E se ci ribellassimo alla sentenza del Cga?

E se ci ribellassimo alla sentenza del Cga?

Redazione

E se ci ribellassimo alla sentenza del Cga?

martedì 09 Ottobre 2007 - 08:50

A proporre questo spunto di riflessione Daniele Ialacqua, segretario cittadino di Rifondazione Comunista

L’annullamento delle amministrative del 2005 continua a suscitare emozioni e polemiche, e adesso a lanciare una provocazione ai messinesi è il presidente di Legambiente Sicilia, Daniele Ialacqua, che domanda ai suoi concittadini -perché non ribellarsi alla sentenza del Cga-?

-Le sentenze non si commentano, si rispettano, dice Ialacqua nel suo commento destinato a chi pensa di poter rimanere immobile di fronte a quanto accaduto e pubblicato sul sito dei comunisti siciliani. La frase che spesso sentiamo dire anche da improbabili garantisti non può sicuramente applicarsi al caso di oggi, ovvero alla sentenza del CGA di Palermo che annulla le elezioni comunali di Messina e due anni di gestione della giunta di centro sinistra guidata dal sindaco Genovese.-

-Al di là del giudizio sull’attività della giunta – continua Ialacqua – è mai possibile che consiglieri comunali, assessori, politici di centro-sinistra e di centro-destra, deputati vari, partiti e sindacati, accettino la incredibile sentenza del CGA e pensino già al dopo, senza accennare ad una pur minima seria reazione giuridica e politica contro questa scandalosa sentenza? Abbiamo assistito in questi due anni a veementi filippiche di illustri consiglieri comunali su qualsiasi questione (dal posteggio negato ai consiglieri ai gabinetti di villa Mazzini), a deputati nazionali interessarsi con piglio aggressivo di…spazzatura, ad esponenti politici locali accalorarsi per le sorti del Messina calcio, ed invece oggi, di fronte ad uno schiaffo, anzi ad un pugno dato alla città, ai messinesi, “reagiscono- farfugliando qualche critica, manifestando stupore e dispiacere, senza lanciare una pur minima iniziativa di protesta! Anzi no, qualche consigliere pensa, senza vergognarsi, che si possa fare qualcosa almeno per salvare le poltroncine dei consiglieri comunali per “vigilare- sugli atti del commissario o sperano di mantenere in vita i consigli di quartiere che, senza la giunta e non avendo poteri gestionali, servono solo a far spendere altri soldi pubblici! Ma mi facciano il piacere, direbbe Totò!-

-Non è difficile capire – sostiene Ialacqua -tranne che per Buzzanca, che a rimetterci in tutto questo non è tanto o solo il sindaco Genovese o il centro-sinistra, e neanche solo la città di Messina, quanto la credibilità della politica e delle istituzioni (in tempi nei quali è messa a dura prova) e direi anche della stessa Costituzione italiana. La sentenza del CGA recita tra l’altro: “..il procedimento si è svolto al di fuori delle scansioni temporali di legge e …vi è stata comunque una alterazione del risultato elettorale non ricostruibile ex post-. E sarebbe questa la sentenza da rispettare, da non commentare? Annullare le elezioni comunali per un motivo in ultima analisi formale e procedimentale, perché di questo si tratta, significa infatti calpestare la sovranità popolare espressa esercitando il diritto al voto tutelato dalla Costituzione! Quale diritto invece è stato tutelato se non quello di una lista di napoletani presentata per fare un dispetto a Bobo Craxi, prendendo di fatto in giro i messinesi, le elezioni, la democrazia? “…elettori propensi a votare per la lista, esclusa all’ultimo momento, si sono trovati in difficoltà ad esprimere il voto, vale a dire a votare correttamente con la dovuta ponderazione e previa individuazione così di una diversa scelta-. Ma quali elettori avrebbero potuto votare una lista virtuale, senza programma, senza candidati locali, senza avere fatto campagna elettorale, senza avere partecipato ad alcun dibattito? Che fare dunque? Riteniamo in primo luogo che debba riaprirsi la questione in merito alla legittimità costituzionale della composizione del CGA. Più volte è stata sollevata, con risultati alterni, per la presenza nel CGA di giudici non togati nominati dalla Regione Siciliana ed in particolare dal Presidente della Regione, con rischi che l’esecutivo possa condizionare l’azione dei giudici. Andrebbe quindi sollevata, ove possibile, la costituzionalità della sentenza del CGA che lede, a nostro avviso, la sovranità popolare sancita dalla costituzione. Politicamente andrebbe avviata un’azione forte come ad esempio l’indizione di una assemblea permanente del consiglio comunale che occupi di fatto la sala consiliare 24 ore su 24 fino a che si faccia della scandalosa sentenza del CGA un caso nazionale, chiamando a raccolta partiti, sindacati, associazioni, cittadini. Siamo uomini, o caporali? Direbbe sempre il nostro Totò-.

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