Gestione Servizi Sociali. Il punto di vista della Fnp-Cisl

Gestione Servizi Sociali. Il punto di vista della Fnp-Cisl

Gestione Servizi Sociali. Il punto di vista della Fnp-Cisl

giovedì 26 Febbraio 2009 - 11:03

Per il neo-segretario Muscolino un'unica certezza: -Necessario non abbandonare chi ha bisogno di aiuto quotidiano-

La Federazione dei pensionati della Cisl di Messina nella prima riunione del suo massimo organo decisionale, dopo il recente congresso, scende in campo con chiarezza e nettezza sulla gestione dei servizi sociali nella città.

Il primo no, motivato, è all’ipotesi di affidamento alla “croce rossa” la cui nobile missione nel mondo, è diversa e quando si è misurata, in Sicilia, come è avvenuto con il 118, sul versante della gestione dei servizi per conto dell’Ente Pubblico, ha creato una società privata (classico esempio di scatole cinesi) – la Sise nella fattispecie – che in un paio di anni, senza procedure pubbliche ha dato luogo all’assunzione di centinaia e centinaia di dipendenti, fra l’altro non sempre rispondenti alle esigenze di efficienza e razionalità o alle finalità del servizio.

La Fnp-Cisl ritiene che nemmeno la gestione diretta da parte del comune o di una partecipata ad hoc siano strade percorribili perché la prima porterebbe al rapido dissesto del Comune e la seconda, nell’esperienza messinese, è impercorribile e nefasta. Non resta che il terzo settore purché finalmente la gestione rientri nella trasparenza e legalità che sin qua sono state latitanti. Occorre cioè che il comune garantisca con regolarità l’erogazione dei finanziamenti senza i quali l’attività viene sospesa con la conseguenza che i destinatari dei servizi restano abbandonati. Un giro vizioso che crea ogni volta l’emergenza e il meccanismo infernale di un’ulteriore proroga alla stessa cooperativa senza confronto circa la economicità del servizio, senza attenzione circa gli standard qualitativi, senza controlli circa la correttezza della gestione, dalla a alla z.

Le leggi – dalla 328 in poi – regolano adeguatamente il rapporto tra Ente Pubblico e terzo settore. A Messina è mancato, probabilmente perché così si è potuto realizzare un sistema clientelare che premia coloro i quali determinano le scelte, il controllo e la legalità. Finalmente è stato fatto un passo positivo – continua la nota della FNP – con lo scioglimento dell’Istituzione ai servizi. Ora occorre procedere in rottura col passato. Le priorità sono: a) utilizzare tutti i finanziamenti ( il distretto socio-sanitario di Messina è stato persino incapace di utilizzarli per intero); b) aumentare gli stanziamenti nel bilancio comunale a favore delle categorie deboli ( a Messina si spende il 10% rispetto ad una media che al centro e al nord è più che doppia, pur essendo minori le esigenze e migliori le condizioni di reddito degli anziani); c) non disperdere le risorse in mille rivoletti di cose utili ma indirizzarle sui servizi essenziali ed indispensabili e da questi non escludere nessun richiedente; d) realizzare una carta dei servizi chiara e semplice che arrivi in ogni casa e ad ogni cittadino e gli dica quali servizi sono disponibili e come ottenerli senza che nessuno possa venderseli come favori.

Mai più, conclude il sindacato dei pensionati della CISL dovrà succedere che non autosufficienti, anziani soli – magari ultrasettantenni o ultraottantenni -, diversamente abili e invalidi totali siano lasciati senza assistenza domiciliare, ostaggi di chi gestisce il servizio o in attesa di una giusta e necessaria prestazione mai ottenuta. Una società è civile se sa costruire una rete di protezione e coesione che non porti mai alla morte per abbandono, per solitudine, per fame. Va ricordato che in provincia di Messina oltre 30mila persone hanno ottenuto il riconoscimento dell’invalidità totale. Il numero dei non autosufficienti è di circa 26mila. Gli anziani che vivono soli sono 64mila(51mila donne e 13 mila uomini). Sei pensioni su dieci sono al di sotto della soglia della povertà e 11.500 di essi hanno trattamenti pari a 365 euro al mese.

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