Amam, quando l'eccezione conferma la regola

Amam, quando l’eccezione conferma la regola

Redazione

Amam, quando l’eccezione conferma la regola

giovedì 14 Febbraio 2008 - 13:49

Stipendi, forniture e ditte pagate regolarmente, bilanci in equilibrio, nemmeno un euro chiesto al Comune: questa è l'Azienda acque di Messina, presentata dal presidente Battaglia

Novanta dipendenti, tutti stabilizzati (gli ultimi 13 nei mesi scorsi), 24 milioni di euro di fatturato, 2 milioni di capitale sociale, nessun contributo richiesto al Comune di Messina. Parliamo dell’Amam, l’Azienda meridionale acque Messina, una Società per azioni, e soprattutto una delle società partecipate del Comune, le “famigerate- partecipate. Parliamo di Amam perché, senza fare miracoli né salti mortali, la società presieduta da Domenico Battaglia rappresenta probabilmente l’eccezione che conferma la regola. Bilanci in equilibrio, dipendenti e fornitori regolarmente e soprattutto puntualmente pagati, e l’invidiabile posizione di non dover richiedere un euro all’azionista, ovvero Palazzo Zanca. Ma anche sull’Amam, come sulle altre partecipate, aleggia lo spettro del “tutti a casa- agitato dal commissario Gaspare Sinatra.

«Allo stato attuale la situazione finanziaria è buona – ci conferma Battaglia – copriamo le spese, onoriamo tutti gli impegni pagando con puntualità gli stipendi e i fornitori, sopportiamo vecchi debiti che abbiamo ereditato».

Debiti che, partendo dagli anni ’80 (i tempi dell’Eas, Ente acquedotti siciliani), raggiungono i 20 milioni di euro, non proprio spiccioli. Le difficoltà certo non mancano, come in ogni azienda. Una di queste sarà rappresentata dalla scadenza del contratto con Edison per la fornitura di energia elettrica: i prezzi saranno adeguati, e con essi aumenteranno anche le spese per l’Amam. Ma Battaglia non ne fa un dramma. «Siamo una società per azioni – spiega – e siamo responsabili in prima persona di ciò che facciamo, abbiamo l’obbligo di presentare atti che devono stare in piedi».

I servizi sono puntuali, pur con qualche eccezione: «Garantiamo l’acqua nelle case, un’erogazione dignitosa e una distribuzione razionale, e stesso discorso vale per il servizio di depurazione. Ci sono zone un po’ più difficoltose, in particolare i villaggi dell’area jonica e di quella tirrenica. Prima dell’estate contiamo, comunque, di risolvere ampiamente il problema per quanto riguarda la fascia tirrenica». E a proposito di fascia tirrenica, durante i lavori di metanizzazione in corso sui peloritani sono state ritrovate fonti d’acqua, sulle quali con tempestività l’Amam ha già messo le mani, con un accordo siglato proprio in questi giorni con la ditta che sta eseguendo i lavori.

«Ci stiamo rivolgendo con più attenzione alle zone periferiche – aggiunge Battaglia – attivando tratti di acquedotto utilizzati in passato. Lo stiamo facendo, ad esempio, a Casabianca, dove mancava solo l’autorizzazione dell’Anas, arrivata recentemente».

Capitolo rapporti con Palazzo Zanca. Ottimi, almeno sulla carta. «I nostri bilanci sono stati approvati – afferma con orgoglio Battaglia – e ci tengo a dire che noi dal Comune non abbiamo mai avuto contributi, non abbiamo mai ricevuto una lira. Anzi, siamo stati noi ad aver pagato a Palazzo Zanca 1,3 milioni di euro, che rappresentano la prima rata per la restituzione di somme riscosse. Noi la cinghia la stringiamo da soli, abbiamo certo ereditato debiti dal Comune, ma fra qualche anno il Comune stesso potrà avere somme importanti dall’Amam». Stonerebbe con questo quadro l’eventuale decisione del commissario Sinatra di mandare a casa il Cda e nominare un amministratore unico. «Noi lavoriamo al meglio – risponde Battaglia, che conferma di sentire anche lui certi echi provenienti da Palazzo Zanca – poi ognuno si assume le sue responsabilità». D’altronde, secondo il suo presidente, l’Amam s’era già allineata nei tempi giusti con le direttive della Finanziaria. «Il 21 novembre, ovvero un giorno prima della scadenza fissata dalla legge, abbiamo adeguato lo statuto, consegnando all’azionista (il Comune) quattro lettere di dimissioni, portando come previsto il Consiglio d’amministrazione da nove a cinque componenti». Il capitale sociale dell’Amam, infatti, supera i 2 milioni di euro, e dunque prevede cinque consiglieri e non tre. «Anche per quanto riguarda le nostre indennità – precisa Battaglia – l’adeguamento con riduzione del 25% è avvenuto nell’aprile 2006, per mano del sindaco che ci ha nominati».

Battaglia fa un punto conclusivo: «Stiamo programmando una serie di interventi insieme al Comune e all’Ato acque, anche se questo è un equivoco che ci vincola, perché gli Ato idrici in Sicilia non sono effettivamente entrati in vigore, dunque non abbiamo un filo diretto per le grosse programmazioni e siamo limitati. Noi continuiamo a lavorare come stiamo facendo – conclude – secondo semplici criteri di economicità e trasparenza».

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