Bufera all'Istituzione dei Servizi sociali: il presidente Vernaci si è dimesso

Bufera all’Istituzione dei Servizi sociali: il presidente Vernaci si è dimesso

Redazione

Bufera all’Istituzione dei Servizi sociali: il presidente Vernaci si è dimesso

giovedì 03 Gennaio 2008 - 15:12

Curcio: «Un carrozzone che va soppresso». Santalco: «Un centro di potere clientelare».

Dopo il grave furto di alcuni computers dalla sede dell’Istituzione dei Servizi sociali, oggi si è dimesso Salvatore Vernaci, che da poche settimane era stato nominato presidente dal commissario Gaspare Sinatra al posto di Elio Sauta.

Le dimissioni di Vernaci offrono, a questo punto, una nuova chiave di lettura non solo rispetto al furto dei computers, che non si può escludere contenessero dati di una certa importanza, ma sull’intera gestione dell’Istituzione.

Proprio oggi Ciccio Curcio, ex consigliere comunale del Gruppo Misto, che durante il commissariamento Sbordone aveva chiesto la soppressione dell’ente, aveva dichiarato che «il gravissimo atto teppistico-delinquenziale posto in essere nei confronti dell’Istituzione Servizi Sociali impone a tutti, e primo tra tutti al dott. Sinatra, di rivedere le proprie posizioni e/o convincimenti politici-amministrativi e procedere alla soppressione del “carrozzone- attraverso lo strumento della revoca della delibera del Consiglio Comunale n° 65 del 28/11/2002 avente per oggetto “Approvazione statuto dell’Istituzione per i servizi sociali- ». In particolare Curcio ricordava tre aspetti fondamentali: «Non risultano siano state inoltrate al Consiglio Comunale, per il tramite del Sindaco, le relazioni sull’attività svolta per consentire l’esercizio dell’attività di controllo sul rispetto degli indirizzi generali e la predisposizione di quelli futuri di cui all’art.6 comma 2 dello statuto; non risultano regolati i rapporti economico finanziari ai sensi dell’art.27 dello Statuto, tra l’istituzione e il Comune attraverso la stipula di apposito contratto di servizio tramite il quale vengono definiti la qualità dei servizi che l’istituzione è tenuta ad erogare ed il corrispettivo che il Comune si impegna a trasferire; il piano programma, che è lo strumento fondamentale di programmazione e gestione, atteso che contiene, tra l’altro, le scelte relative ai servizi da ottenere, integrare o sopprimere e i sistemi di gestione dei servizi (gestione diretta, appalti, accreditamento, ecc..), veniva trasmesso in forte ritardo al Consiglio Comunale».

Sulla stessa scia un altro ex consigliere comunale, l’attuale segretario cittadino dell’Udc Carmelo Santalco: «L’Istituzione non è altro che un centro di potere clientelare. Le dimissioni di Vernaci sono la testimonianza di un malessere registrato con l’insediamento del nuovo Cda, nei confronti del quale so che c’è stato un certo ostruzionismo. La vicenda delle trenta assunzioni affidate ad un’agenzia di lavoro interinale, che non è certo sinonimo di trasparenza, è esemplificativa, perché si è verificata in barba persino alla delibera dell’ex sindaco Genovese che, dopo lo scandalo dell’Ato3, si liberò la coscienza imponendo alle partecipate l’evidenza pubblica per ogni assunzione. La verità è che in questi anni non è mai cambiato nulla – conclude Santalco – l’Istituzione è solo una sacca di potere che va eliminata».

A questo punto la domanda sorge spontanea: cosa c’era in quei computers rubati? C’è un nesso tra il furto e le dimissioni di Vernaci, avvenute meno di ventiquattrore dopo? Intanto la bufera è in pieno corso,e pare che il prossimo a dimettersi sarà il responsabile del servizio finanziario e di ragioneria Gaetano Saja.

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