L’amministrazione faccia chiarezza sul futuro dei servizi sociali

L’amministrazione faccia chiarezza sul futuro dei servizi sociali

L’amministrazione faccia chiarezza sul futuro dei servizi sociali

martedì 24 Febbraio 2009 - 14:22

Lo chiedono quattro consiglieri del centrosinistra, Sauta, Caprì, Zuccarello e Barbalace, che al momento della votazione sulla soppressione dell’Istituzione avevano abbandonato l’aula

Il futuro dei servizi sociali, due settimane dopo la soppressione dell’Istituzione, è ancora nebuloso, poco chiaro. A voler fare chiarezza, invece, sulla propria posizione in merito sono quattro consiglieri comunali del centrosinistra, Elio Sauta, Giorgio Caprì, Daniele Zuccarello e Nicola Barbalace, che hanno presentato un’interrogazione scritta al sindaco Buzzanca e, al tempo stesso, convocato una conferenza stampa. Due i messaggi che si intendeva inviare: «Il primo all’amministrazione, affinché faccia chiarezza in maniere inequivocabile su quale futuro vuole dare alle politiche sociali della città; il secondo per chiarire le motivazioni che ci hanno obbligato ad abbandonare l’aula il 10 febbraio scorso, non partecipando alla votazione per la soppressione dell’Istituzione, dopo aver preso parte a tutto il dibattito».

«A fine ottobre – spiegano i consiglieri – non sottraendoci alle nostre responsabilità, consapevoli dell’importanza di dover dare continuità a quei servizi indispensabili alla vita di tanti assistiti ed alla occupazione degli operatori del settore, abbiamo votato la manovra di riequilibrio di bilancio per consentire la continuità dei servizi sociali fino alla fine dell’anno, ponendo la condizione che l’argomento si approfondisse sin dal giorno dopo, coinvolgendo tutte le parti politiche preposte in modo da individuare e costruire la migliore via da seguire.

«A tutto questo sono seguite, invece, enormi contraddizioni – aggiungono i quattro esponenti del Pd – ed un clamoroso silenzio spezzato solo da fumose dichiarazioni d’intenti, estemporanee uscite mediatiche di deputati regionali e dalla più evidente di queste contraddizioni: l’approvazione della delibera di soppressione dell’Istituzione per i servizi sociali. Ad oggi, consumato questo passaggio in consiglio comunale, preso atto della confusione ed altresì della distanza politica tra il sindaco e l’assessore che palesemente remano in direzioni opposte, abbiamo l’obbligo di chiedere all’amministrazione di fare chiarezza su come intenderà garantire la continuità dei servizi e gli attuali livelli occupazionali.

Risposte che, proseguono i consiglieri, «non possono prescindere da dati oggettivi supportati dalle norme vigenti e non potranno essere basati su supposizioni dilatorie. La soppressione dell’Istituzione è avvenuta nelle condizioni note a tutti, cioè come mero passaggio burocratico senza mai approfondire il problema delicatissimo dei servizi sociali. Non ci riconosciamo quindi in coloro i quali, in assenza di un chiaro progetto alternativo, hanno contribuito alla soppressione dell’Istituzione, non dando al sindaco un indirizzo politico, ma la possibilità di godere di una scelta figlia di luoghi comuni e non di conoscenze e cognizioni di causa».

«Non eravamo e non siamo sostenitori ciechi dell’Istituzione – concludono Sauta, Caprì, Zuccarello e Barbalace – ma intendiamo interpretare il disagio e la preoccupazione delle fasce più deboli di Messina. La presunta operazione di vertice, non smentita, per gestire i servizi sociali attraverso un presunto ente di “grande prestigio” che il sindaco ancora non spiega dal punto di vista normativo, dubitiamo possa garantire gli attuali operatori del settore. Ben venga l’eventuale stabilizzazione dei lavoratori del settore se dovesse garantire i diritti alle categorie più povere, purché non si tratti di un salto nel buio e non crei i presupposti per gestire con altro personale la struttura del nuovo ente».

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