Atm, la parola al Direttore generale Conte: “I problemi dell’Atm esulano dall’inchiesta giudiziaria”

Atm, la parola al Direttore generale Conte: “I problemi dell’Atm esulano dall’inchiesta giudiziaria”

Atm, la parola al Direttore generale Conte: “I problemi dell’Atm esulano dall’inchiesta giudiziaria”

mercoledì 17 Marzo 2010 - 10:14

L’intervento del Direttore generale all’Assemblea pubblica de “L’altra città” offre importanti spunti di riflessione sulla situazione dell’azienda speciale.

Il direttore generale dell’Atm, Claudio Conte (nella foto) rompe il silenzio seguito al recente terremoto giudiziario , nel quale è coinvolto in prima persona, e scende in campo per analizzare la situazione in cui versa l’azienda. Parla da “persona informata dei fatti” Conte, direttore dell’azienda speciale dal settembre 1997 e lo fa in occasione dell’assemblea pubblica organizzata dall’Associazione “L’altra città”.

La sua disamina parte, e non poteva essere altrimenti, proprio dai recenti fatti di cronaca.

Desidero chiarire – dice testualmente – che in ATM la maggioranza dei lavoratori è costituita da persone di specchiata onestà, grazie alle quali, nonostante le note difficoltà che il settore dei trasporti sta attraversando a livello nazionale, l’Azienda sta erogando un servizio che migliora visibilmente di giorno in giorno. Se una esigua minoranza fra il personale aziendale può in ipotesi essersi resa protagonista di fatti di rilevanza penale, sono certo che Forze dell’Ordine e Magistratura sapranno ristabilire gli equilibri che devono essere tenuti a base di uno stato di diritto, punendo chi dovesse aver sbagliato”.

Secondo il direttore generale “il preoccupante contesto” aziendale non è in alcun modo legato alla “vicenda del famigerato Premio di Risultato (a parte gli eventuali profili penalmente rilevanti che, se sussistenti, non vi è dubbio debbano essere perseguiti). Ciò in quanto – dice Conte – i relativi importi sono stati fissati dal Consiglio di Amministrazione pro-tempore ben undici anni fa e mai attualizzati”.

Nel suo lungo intervento, successivo a quello del Commissario straordinario Cristofaro La Corte (vedi articolo correlato), Conte per far capire da dove nasce la crisi dell’Atm si concentra su due aspetti prioritari: l’assenza d’ investimenti per l’acquisto di mezzi e le difficoltà economico-finanziarie.

Quanto al primo punto Conte ricorda che “l’ultima gara per l’acquisizione di nuovi bus si è svolta nel lontano 1996 e che nel 2000/2001 l’Azienda è risultata grande assente nell’assegnazione di fondi in conto investimento che la Regione Siciliana ripartì fra le principale aziende di Trasporto”.

Nel 2007, l’Atm acquistò 25 autobus “attingendo per tale investimento dal bilancio aziendale, quindi depauperando le risorse economiche destinate alle spese di esercizio”.

L’Azienda – denuncia Conte- dispone del più vetusto autoparco su base di confronto europea, con le conseguenti penalizzazioni sia in termini di oneri di manutenzione e sia in termini di efficienza del servizio di linea a causa delle continue avarie che ovviamente colpiscono una flotta con autobus fino a 25 anni di servizio. Per tutti gli altri investimenti di rilievo – continua Conti- l’ATM ha dovuto attingere dal proprio bilancio, con oneri che ancor oggi gravano sulle casse aziendali, come la realizzazione dei nuovi imponenti fabbricati Uffici ed Officine, le relative attrezzature (impianto aria compressa, banchi lavoro,) ecc .

In merito alla situazione economico-finanziaria, il direttore generale evidenzia che i bilanci ATM sono approvati fino al Consuntivo 2003, anno in cui, dice, è iniziata la crisi .

Proprio in quell’anno l’ATM ha attivato il servizio della tranvia, “sopportandone tutti gli oneri che solo oggi, la Regione siciliana ha riconosciuto essere pari a circa cinque volte quelli del gommato. A fronte di circa € 0,90 a chilometro per il gommato – fa presente Conte- il contributo che la Regione riconoscerà per la tranvia è pari a circa € 4,50 a chilometro”. Il mancato riconoscimento ha fatto sì che ad oggi le casse aziendali siano state private circa 11,5 milioni di euro.

Altro nodo dell’Atm riguarda il personale, i cui costi hanno inciso, secondo Conti, in maniera notevole sulla situazione economica dell’azienda speciale. A partire dal 2005 sono state integrate circa 220 unità di personale fra Ausiliari del Traffico e Contrattisti Quinquennali. A tal proposito, Conte precisa: “lungi dall’equivocare sulle competenze professionali di tali unità, che non sono messe in discussione, e senza prestare il fianco a facili strumentalizzazioni, va da sé che un fatto è mettere insieme le retribuzioni per le circa 520 unità di personale in forza ante 2003, altra cosa sono le retribuzioni per oltre 700 persone in forza dopo il 2003 (oggi 654 con gli ultimi pensionamenti).

A fronte di queste uscite , l’Atm non ha usufruito dei contributi provenienti dall’Ente Proprietario, cioè il Comune. “Basti dire – afferma Conte- che a fronte dei circa 26 miliardi di vecchie lire del 1999 (circa 13 milioni di Euro) a consuntivo 2008 il Comune ha trasferito 10,8 milioni di Euro (dieci anni dopo). Inoltre, il contributo in circa dieci anni è addirittura diminuito nonostante i maggiori impegni gravanti su ATM e il potere di acquisto dei circa 13 milioni di Euro del 1999 non può ovviamente paragonarsi a 13 milioni di euro di oggi, né tanto meno a 10,8 milioni di Euro.

Gli iniziali deficit di bilancio non ripianati – conclude Conte- negli anni hanno prodotto deficit su deficit, facendo di ATM un’Azienda progressivamente sempre più debole e quindi sempre meno autorevole sia nei confronti dei fornitori (ritardo nei pagamenti delle fatture), sia nei confronti dei singoli lavoratori (ritardo nella corresponsione degli stipendi) e sia nei confronti del Sindacato”.

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