Mattinata convulsa quella di ieri per l’Atm e per il commissario del Comune Gaspare Sinatra. Dopo la grottesca vicenda dell’“inseguimento- tra Palazzo Zanca e Provincia, con tanto di seduta del consiglio provinciale dedicata all’emergenza Atm, il sorprendente Sinatra, che a molti ha ricordato il film “Prova a prendermi-, ha trovato il tempo e il modo di chiudersi nel suo ufficio e rendere ufficiale quanto era stato preannunciato nei giorni scorsi: Antonio Grasso (nella foto, al centro), dirigente del dipartimento regionale Trasporti, ha ricevuto il nulla osta dalla Regione ed è il nuovo commissario speciale dell’Atm. Grasso sarà affiancato dagli altri componenti della commissione precedentemente nominati, Antonino Calabrò, ex dirigente dell’Asi, e Massimo Chiofalo, esperto di diritto societario e riforma società di capitali. I tre si sono già incontrati, ieri, con Sinatra, per fare il punto della situazione.

Intanto gli stipendi continuano a non arrivare, per quanto da Palermo giungano rassicurazioni sui fondi che dovrebbero essere stanziati entro il 22 febbraio prossimo. «Ma la banca – ricordavano ieri Amato e Lasagni della Uil – ne tratterrà una buona parte». C’è da registrare, tra l’altro, un’inquietante novità, che potrebbe avere risvolti seri sul fronte legale. Secondo le testimonianze di alcuni lavoratori, le somme che l’azienda trattiene regolarmente dagli stipendi per polizze vita, cessioni quinto, assicurazioni e quant’altro, non sarebbero state in realtà versate, con la conseguenza che le finanziarie e gli altri soggetti interessati hanno chiesto conto ai lavoratori stessi.

Si fanno sempre più insistenti, infine, le voci che da giorni si rincorrono su presunte trattative intavolate da Sinatra in persona sulla privatizzazione dell’azienda. Una prima notizia accennava ad un imprenditore romano interessato all’Atm e contattato dal commissario stesso, mentre la voce rimbalzata ieri riguarderebbe una trattativa francese con l’Ente autonomo trasporti di Parigi. Ovviamente nulla è confermato, ma che sia la privatizzazione la destinazione alla quale porta il percorso intrapreso diversi anni fa, appare ormai chiaro a tutti.

(le foto: nella prima Calabrò, Grasso e Chiofalo; nelle altre i lavoratori al consiglio provinciale e poi in -presidio- a Palazzo Zanca)