L'ex consigliere comunale Francesco Curcio chiede alla Regione chiarezza sulle Zps

L’ex consigliere comunale Francesco Curcio chiede alla Regione chiarezza sulle Zps

Redazione

L’ex consigliere comunale Francesco Curcio chiede alla Regione chiarezza sulle Zps

sabato 01 Dicembre 2007 - 15:29

Quasi due pagine scritte di pugno per tentare di fare chiarezza sulle zone a protezione speciale. Ma soprattutto per cercare di salvare un territorio devastato da costruzioni che prendono il posto di intere colline. L’ex consigliere comunale Francesco Curcio(nella foto) affida le sue valutazione ad una nota in cui dipana la matassa che riguarda la normativa sulle Zps. Chiede alla deputazione regionale di far sentire la propria voce e invita la Regione a fare luce e dare certezza di diritto agli operatori del settore e agli uffici comunali.

Ecco il testo integrale della nota di Francesco Curcio.

“Il Comune di Messina aveva previsto circa 20 milioni di euro di entrate nell’anno 2007 da attività collegate all’urbanistica; in parte derivanti dagli introiti della definizione delle pratiche giacenti relative al condono edilizio e in parte dagli oneri di urbnizzazione.

Le previsioni non sono state rispettate sia per una sopravvalutazione da parte degli uffici competenti del numero delle pratiche di condono sia dal blocco derivante dalle restrizioni dettate dalla individuazione di circa il 70% del territorio messinese quale zona di Protezione Speciale.

Intendiamoci nessuno può non ammettere che il territorio messinese fa parte di un corridoio migratorio di assoluta importanza per quantità e qualità di specie animali che lo sorvolano ogni anno.

Non è assolutamente tollerabile, a prescindere della ZPS, che questo territorio continui ad essere devastato da costruzioni che prendono il posto di intere colline o di aree di pregio o tutelate dalle norme del Piano Regolatore.

Non è altrettanto tollerabile, che da Palermo vengano emanate disposizioni che penalizzano indiscriminatamente il settore edilizio creando confusione, panico e ingenti danni agli operatori.

La deputazione regionale messinese almeno una volta in questi anni si era fatta sentire ed aveva ottenuto che l’Assemblea Regionale adottasse la L.R. n. 13 dell’ 8 maggio 2007, “Disposizioni in favore dell’esercizio di attività economiche in siti di importanza comunitaria e zone di protezione speciale…….-. che disponeva testualmente all’art. 1 comma 1 “Le determinazioni sulle valutazioni di incidenza, previste dall’articolo 5 del D.P.R. 8 settembre 1997, n. 357, sono attribuite ai comuni nel cui territorio insistono i siti SIC e ZPS. Le valutazioni di incidenza che interessino siti SIC e ZPS ricadenti all’interno dei parchi naturali sono di competenza dell’Ente parco.

E invece al comma 2. “Sono di competenza dell’Assessorato regionale del territorio e dell’ambiente le valutazioni di incidenza che riguardano l’intera pianificazione comunale, provinciale e territoriale, ivi compresi i piani agricoli e faunistico-venatori che non sono stati ancora approvati alla data di entrata in vigore della presente legge.-

Fino ad allora tutte le Valutazione di Incidenza Ambientali dovevano essere approvate dal Servizio 2 – V.A.S. V.I.A dell’Assessorato Regionale Territorio e Ambiente previo pagamento da parte dei committenti privati di una somma pari allo 0,2 per cento dell’importo del progetto di massima.

Nel mese di luglio 2007 l’Ufficio Legislativo e Legale della regione siciliana su richiesta dell’Assessorato Territorio e Ambiente esprime un articolato parere con il quale viene sancito tra l’altro che la L.R. 7 “ha attribuito ai comuni la competenza in ordine all’intera procedura sulle valutazioni di incidenza previste dall’art. 5, D.P.R. n. 357/1997- e ancora che le istanze presentate presso il Dipartimento Regionale dai soggetti interessati prima della entrata in vigore della nuova disciplina per le quali non era stata svolta alcuna attività istruttoria o per le quali la fase istruttoria non era ancora completata, doveva trovare immediata applicazione la nuova normativa e il Dipartimento Regionale urbanistico avrebbe dovuto trasmette le istanze già ricevute ai Comuni.

Inopinatamente a settembre del 2007 viene richiesto da parte del servizio 2 dell’ARTA un ulteriore parere chiedendo se la “intera pianificazione comunale- andava riferita al solo P.R.G. o includeva i piani attuativi dello stesso quali i piani particolareggiati e quelli di lottizzazione .

In una paginetta, di risposta, l’Ufficio Legislativo e Legale dice che “la locuzione intera pianificazione da adito ai dubbi ravvisati da codesto assessorato a seconda del fatto che venga riferita a tutto il territorio e, quindi, al solo strumento urbanistico generale ovvero a tutti gli strumenti di pianificazione. In tale seconda ipotesi, infatti, dovrebbero includersi i piani attuativi che riferendosi ad ampie porzioni del territorio integrano la pianificazione generale.-

In data 27 novembre il servizio 2 – V.A.S. V.I.A. ha inviato una nota al Comune di Messina con la quale si rivendica che la competenza a valutare l’incidenza ambientale dei piani di lottizzazione e di quelli particolareggiati spetta all’A.R.T.A. e di conseguenza non possono essere espletate da parte del Comune di Messina le valutazioni di incidenza ex art. 5 del DPR 357/97 e s.m.i. dei piani di lottizzazione e dei piani particolareggiati.

A questo punto non si esclude una revoca in autotutela delle concessioni edilizie rilasciate con grave danno per chi avendo già pagato le spese di istruttoria dovrà rispedire tutto a Palermo ripagare altre spese di istruttoria e aspettare mesi che il servizio 2 – V.A.S. V.I.A. abbia il tempo per esaminare i carteggi messinesi.

Spero che la deputazione regionale se c’è ancora batta un colpo !!!!!!

Porti in aula una norma di interpretazione autentica della L.R. 13 del’8 maggio 2007 e si dia finalmente certezza del diritto sia agli operatori del settore che agli uffici comunali.-

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