Debiti fuori bilancio, ecco la commissione d'inchiesta

Debiti fuori bilancio, ecco la commissione d’inchiesta

Debiti fuori bilancio, ecco la commissione d’inchiesta

lunedì 23 Marzo 2009 - 14:32

Ufficializzati i diciassette componenti, presidente Felice Calabrò (Genovese Sindaco). Rappresentati tutti i gruppi tranne -Con Francantonio per Messina-, che ha rinunciato.

E’ stata ufficializzata la nomina dei componenti della commissione consiliare d’inchiesta sui debiti fuori bilancio. Il consiglio comunale ne aveva approvato all’unanimità la delibera, dopo la proposta lanciata dall’esponente dell’Udc di D’Alia Pippo Ansaldo, eleggendo il capogruppo di -Genovese Sindaco-, l’avvocato Felice Calabrò, come presidente. Adesso tutti i gruppi, tranne uno, hanno presentato i propri componenti, dunque la commissione è ufficialmente operativa. L’unico gruppo consiliare che non verrà rappresentato è -Con Francantonio per Messina-, che ha rinunciato. Oltre il presidente Calabrò, sono dunque sedici i componenti: ovviamente il già citato Ansaldo, Nicola Barbalace, Antonio Barone, Claudio Canfora, Ivano Cantello, Nino Carreri, Carmelo Conti, Nicola Cucinotta, Gaetano Gennaro, Giuseppe Melazzo, Giorgio Muscolino, Elio Sauta, Antonino Spicuzza, Salvatore Ticonosco, Pippo Trischitta e Santi Zuccarello. Non sfugge il fatto che, in virtù della forte frammentazione di liste figlia della discussa e discutibile legge elettorale in vigore, ben sette componenti sono dell’opposizione, ai quali si potrebbero anche aggiungere almeno tre, se non quattro, -frondisti-.

La commissione d’inchiesta, ad ogni modo, dovrebbe lasciar poco spazio alla politica e lavorare su carte, atti e leggi. Non a caso sono diversi gli avvocati che ne fanno parte. I ruoli della commissione sono descritti dall’articolo 60 del regolamento del consiglio comunale, nel quale si specifica che essa «ha tutti i poteri necessari per l’espletamento dell’incarico. Su richiesta del coordinatore il segretario comunale mette a disposizione della commissione tutti gli atti, anche di natura riservata, afferenti all’oggetto dell’inchiesta od allo stesso connessi». Inoltre «al fine di acquisire tutti gli elementi di conoscenza necessari per l’espletamento dell’incarico ricevuto, la commissione può effettuare l’audizione di membri del consiglio e della giunta, del collegio dei revisori, del difensore civico (qualora ce ne fosse uno, ma non è il caso del Comune di Messina, ndr), del segretario generale, dei responsabili degli uffici e servizi e dei loro dipendenti, dei rappresentanti del Comune in altri enti ed organismi. I soggetti invitati alle audizioni non possono rifiutarsi. La convocazione e le risultanze dell’audizione restano riservate fino alla presentazione al consiglio della relazione della commissione. Fino a quel momento i componenti della commissione ed i soggetti uditi sono vincolati al segreto d’ufficio».

Nella relazione che verrà poi consegnata al consiglio, «la commissione espone i fatti accertati ed i risultati delle indagini eseguite, escludendo comunicazioni e riferimenti acquisiti durante le audizioni e l’inchiesta che non sono risultati, direttamente od indirettamente, connessi con l’ambito della medesima, per gli stessi è mantenuto il segreto d’ufficio di cui al precedente quarto comma. Il consiglio comunale – si legge ancora nel regolamento – preso atto della relazione della commissione, adotta i provvedimenti conseguenti se di sua competenza o, in caso diverso, esprime alla giunta i propri orientamenti in merito alle deliberazioni che quella dovrà adottare entro un termine prestabilito».

E’ evidente come la nascita di questa commissione d’inchiesta rivesta una grande importanza per il Comune, essendo i debiti fuori bilancio una delle cause principali della disastrosa situazione economica dell’ente. Nei giorni scorsi vi abbiamo mostrato l’esempio dell’ultimo debito approvato dal commissario ad acta, partito da 57mila euro nel ’93 e arrivato a ben 130mila euro oggi, somme che il Comune sta già pagando. Ma sono tanti i casi di crediti vantati nei confronti di Palazzo Zanca e lievitati mostruosamente negli anni, a causa di interessi, spese legali, ma anche di atteggiamenti superficiali da parte del Comune stesso. La commissione nasce proprio per questo: per accertare responsabilità e individuare le criticità di un sistema, burocratico e non solo, che ha portato le casse comunali al collasso.

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