Consiglio, si chiude. D'Amore: «Orgoglioso di questi consiglieri»

Consiglio, si chiude. D’Amore: «Orgoglioso di questi consiglieri»

Redazione

Consiglio, si chiude. D’Amore: «Orgoglioso di questi consiglieri»

martedì 09 Ottobre 2007 - 11:20

Con l'arrivo della notifica, il Civico Consesso chiude la propria attività. Il “bilancio- del presidente

Non ci fosse stato il convegno della Cgil ad animare Palazzo Zanca, i corridoi della “casa comunale- oggi sarebbero stati desolatamente vuoti. Pochi gli ormai “ex- consiglieri in giro, chiuse le porte dei vari gruppi. Qualcuno si presenterà a raccogliere le proprie carte, qualcun altro si farà vedere comunque per proseguire la propria campagna elettorale. Di certo c’è che il Consiglio comunale s’è sciolto, cessata ogni sua attività, e di conseguenza anche le sue commissioni. Il commissario che verrà assumerà anche le veci del civico consesso, ma potrà nominare esperti che, presumibilmente, lo coadiuveranno in questo lavoro.

Fabio D’Amore, “decaduto- anch’egli dalla carica di presidente del Consiglio comunale, dichiara che «mi è sembrato opportuno, da oggi, non far più tenere riunioni di Commissione e Consigli comunali, in quanto non essendo più legittimati a ricoprire il ruolo che i nostri elettori ci avevano, loro sì, legittimamente conferito, si sarebbe potuto incorrere nel reato di usurpazione di pubbliche funzioni, essendo a conoscenza di una sentenza – sottolinea volutamente D’Amore – pur se non ancora notificataci per motivi burocratici. E sicuramente questo ulteriore sberleffo i Consiglieri comunali non lo avrebbero meritato, in quanto hanno dimostrato in questi mesi un notevole senso di responsabilità, che li ha portati a votare atti scomodi ma necessari per la Città di Messina, nonostante un gruppo di loro si trovasse ancora sotto la scure della Corte dei Conti per degli atti, i debiti fuori bilancio di Messinambiente votati nelle gestione commissariale, che se da un lato hanno sicuramente evitato alla città di essere sepolta dall’immondizia e salvata da probabili disordini sociali, dall’altro hanno gravato le menti dei Consiglieri di pensieri poco graditi soltanto per ottemperare al loro alto senso civico e per onorare il giuramento formulato al momento dell’insediamento».

Nonostante non siano mancate le polemiche, in questi due anni, in seno al Consiglio e a proposito proprio della gestione dell’ufficio di presidenza, D’Amore dice che «non posso che essere orgoglioso di questi Consiglieri comunali, che, pur con le normali divergenze di opinioni, hanno dato vita ad un confronto serrato ma corretto, senza che mai una sporadica tracotanza esegetica travalicasse il limite della decenza e del consentito. Ma tutto questo è il sale della politica e sono convinto che se ne avessimo avuto il tempo, avremmo saputo evidenziare appieno le nostre qualità ed avremmo saputo dare vita ad atti importanti essendo anche dotati di grande spirito di iniziativa, come abbiamo dimostrato nel superare l’empasse iniziale della Giunta, quando non riusciva a produrre atti per il Consiglio, tenendo lo stesso vivo ed attuale, facendo ampio ricorso agli strumenti statutari a nostra disposizione, quali la possibilità di proporre noi stessi atti deliberativi e proponendo l’istituzione del Consiglio aperto, con il quale abbiamo tenuto accesi i riflettori su importanti tematiche, come il piano regolatore del porto, la gestione dei rifiuti, le tematiche dell’attraversamento dello stretto ecc, e con questi stessi mezzi, eravamo sul punto di varare le riforme dello statuto e del regolamento comunale, delle innovazioni riguardo il regolamento per la disciplina delle forme della partecipazione popolare all’Amministrazione locale, dei nuovi criteri per le nomine dei rappresentanti del Comune presso enti, aziende, istituzioni e S.p.a. ed eravamo prossimi al dibattito sulle aperture domenicali degli esercizi commerciali e sulla pedonalizzazione permanente di parte del Viale S. Martino, sulla spinosa dismissione di immobili quali Zancle, Città nuova e Sicim, sulle modifiche al Piano regolatore vigente, oltre a tante altre minori proposte per razionalizzare al meglio la vita cittadina».

«Quindi, a mio parere, il Consiglio – prosegue D’Amore – come da me esortato all’inizio del mandato, ha svolto appieno il suo compito, sopperendo anche a talune mancanze dell’Amministrazione per la presentazione frequentemente fuori tempo massimo di proposte di delibera che ci hanno costretti a veri e propri tour de force, come successo nei giorni delle vacanze natalizie, per quanto riguardava la votazione dei debiti fuori bilancio derivanti da sentenze e pignoramenti (al fine di non far lievitare in maniera abnorme i costi per il comune), o, come accaduto durante il commissariamento da parte degli enti locali, quando il consiglio in 8 giorni, lavorando continuativamente mattina e sera ha evitato l’azione sostitutiva approvando il bilancio di previsione che ci era stato presentato con due mesi di ritardo con le conseguenti ulteriori ripercussioni che avrebbero gravato sulla ormai martoriata città. Riallacciandomi al discorso dell’insediamento, in cui auspicavo che il Consiglio acquisisse la consapevolezza della delicatezza del ruolo rivestito e del grande peso che avrebbe potuto e dovuto avere nell’economia della città, perseguendo soltanto il fine esclusivo del bene comune, mettendo da parte i piccoli interessi di bottega, posso dire di essere pienamente soddisfatto, in quanto tutti i consiglieri, sia di maggioranza che di opposizione, hanno dimostrato grande senso di responsabilità, mantenendo negli atti fondamentali il numero legale in aula, consentendo fino alla fine, nelle due ultime delibere votate nei giorni di venerdì e sabato, a sentenza oramai conosciuta, di mettere ordine al bilancio e di adempiere alle diffide inviateci dall’Assessorato enti locali. Di questo, ripeto, ne vado fiero e se c’è stata qualche discrasia nel Consiglio, essa è imputabile sicuramente al clima di incertezza dovuto alla spada di Damocle pendente, che ha portato, umanamente, qualche Consigliere a distrarsi, salvo poi essere sempre presente nei momenti che contavano veramente».

D’Amore ringrazia i suoi vice presidenti, Roberto Sparso e Giovanna Crifò, il segretario generale e tutto lo staff, e conclude con «l’augurio di ritrovare (politicamente parlando, perché umanamente non ho dubbi, visto lo splendido rapporto che si creato tra molti di noi) non so in quale veste o da quale parte della barricata quanti hanno fatto parte di questo Consiglio in quanto sicuramente non potrei mai avere compagni od avversari migliori di loro».

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