del Torrente Trapani sono i consiglieri Nello Pergolizzi (Fli) e Giuseppe Melazzo (Udc) , che in una nota indirizzata al sindaco Buzzanca, al segretario generale Alligo, al dirigente comunale e recapitata anche alla Procura Generale della Corte dei Conti ne chiede l’immediata revoca in autotutela. I due consiglieri comunali sono convinti «assoluta inadeguatezza del contenuto del bando, a dir poco contrario agli interessi dell’Ente comune e della cittadinanza che dovrebbe fruire di tale struttura». Per i due esponenti locali «le condizioni ivi contenute, sono evidentemente ed incomprensibilmente redatte non nell’interesse del Comune di Messina» e stilano un lungo di motivazioni a supporto delle loro perplessità: «l’assoluta genericità degli obblighi imposti al concessionario medesimo; la discrezionalità assoluta nella gestione; gli irrisori costi gestionali posti a carico del concessionario; la genericità delle modalità di fruizione da parte del pubblico; la non indicazione delle modalità di gestione continuativa di ben tre vasche per cui si consente addirittura la chiusura a discrezione del concessionario nel periodo dal 15 giugno a 15 settembre; l’abbattimento ingiustificato – invece dell’auspicabile aumento- della quota di compartecipazione a carico del concessionario (attualmente 10% – prevista in bando 5%) al pagamento delle utenze impegnate nell’impianto (costo stimato €. 500.000,00 annui); la base d’asta (€.1.000,00 mensili) di gran lunga inferiore rispetto al canone oggi corrisposto dall’attuale gestore €.3.000,00 mensili circa), oltre che una serie innumerevoli di dubbie clausole nel bando stesso; i più che discutibili criteri da applicare nella valutazione delle offerte, che potrebbero apparire ritagliati su misura e che limitano di fatto a discapito dell’interesse economico dell’Ente la partecipazione di più soggetti, in contrasto con la generalizzata tendenza nella Pubblica Amministrazione a garantire una maggiore partecipazione alla gara nell’interesse dell’Ente.
Secondo Pergolizzi e Melazzo i motivi sopra elencati «rendono ineludibile l’immediata revoca in autotutela del bando stesso, essendovi, peraltro, ampi margini per la riproposizione di altro più confacente ai reali interessi dell’Ente Pubblico, andando a scadere l’attuale gestione nel gennaio 2012». I due consiglieri lanciano, infine un appello ai destinatari della lettera: «ciascuno in ragione delle rispettive competenze assuma i più opportuni ed immediati provvedimenti». (DLT)