Finocchiaro apre, Genovese chiude: le alleanze “a geometria variabile- fanno discutere

Finocchiaro apre, Genovese chiude: le alleanze “a geometria variabile- fanno discutere

Redazione

Finocchiaro apre, Genovese chiude: le alleanze “a geometria variabile- fanno discutere

lunedì 15 Dicembre 2008 - 16:27

La senatrice: «Sì a maggioranze inedite per il bene della Sicilia». Il segretario regionale del Pd: «Il tema è troppo delicato per essere affidato alle esternazioni della domenica»

Geometrie variabili sì, geometrie variabili no. In un periodo nel quale i confini ideologici degli schieramenti politici sono sempre meno “visibili-, in una regione dove la partita del post-cuffarismo si gioca soprattutto sul campo minato della sanità, il dibattito sulla possibilità di creare alleanze trasversali su precisi atti legislativi si infiamma e anima, in particolare, il Partito Democratico.

Così se da una parte il presidente dei senatori del Pd Anna Finocchiaro, “rivale- di Raffaele Lombardo alle ultime elezioni regionali, sembra “aprire- a questa evenienza, dall’altra il segretario regionale Francantonio Genovese schiaccia in maniera decisa il piede sul freno e ribadisce: «Nessuna stampella al governatore».

La Finocchiaro aveva dichiarato che Lombardo «è in gravi difficoltà e sono anche le difficoltà, e lo voglio dire senza veli, di chi ha deciso di mettere mano a una partita, quella della sanità che solitamente era un luogo di coagulo di interessi molto forti sia politici sia di altro genere. Avere messo mano a questa questione è stato un atto di coraggio. Il nostro gruppo all’Ars apprezza quando c’è da apprezzare ed è molto vigile quando c’e da controllare. Le geometrie variabili fanno parte di un altro percorso. Intanto se ci saranno questioni sulle quali si possono formare maggioranze inedite per il bene della Sicilia, per la sua modernizzazione, e per la rottura di centri di potere, questo sta nelle cose».

Un’uscita poco gradita a Genovese: «Accogliendo l’invito di Veltroni a ‘non farci male da soli’ – risponde l’ex sindaco di Messina – non intendo polemizzare con Anna Finocchiaro per le sue dichiarazioni sulla possibilità di ‘alleanze inedite’ con l’MPA di Lombardo e non si sa chi altri. Desidero però ribadire quanto ho detto all’Assemblea di sabato scorso, e cioè che il PD, ferma restando la possibilità di convergere con chiunque per l’approvazione di riforme e leggi innovative, deve fare molta attenzione a non dare l’impressione di voler andare ‘in soccorso del vincitore».

«Su Lombardo ho espresso dei giudizi negativi – continua Genovese – ma certamente più lusinghieri di quelli formulati da Anna Finocchiaro durante la recente campagna elettorale per le regionali. Capisco che l’approssimarsi del Natale renda tutti più buoni, ma non accetto che il PD possa essere strumentalizzato dal Presidente della regione per ridurre a più miti consigli i suoi riottosi alleati. Il tema delle alleanze è talmente serio da non poter essere affidato alle iniziative di singoli parlamentari o alle esternazioni della domenica. Questo vale a Palermo così come a Roma, altrimenti ognuno di noi potrebbe sentirsi in diritto di valutare quali siano le ‘alleanze inedite’ da sperimentare per il bene dell’Italia. E penso che su questo tanto Veltroni che Anna Finocchiaro saranno d’accordo. Sono certo che nella prossima riunione della direzione regionale – conclude – alla quale mi auguro che Anna farà di tutto per essere presente, avremo modo di affrontare con più serenità anche questo argomento».

Non usa mezzi termini, invece, per commentare la situazione l’europarlamentare di Rifondazione Comunista Giusto Catania: «La cosiddetta maggioranza variabile che in Sicilia mette insieme Mpa e Pd è una schifezza politica e rappresenta il peggio del consociativismo. L’unico reale obiettivo che si propone questa operazione è la sostituzione del sistema di potere cuffariano con quello della coppia Lombardo-Cracolici. A distanza di pochi mesi dalle elezioni il Pd sembra avere dimenticato su quali basi è costruito il sistema di potere di Lombardo e la senatrice Finocchiaro, che da Roma da’ il placet all’improponibile accoppiata, sembra improvvisamente interessarsi di una Sicilia che aveva cancellato dalla sua agenda politica dopo le elezioni».

(foto Dino Sturiale)

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