Per la giornata contro l’Aids iniziativa di sensibilizzazione in due piazze

Per la giornata contro l’Aids iniziativa di sensibilizzazione in due piazze

Per la giornata contro l’Aids iniziativa di sensibilizzazione in due piazze

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giovedì 01 Dicembre 2011 - 10:27

Intanto, all’azienda universitaria ospedaliera si consolidano le tecniche che inaugurano una nuova generazione di interventi mininvasivi

Oggi giornata internazionale contro l’AIDS. Il 3 dicembre l’UOC di malattie infettive dell’AOU “G. Martino” sarà in piazza con la componente volontari pionieri e con i donatori sangue di Croce Rossa Italiana per parlare di HIV, ma soprattutto per sensibilizzare l’opinione pubblica sugli strumenti e i gesti di responsabilità che possono fare la differenza.
Una giornata, due piazze: dalle 8,30 alle 19,30 a piazza Cairoli, mentre dalle 20 ci si sposta a piazza Duomo: sarà diffuso materiale informativo e verrà data l’opportunità di effettuare il test HIV su base volontaria in forma anonima. Un esame, quest’ultimo, gratuito che non necessita di prescrizione medica e di cui spesso si conosce poco: è sufficiente, infatti, sottoporsi ad un semplice prelievo di sangue senza alcuna preparazione; ogni campione è accompagnato da una scheda sui fattori di rischio ai quali si è o si è stati esposti e in meno di 24 ore è possibile ottenere il risultato.
Nel mondo 33,3 milioni di persone vivono con l’HIV, in particolare nel 2009 sono stati 2,6 milioni i nuovi casi diagnosticati e 1,8 milioni le morti registrate per AIDS. L’aspetto che più emerge da questi dati è sempre lo stesso: la mancanza di conoscenza; in Europa il 30% dei sieropositivi non sa di esserlo.
L’iniziativa promossa punta ad alimentare concretamente una cultura della prevenzione: medici e operatori saranno a disposizione tutto il giorno per rispondere a domande e fornire chiarimenti.
Il laboratorio HIV dell’UOC di Malattie infettive, al terzo piano della Torre biologica (Pad G), resta comunque aperto al pubblico tutti i giorni feriali dalle 9 alle 13 (Tel. 090-2213349/7099) .

Intanto, al Policlinico si consolidano le tecniche che inaugurano una nuova generazione di interventi mininvasivi . Neurochirurgia praticata con piccole cicatrici: è la sfida più ambiziosa che la medicina ha portato avanti in questi ultimi tempi; un obiettivo raggiunto dalla Neurochirurgia dell’AOU “G. Martino” dell’Università di Messina e consolidato di recente con alcune nuove tecniche eseguite dal prof. Francesco Tomasello e dalla sua équipe. Operazioni delicate e significative che sanciscono di fatto l’applicazione, anche presso l’azienda ospedaliera universitaria Policlinico “G. Martino”, della neurochirurgia mininvasiva; metodologie attualmente utilizzate solo in pochi centri italiani e certamente non tutte insieme nella stessa struttura.
Questi interventi erano prima eseguiti con approcci più ampi e con cicatrici più estese, anche se sempre con metodiche microchirurgiche caratterizzate da fini manipolazioni delle strutture nervose. Con le tecniche mini invasive si raggiunge lo stesso risultato, ma vi è il vantaggio di riuscire a determinare una limitata apertura dei tessuti evitando così di procurare cicatrici visibili e soprattutto con decorsi post-operatori più rapidi e meglio tollerati dai pazienti che già due o tre giorni dopo l’intervento possono essere dimessi.
Un apporto significativo è determinato dalla tecnologia: l’utilizzo intraoperatorio dell’ultima generazione di neuronavigatore consente, infatti, di localizzare l’area interessata in uno spazio decisamente più limitato.
Il termine “mininvasivo” diventa, dunque, la parola chiave su cui puntare, applicabile oltre che a patologie intracraniche e cerebrali anche a quelle della colonna vertebrale.
Tre nuove tipologie di interventi sono state introdotte nella Clinica Neurochirurgica dell’ A.O.U. Policlinico di Messina: la prima per l’approccio alla base del cranio con una incisione limitata in corrispondenza del sopracciglio, la seconda per la rimozione degli adenomi dell’ipofisi con l’uso esclusivo di un neuroendoscopio endonasale e la terza per la stabilizzazione della colonna vertebrale attraverso piccole incisioni di un centimetro e uno strumentario dedicato.
La prima tecnica, l’approccio sopracciliare, è stata utilizzata inizialmente in un caso di malformazione vascolare alla base della porzione frontale del cervello. Essa può essere adottata per i tumori benigni, in particolare i meningiomi, impiantati sulla base anteriore del cranio.
La seconda metodica ha aperto una nuova era grazie all’uso dell’ endoscopio introdotto nel naso per asportare adenomi ipofisari, causa di importanti disturbi endocrinologici e di grave compromissione della vista. Anche in questo caso, non viene prodotta la benché minima cicatrice esterna ed il paziente può essere dimesso di norma due giorni dopo l’intervento.
Infine, la chirurgia percutanea per la stabilizzazione vertebrale si sta rivelando altrettanto precisa ed affidabile quanto la chirurgia aperta con risultati estremamente confortanti per la ripresa dei pazienti che sperimentano un decorso decisamente più semplice, rapido ed indolore.

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