Genovese sulla richiesta di condanna a Cuffaro: «Si evitino tensioni strumentali»

Genovese sulla richiesta di condanna a Cuffaro: «Si evitino tensioni strumentali»

Redazione

Genovese sulla richiesta di condanna a Cuffaro: «Si evitino tensioni strumentali»

martedì 16 Ottobre 2007 - 15:01

Segretario regionale del Partito democratico praticamente da un giorno, Francantonio Genovese non poteva esimersi dal commentare la vicenda del giorno, per quanto riguarda la vita politica siciliana: la richiesta di condanna a otto anni per Totò Cuffaro.

«La richiesta del pubblico ministero nei confronti del Presidente della Regione – afferma Genovese – sollecita riflessioni che non possono disattendere l’interesse che, su questa vicenda, si sta sempre più amplificando, proprio nel momento in cui giunge dalle comunità locali una forte ed immediata richiesta di legalità e di sicurezza. Senza voler entrare nel merito della gravità dei fatti e delle motivazioni che hanno indotto la Procura palermitana a richiedere otto anni di reclusione per il Presidente Cuffaro per il reato di favoreggiamento aggravato – continua il neo segretario regionale del Pd – credo che il senso di responsabilità debba prendere l’immediato sopravvento su tutto ciò che possa incidere negativamente sull’immagine di una Sicilia che si vuole definitivamente affrancare dallo stereotipo che la lega irrimediabilmente alla mafia, al suo strapotere e alla sua invadenza nelle scelte politiche isolane».

Genovese poi incalza: «Sono convinto che una figura istituzionale di rilievo, come quella del Presidente della Regione siciliana, debba svolgere il suo mandato senza che le ombre del sospetto si riflettano sull’attività istituzionale. Mi immedesimo oggi nell’imbarazzo e nel disagio che provano i siciliani di fronte a questa situazione che vede il massimo rappresentante del governo regionale accusato di aver commesso un reato particolarmente grave. Sono convinto che anche le riflessioni del mondo politico, in tal senso, debbano tendere ad evitare tensioni strumentali per non correre il rischio di produrre pericolosi ostacoli al corso della Giustizia, nei confronti della quale intendo ribadire il massimo rispetto e la più incondizionata fiducia».

«Per questo – conclude Genovese – ritengo che sia più opportuno attendere la sentenza, prescindendo in questo momento dalle conseguenze che essa determinerà, per consentire ai magistrati di lavorare con quella indispensabile tranquillità imposta dalla gravità dei fatti e dalla natura delle persone coinvolte».

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