Il futuro secondo Blandina

Il futuro secondo Blandina

Redazione

Il futuro secondo Blandina

giovedì 21 Giugno 2007 - 09:06

Le parole chiave sono crescita e sviluppo. Il neoeletto presidente della Confindustria Messina, Ivo Blandina, ci ha parlato della sua idea di futuro per il territorio di Messina e provincia.

Presidente, visto il suo curriculum [tra l’altro socio fondatore e amministratore della agenzia marittima “Blamar snc- di Messina; socio e amministratore unico della “SPT servizi portuali tirreno srl- di Milazzo; socio fondatore dell’impresa portuale “Comet srl- di Messina; presidente C.di A. “Marina del Nettuno srl-; presidente C.di A. “Marina del Nettuno Milazzo s.r.l.- ndr], immagino che veda nel mare e nelle attività ad esso connesse il motore per lo sviluppo della città.

– Intanto dobbiamo chiarire questo equivoco. Anche se ci chiamiamo “Confindustria Messina- noi siamo un’associazione provinciale. In provincia c’è un grande dinamismo, in alcuni settori merceologici si raggiungono punte di eccellenza. E ci sono grandi speranze.

Cose che non si possono dire del capoluogo?

– La città è paralizzata, c’è un fenomeno di regressione. Io ricordo, anche se per motivi anagrafici [nato il 13 maggio 1960 ndr] non ho vissuto pienamente, un periodo in cui a Messina esisteva l’industria agrumaria e dei derivati, la cantieristica, il commercio del legname, dei cereali, le officine per la riparazione delle carrozze ferroviarie. Abbiamo perso Marisicilia e la flotta, il distretto militare, l’ospedale militare, il Registro Navi Maggiori, per cui non ci sono più navi che viaggiano per il mondo portando a poppa il nome della città di Messina (che rappresentava se non altro un’occasione per esportare il nome della città).

Cos’è nato al posto di queste attività perdute?

– Niente. Quasi niente.

Perché? Cos’è mancato?

– Pensiamo all’Irlanda, che dieci anni fa era considerata un paese poverissimo. Adesso ha un economia avanzata.

L’Irlanda ha sfruttato al meglio i fondi strutturali europei.

– Alla base dello sviluppo di un territorio c’è la capacità progettuale della politica, di fare scelte strategiche forti per il futuro. La politica deve creare le opportunità per permettere alle attività imprenditoriali di crescere e creare ricchezza. Per esempio creando distretti, agglomerando così diverse realtà produttive che si rafforzano a vicenda.

Come il distretto turistico “Taormina – Etna-. Non si potrebbe riprodurre quella idea per Messina Milazzo e le isole Eolie?

– Le proposte si fanno, ma poi ci vogliono i politici, locali e nazionali, che facciano pianificazione del territorio coerente e orientata verso lo sviluppo.

Qual è la sua opinione sul conflitto tra l’Ente Porto e l’Autorità portuale?

– Il conflitto istituzionale di certo non serve a nulla. Personalmente credo che l’Ente Porto sia in cima alla lista degli enti inutili e costosi. E per di più è dannoso, perché sventola la bandiera dell’interesse per lo sviluppo, ma in realtà blocca qualsiasi iniziativa coerente con la pianificazione dell’Autorità e le esigenze delle imprese.

Qual è il suo giudizio sull’operato del presidente uscente dell’Autorità, Enzo Garofalo?

– Garofalo si è preoccupato di appaltare e completare le attività avviate dai predecessori. Ha fatto un’importante opera di recupero della zona falcata, ha ampliato l’offerta di servizi ai croceristi. Se gli affideranno un secondo mandato speriamo che faccia approvare il piano regolatore del porto, e che riesca a migliorare la situazione della trasportistica per quanto riguarda gli scambi intermodali.

Queste sono dunque le priorità del futuro presidente dell’Autorità portuale, che verrà scelto tra poco?

– Sì. Abbiamo delle banchine bellissime, a Messina e a Milazzo, ma per usare al meglio le strutture ci vogliono le scelte politiche a monte.

Cosa pensa dell’allargamento dell’approdo a Tremestieri? Non sarebbe meglio spostare tutto il traffico gommato a Giammoro?

– Per come la vedo io, l’attività di traghettamento diventerà sempre più di cabotaggio, con navi sempre più grandi. Se è vero che si tende a spostare tutto il traffico normale, commerciale, e ferroviario a Tremestieri, c’è bisogno di un porto, non di due o più scivoli. Liberiamo il porto storico al centro della città per usarlo per le navi da crociera e per i pendolari. Invece di spendere 100 milioni per fare un’opera insufficiente, spendiamone 250 e risolviamo tutti i problemi.

Ma a Tremestieri c’è lo spazio per un intero porto?

– Lo spazio non è un problema. Se necessario si può avanzare sul mare invece che retrocedere sulla terraferma. E comunque oggi i porti non hanno più bisogno di banchine profondissime per mantenere tutti i servizi nello stesso posto. Pensiamo a Genova, dove i container vengono trasportati e stoccati sulle colline. Dobbiamo uscire dalla logica dell’emergenza, altrimenti non faremo un passo avanti.

Cosa pensa del progetto di rinnovamento dei due maggiori stadi sportivi messinesi?

– Sul progetto dei Franza, se sta in piedi dal punto di vista economico e dell’impatto sociale, non ho obiezioni. Tanto più che potrebbe attirare partner, quindi indurre altri imprenditori ad investire nella città.

Tra i suoi vicepresidenti c’è Fabio Cassi, amministratore della banca “Antonello da Messina-, che è attualmente l’unica banca espressione del territorio. Cosa significa per un imprenditore avere una banca così fisicamente vicina?

– Soprattutto per i piccoli imprenditori è una grande opportunità. Migliora i rapporti, dando la possibilità di parlare direttamente con i dirigenti, invece che con qualche funzionario che fa da intermediario di una dirigenza lontana chilometri, indifferente alla situazione specifica.

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Commenta
Tempostretto - Quotidiano online delle Città Metropolitane di Messina e Reggio Calabria

Via Francesco Crispi 4 98121 - Messina

Marco Olivieri direttore responsabile

Privacy Policy

Termini e Condizioni

info@tempostretto.it

Telefono 090.9412305

Fax 090.2509937 P.IVA 02916600832

n° reg. tribunale 04/2007 del 05/06/2007