E arrivò il giorno del voto: Messina chiamata a fare le sue scelte

E arrivò il giorno del voto: Messina chiamata a fare le sue scelte

Redazione

E arrivò il giorno del voto: Messina chiamata a fare le sue scelte

domenica 15 Giugno 2008 - 08:23

Dopo l'era dei commissari, Palazzo Zanca ha bisogno di un governo stabile: crisi finanziaria, risanamento e infrastrutture le “urgenze-. Il dopo Leonardi tra aeroporto, area dello Stretto e una provincia da valorizzare

Le chiacchiere stanno a zero. Dopo una lunga campagna elettorale, iniziata già all’indomani della sentenza del Cga di Palermo che ha mandato a casa l’amministrazione comunale nell’ormai lontano ottobre 2007, Messina è nuovamente alle urne, per una tornata elettorale tra le più “delicate-, probabilmente, degli ultimi anni. Se alla Provincia, infatti, assisteremo a un ricambio naturale dopo il quinquennio targato Salvatore Leonardi, al Comune nessuna elezione è, ormai, banale. Con le consultazioni in corso si spera di chiudere definitivamente quella che potrebbe passare alla storia come “l’era dei commissari-: per due volte, infatti, sindaco e giunta sono stati mandati a casa (nel secondo caso anche il consiglio), per due volte la democrazia è stata, di fatto, “sospesa- nella nostra città, affidata alle mani di un prefetto e di un funzionario regionale non certo eletti dai messinesi.

E, ironia della sorte, proprio i due sindaci “disarcionati- dalla giustizia amministrativa, seppur per motivi e in circostanze profondamente diverse, sono tra coloro i quali partecipano alla corsa alla fascia tricolore: Giuseppe Buzzanca, candidato del Pdl sostenuto anche da Udc, Mpa, Pri e La Destra – Fiamma Tricolore, e Francantonio Genovese, candidato del Pd, del quale è segretario regionale, appoggiato anche da Sinistra Democratica e Verdi. A loro si aggiungono Rosario Ansaldo Patti (Prc, Pdci, Lega Autonomie Locali, Comitato Pendolari dello Stretto, Rete Verde di Ecologia sociale), Filippo Clementi (Forza Nuova), Fabio D’Amore (Risorgimento messinese e Progetto per Messina) e Saro Visicaro (Alternativa in movimento). Sei “concorrenti- per un solo posto, quello di sindaco di Messina, che potrebbe essere assegnato anche al ballottaggio, che eventualmente si svolgerà il 29 e il 30 giugno.

Ma al di là dei nomi e dei colori politici, cosa è in ballo in questa tornata elettorale? E’ chiaro che dopo i commissari Messina non ha bisogno semplicemente di un sindaco, ma di un governo stabile, che duri realmente cinque anni, e lavori deciso sui tanti, troppi problemi che affliggono la città e che sono sotto gli occhi di tutti. Innanzitutto una crisi finanziaria che ha portato le casse comunali sull’orlo del dissesto, provocando spesso la paralisi in settori cruciali della vita amministrativa; la evidente insufficienza di servizi vitali per la cittadinanza, come il trasporto pubblico, la raccolta dei rifiuti, la viabilità; e ancora l’annosa questione del risanamento, che oltre le baracche investe ormai in generale le politiche abitative di una città dove si costruisce tanto, a volte troppo; il capitolo infrastrutture, con i “fantasmi- degli svincoli che aleggiano da oltre un decennio e che adesso, probabilmente, non bastano più, ma anche l’approdo di Tremestieri, da ultimare e ampliare per liberare definitivamente la città dalla minaccia incombente dei tir. Il futuro sindaco dovrà interfacciarsi con il prefetto Alecci, che in questi mesi si è reso protagonista di sforzi a volte al limite per rendere meno drammatica questa “vacatio- amministrativa, partendo dal certo, i poteri speciali, e puntando al necessario, nuovi fondi per ricostruire Messina.

Non meno fondamentale sarà la futura gestione di Palazzo dei Leoni, dove a contendersi la fascia blu sono Santi La Rosa, espressione della sinistra, Nanni Ricevuto (Pdl, Udc, Mpa, Pri, La Destra – Fiamma Tricolore), Giuseppe Scalisi (Forza Nuova) e Paolo Siracusano (Pd, Socialisti riformisti, Sd, Verdi). Il futuro potrebbe chiamarsi aeroporto del Mela, ma anche area integrata dello Stretto, ma soprattutto dovrà puntare a valorizzare sul serio la provincia messinese, che non è solo Taormina, che non è solo Isole Eolie (tagliate fuori dai collegamenti marittimi), ma è anche Nebrodi, fascia jonica, paesi di montagna che sono autentici gioielli ma sono “isolati- per via di strade provinciali ancora all’anno zero. Una Provincia che dovrà continuare, insieme al Comune, a ridisegnare l’edilizia scolastica e dovrà anche sciogliere i troppi nodi e i troppi intrecci, ancora eccessivamente costosi, delle partecipazioni alle società.

Tutto questo Messina è chiamata a votare, oltre i nomi, oltre le parole spese in questi mesi, oltre quella campagna elettorale ormai fatta più di -santini-, caffè al bar, -focacciate- e tante, tante luci della ribalta che di programmi, valori e idee. Messina è chiamata a scegliere, dunque. Ricordandosi che nel segreto dell’urna, quella matita traccerà non un nome, non una -X-, ma il futuro della nostra città.

(nella foto, Messina vista dal balcone di Palazzo Zanca)

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