Tutti sappiamo che Monti è diventato Premier proprio per l’incapacità dei nostri politici a risolvere i problemi del Paese ma, giorno dopo giorno, questi incapaci e i media a loro collegati hanno avviato la guerra di logoramento per recuperare il potere perduto. Per nostra fortuna non hanno perso quell’arroganza che li rende invisi ai cittadini. Alla indispensabile rinascita morale si oppone però la cultura della polarizzazione dello scontro politico, che conduce a opporsi sempre e comunque a quanto potrebbe favorire gli avversari. E blocca la crescita civile.
Non credo che alla gente importi granché su come finirà il voto di oggi su Cosentino. Ma, se il tema dovesse essere oggetto di un referendum, l’autorizzazione all’arresto vincerebbe e mani basse. Non perché siano particolarmente convincenti le motivazioni – che pochissimi conoscono – della richiesta avanzata dalla Procura di Napoli, quanto per il disprezzo che la classe politica italiana ha attirato su di sé a causa della sua incapacità a risolvere i problemi del Paese e, soprattutto, dell’arrogante comportamento tenuto nelle ultime settimane in difesa dei propri privilegi.
Tra i quali ci sono persino gli argini che la Costituzione ha eretto in difesa di una funzione nobile come quella legislativa; che ormai di nobile sembra non avere più nulla.
Questa vicenda è indicativa dello stato d’animo che si è progressivamente diffuso in Italia. Con la costante divaricazione tra buon senso – che chiede di mantenere un paracadute che difenda i parlamentari da inique incursioni da parte di magistrati politicizzati (che ci sono) – e il senso comune, che vede questa tutela come l’ennesimo nauseante privilegio.
L’ottusità dei politici a difendere cause perse – quanti ne abbiamo visti e sentiti, a destra come a sinistra, sostenere con protervia che i loro compensi sono tra i più bassi d’Europa! -, utilizzando argomenti privi di logica, tipo “i diritti acquisiti” o “l’incidenza delle tasse”, ha raggiunto vette fino a qualche mese fa inaspettate. A dimostrazione che vivono ormai in una dimensione diversa da quella del resto del Paese.
E’ una delle (tante) conseguenze negative di un ventennio durante il quale un’esasperata contrapposizione tra le forze politiche ha imbarbarito il Paese.
Molti danno la colpa a Berlusconi, visto come l’origine di tutti i mali; a mio parere, il Cavaliere è solo una delle cause di questa triste situazione. L’altra è l’inadeguatezza culturale di un centrosinistra che ha smarrito il ruolo riformista. Dimenticando le sue radici – una, fondamentale, il Meridionalismo – e tentando di supplire a questo vuoto di idee con la cieca opposizione a ogni iniziativa della controparte. Fino a negarne la stessa legittimazione politico-istituzionale. I danni fatti al senso civico degli Italiani da Berlusconi non sono molto diversi da quelli causati da Repubblica & C.
Il solo fatto che metà degli Italiani sia convinta che il primo è molto più colpevole dei secondi, mentre l’altra metà la pensi in modo opposto, sta lì a dimostrarlo.
Forse, il compito più difficile del Governo Monti è proprio questo: rilanciare la cultura del buon senso e combattere una concezione del confronto politico imperniata sul dualismo Amico-Nemico.
E’ un compito immane e le forze che si oppongono a questo vero e proprio risanamento morale si sono messe subito all’opera per ostacolarlo. Prima facendosi vigliaccamente beffe delle lacrime del Ministro Fornero e della mancata rinunzia di Monti anche al compenso di senatore a vita (non bastava quella per la carica di Premier), poi con una serie di critiche palesemente pretestuose.
Capisco che le regole della democrazia lo impediscono, ma è proprio impossibile costringere al silenzio coloro che ci hanno portato dove siamo oggi?

finchè non scompare il binomio B & B ,l’italia sarà governata dai corrotti e corruttori.Monti e compagnia non hanno nulla a che vedere con questa mazzacanaglia.