Area dello Stretto: «Precarietà dei traghettatori, istituzioni “pilatesche-»

Area dello Stretto: «Precarietà dei traghettatori, istituzioni “pilatesche-»

Redazione

Area dello Stretto: «Precarietà dei traghettatori, istituzioni “pilatesche-»

mercoledì 02 Gennaio 2008 - 09:19

Polemica nota del Comitato Pendolari dello Stretto

I fasti di Capodanno non possono far dimenticare quelle emergenze e vertenze che hanno caratterizzato il 2007 messinese e che stanno accompagnando la città anche nel 2008. Tra queste la questione dell’Area dello Stretto, da sempre al centro delle attenzioni del Comitato dei Pendolari dello Stretto. Il suo rappresentante Pietro Interdonato invia una nota che pone l’accento sui “silenzi istituzionali- attorno a queste problematiche, sottolineando che «malgrado l’acuto inasprirsi delle problematiche connesse ai costi, agli insostenibili disagi del traghettamento ed ai disastri che incombono sui servizi della mobilità locale dell’Area dello Stretto continuano, quotidianamente, a pervenire alle comunità interessate le cartoline dei “cari saluti- da parte dei distinti livelli degli organi istituzionali».

«Nel contempo si riaccende la protesta dei lavoratori – afferma Interdonato – ed ora è la volta degli addetti ai BAR della flotta privata dopo quella degli addetti ai BAR e alle pulizie della flotta F.S.

In effetti non mancano le dirompenti occasioni perché si evidenzi in tutta la portata nefasta la iniqua morsa della contrazione e dell’impoverimento dei servizi che avvinghia la mobilità locale e che insorge dalla precarietà dei ruoli degli operatori del traghettamento e dei perniciosi comportamenti pilateschi delle istituzioni preposte del centro e della periferia».

Le problematiche sono quelle denunciate da anni: «le negligenti improvvisazioni che accompagnano i programmi e gli interventi di ammodernamento dell’autostrada Gioia Tauro- Villa S. Giovanni», «l’invecchiamento inarrestabile della flotta e degli apparati manutentivi F. S.», «l’inaccorto trasferimento degli approdi del gommato a Tremestieri», «l’impoverimento dei servizi di accoglienza alle navi».

«I pendolari dello Stretto – prosegue la nota – potrebbero con rassegnazione, seguendo l’intendimento reale delle istituzioni e delle imprese, trovare sollievo rinunciando ai propri diritti di mobilità nonché a quelli del lavoro e dello studio». Quindi ci si rivolge direttamente al ministro dei Trasporto Alessandro Bianchi, al quale «non è inopportuno ricordare che i rappresentanti del Comitato dei Pendolari dello Stretto attendono quella convocazione di cui lo stesso Ministro aveva dato disponibilità nell’incontro informale avvenuto ad agosto dello scorso anno in occasione della Festa dell’Unità di Villa S. Giovanni».

Viene riscontrata anche poca “democrazia- nei processi che accompagnano le decisioni più importanti riguardanti l’Area dello Stretto. «Anche i comitati – si legge – vanno dignitosamente e democraticamente ascoltati, in modo particolare, quando si coinvolgono ed offrono il contributo spontaneo per l’evoluzione civile e positiva delle legittime proteste contro l’incancrenirsi incontrollato dei costi e disagi collettivi nei servizi di conclamata pubblica utilità».

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