Atm, nessuna prospettiva. I sindacati verso una denuncia alla procura: «Il Comune non ha ripianato i bilanci»

Atm, nessuna prospettiva. I sindacati verso una denuncia alla procura: «Il Comune non ha ripianato i bilanci»

Redazione

Atm, nessuna prospettiva. I sindacati verso una denuncia alla procura: «Il Comune non ha ripianato i bilanci»

sabato 23 Febbraio 2008 - 12:47

Secondo i sindacati Palazzo Zanca deve 16 milioni di euro all'Atm. Gli stipendi dovrebbero arrivare mercoledì

E’ ancora scuro il cielo sopra l’Atm. E la preoccupazione maggiore dei lavoratori e dei sindacati è che all’orizzonte non si intravedono schiarite, così passano al contrattacco. L’intenzione, infatti, è di presentare una denuncia alla Procura della Repubblica relativamente al mancato ripianamento da parte del Comune dei bilanci dell’Atm dal 2001 al 2005. Un passaggio previsto dalla legge e che ha contribuito in maniera significativa ad alimentare la situazione debitoria dell’Atm che attualmente si assesta intorno ai 20 milioni di euro. Ogni anni l’azienda paga 500mila euro di interessi, e proprio per il mancato ripianamento dei bilanci l’Atm vanta nei confronti del Comune un credito di 16 milioni. «Se il Comune si fosse attenuto alla norma – afferma Silvio Lasagni della Uil Trasporti – l’azienda non sarebbe in questa situazione. Ci attendiamo che la Procura non aspetti la nostra denuncia per aprire un fascicolo su questa vicenda».

Un passo importante, dunque, che viene comunicato a margine della conferenza stampa con la quale i sindacati Fit/Cisl, Uil Trasporti, Ugl, Rsu, Cildi, Cisal, Cisas, Cub Trasporti ed Sdl hanno voluto illustrare la loro posizione rispetto ad una situazione che diviene ogni giorno più insostenibile. Rocco Nostro della Uil settore Autoferrotranvieri ha voluto «ringraziare i messinesi per la solidarietà massima dimostrataci con la raccolta di oltre 5000 firme», per poi rivolgersi al commissario Sinatra: «Dobbiamo registrare ancora una volta l’assenza di risposte da parte della proprietà, nonostante settecento famiglie non vedono uno sbocco di serenità. Con la politica non si risanano le aziende, dunque quello che noi chiediamo è che non si nomino più dei politici alla guida degli enti partecipati, ma dei tecnici del settore». Nostro si sofferma anche sul ruolo della commissione presieduta da Antonio Grasso: «Non possono, o forse non vogliono, ancora dirci quale mandato hanno avuto di preciso. Abbiamo avuto solo due riunioni “fugaci-, dove a domanda precisa nulla ci è stato risposto. Per carità, ci vogliono dei tempi tecnici, noi siamo pazienti ma al tempo stesso vigili. Voglio ricordare – continua Nostro – quanto dissi all’ex sindaco Genovese quando ancora era in carica e già era iniziata questa vertenza. Ricordai l’immagine della Bibbia sfogliata dal vento sulla bara di Giovanni Paolo II e dissi che all’Atm non basta cambiare pagina, qui è necessario un libro nuovo». Anche Franco Alizzi dell’Ugl sottolinea come con Grasso «non si è potuto approfondire l’argomento della riorganizzazione dell’azienda», il punto è che «attualmente la scena è occupata dal fatto che attendiamo gli stipendi di gennaio». Stipendi che, stando alle ultime notizie (i fondi sarebbero giunti ieri alla tesoreria), dovrebbero arrivare tra mercoledì e giovedì prossimo.

Enzo Testa della Fit Cisl rincara la dose: «Ci preoccupa molto il silenzio di Sinatra. Se dovesse perdurare questo status quo, gli faremo sicuramente visita fra qualche giorno. C’è questa assoluta indifferenza della politica, che perdura anche in campagna elettorale. Siamo stati un po’ per caso ricevuti dal consiglio provinciale, tutti si erano fatti promotori di portare avanti le nostre istanze, ma nulla di ciò è accaduto e continuiamo a essere soli. Neanche il nuovo commissario è stato convincente e il clima è sempre più pesante. Noi non ci limitiamo alla denuncia – continua Testa – abbiamo idee e progetti. Non serve aumentare il costo del biglietto, che deve rimanere sociale. Bisogna puntare sulla modifica dell’articolo 2, ampliando il ventaglio delle attività che l’Atm svolge. Infine, tutte le organizzazioni sindacali sono contrarie alla privatizzazione, se avverrà il passaggio a Spa dovrà essere a capitale interamente pubblico». Molto accorato l’intervento di Filippo Sutera della Cub: «I cda sono sempre stati dati in mano a soggetti nominati dalla politica per appagare “defezioni- dei trombati e dei primi non eletti, e fin quando si continuerà in questa direzione non si andrà da nessuna parte. Se non si è aperto quel tavolo tecnico concordato prima col prefetto e poi alla Regione, e perché Sinatra detto “Frankie lo svelto- ha dato il foglio di via al Cda proprio nel momento più sbagliato, forse perché ha creduto che quel tavolo potesse avere un risvolto diverso da quello che pensava. Da undici giorni attendiamo di essere ricevuti dal commissario, che due venerdì fa non ci volle incontrare perché impegnato con Taormina Arte. Questo – prosegue Sutera – è un atteggiamento indegno e indecoroso da parte di chi ha il dovere di assolvere ai bisogni di una città e alla grave crisi del trasporto pubblico locale. Non siamo più disposti a dilatare nel tempo le emergenze di 700 famiglie, e non ci si può accusare di interruzione di pubblico servizio quando, per responsabilità non nostre, ci sono solo quaranta mezzi in servizio su centoventi».

Gli ultimi interventi sono di Francesco Urzì della Rsu e Angelo Pirrera della Cisas, i quali sottolineano come sia giunto il momento di individuare le colpe precise di questa situazione, capendo che se la “bomba- non è esplosa prima è per il senso di responsabilità dei lavoratori, come gli autisti che sono usciti per strada con mezzi vetusti. Come detto ieri, attualmente sono in vigore tra i sette e gli otto tram dei nove solitamente in servizio (su quindici vetture), per l’interruzione del servizio di manutenzione da parte dell’Alstom, che vanta un consistente credito con l’Atm. Come si dice in questi casi, piove sul bagnato.

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