Check-in dell'aeroporto a Messina, la Sogas chiede alla Provincia 50 mila euro al mese

Check-in dell’aeroporto a Messina, la Sogas chiede alla Provincia 50 mila euro al mese

Check-in dell’aeroporto a Messina, la Sogas chiede alla Provincia 50 mila euro al mese

venerdì 20 Maggio 2011 - 11:29

Questa la somma ritenuta necessaria per avviare il servizio. Rao (Pd): «Aeroporto dello Stretto e Metromare un fallimento dell’Amministrazione Ricevuto»

L’assistenza ai passeggeri che da Messina intendono raggiungere l’Aeroporto dello Stretto, con tanto di check-in sulla sponda sicula, è fattibile. Basta pagare. Quanto? 50.875 euro al mese. Questa è la cifra che la Sogas, la società che gestisce l’aeroporto di Reggio Calabria, ha chiesto alla Provincia per avviare sette servizi: check-in dedicato al pontile Dogana di Messina per tutte le compagnie aeree che lo autorizzeranno, in alternativa assistenza ai passeggeri per il web check-in; imbarco-sbarco passeggeri con tracciatura bagaglio da stiva fino a destinazione finale e rilascio di apposito documento di custodia, per tutte le compagnie che lo autorizzeranno; accoglienza a Messina dei passeggeri e gestione del trasferimento da e per i porti di Reggio Calabria e, qualora necessario, per futuri voli non serviti dal trasporto effettuato dal consorzio Metromare, Villa San Giovanni con destinazione o provenienza Aeroporto dello Stretto; servizi speciali per disabili, minori non accompagnati e vip; assistenza per bagagli disguidati; assistenza alla gestione delle irregolarità operative; supervisione ed assistenza informativa nelle aree portuali. Inoltre, si legge nella nota inviata dall’amministratore delegato della Sogas Pasquale Bova al presidente della Provincia Nanni Ricevuto, «nel caso dell’avvio di nuovi voli che dovessero essere privi delle necessarie coincidenze in relazione allo schedulato del Consorzio Metromare sul collegamento porto di Messina – porto di Reggio Calabria. In tal caso Sogas attiverà un servizio col pullman per e dall’Aeroporto dello Stretto, via Villa S. Giovanni, il cui costo aggiuntivo sarà per l’occorrenza quantificato». Insomma, alla modica cifra di 600 mila euro l’anno, il check-in si può fare. Con buona pace di chi pensa che fosse sufficiente il 20 per cento di quote azionarie che la Provincia detiene nella Sogas, quote aumentate, peraltro di recente, con spese per quasi un milione di euro fino ad oggi.

Sul rapporto Provincia – Sogas – Metromare è particolarmente duro il capogruppo del Pd a Palazzo dei Leoni Pippo Rao, che ricorda come l’attivazione del check-in a Messina sia stato annunciato più e più volte da Ricevuto: l’ultima data comunicata “urbi et orbi” è stata quella del 19 aprile. Pare evidente che anche questa sia rimasta a vagare nell’aere senza concrete conseguenze. Rao ricorda pure che «il servizio di Metromare dello Stretto costa all’erario ed ai cittadini già svariati milioni di euro l’anno (l’appalto era per 23 milioni di euro per tre anni) per un servizio di fatto poco funzionale ma costosissimo. Senza trascurare il fatto che la Provincia di Messina si è tuffata nell’operazione Sogas con l’aumento delle quote azionarie in modo rischioso ed azzardato, visti gli spaventosi debiti dell’ente in oggetto e le perdite annue continue che rischiano di tirare dentro un baratro finanziario la Provincia di Messina». Come se non bastasse, dopo le innumerevoli richieste dei bilanci degli ultimi tre anni della Sogas, si è scoperto che la Provincia non ne è in possesso. «E comunque – aggiunge Rao – non li fornisce. Ma allora come si è potuto investire in una operazione come questa senza neanche analizzare i bilanci di una società che si intendeva ricapitalizzare».

E se, secondo Rao, sembra già assurdo ricapitalizzare una società con debiti enormi, «ancora di più sarebbe sborsare ulteriori soldi a carico dell’erario pubblico per servizi che, tra Metromare e partecipazione della Provincia alla Sogas, dovrebbero essere quanto meno compresi». I 50 mila euro mensili di cui sopra. Rao, infine, chiede a Ricevuto se prima o poi, in uno dei suo «viaggi della speranza a Roma, prima o poi chiederà conto e ragione del perché i 5 milioni di euro aggiuntivi a quelli per la gara d’appalto, previsti dall’originario decreto di finanziamento per la Metromare e che sarebbero dovuti servire per l’abbattimento dei costi dei biglietti per i pendolari, sono spariti». Aspettando il prossimo annuncio.

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