I giudici del tribunale, sezione misure di prevenzione di Palermo, hanno ordinato nei giorni scorsi il sequestro di beni riconducibili a boss di Cosa nostra, per un valore complessivo di circa 300 milioni di euro.
Soddisfazione è stata espressa da più parti del mondo politico, che ha accolto il fatto alla stessa stregua “dell’arresto di un boss ricercato da anni-, così come affermato dal ministro Amato.
Ad esprimersi sulla vicenda anche Francantonio Genovese, segretario regionale del Pd, che in una nota afferma che “il provvedimento di sequestro dei beni mafiosi dimostra come l’attacco a Cosa Nostra, da parte dello Stato, rientri in una strategia di lotta alla criminalità organizzata che non trascura nessun fronte e mira al progressivo indebolimento del controllo mafioso, fino ad arrivare al suo totale annientamento.
Privare pesantemente le cosche della loro linfa, decapitarne i vertici con i numerosi arresti effettuati dalle forze dell’ordine, fare il vuoto attorno alle organizzazioni malavitose con l’opera di contrasto svolta dalle associazioni, sono azioni che danno il segnale di una svolta nella lotta contro la mafia, alle quali è necessario dare la continuità garantita negli ultimi anni dal ministro Amato. Così come fanno commercianti ed imprenditori, nonostante i continui attentati, come quello subito, dalla ‘Savit’, l’azienda del vicepresidente di Federturismo, Giuseppe Scichilone, al quale va tutta la nostra solidarietà-.