Giochi di palazzo: dirigente, 44 anni di servizio, trasferito a pochi mesi dalla pensione. L'amministrazione finirà in tribunale

Giochi di palazzo: dirigente, 44 anni di servizio, trasferito a pochi mesi dalla pensione. L’amministrazione finirà in tribunale

Redazione

Giochi di palazzo: dirigente, 44 anni di servizio, trasferito a pochi mesi dalla pensione. L’amministrazione finirà in tribunale

giovedì 05 Febbraio 2009 - 16:21

Natale Alibrandi, ex dirigente al Personale, dirottato alla Sanità in spregio a quanto previsto dal contratto. Cgil e Uil pronte al ricorso per comportamento antisindacale

Comportamento antisindacale. Questa l’accusa che verrà mossa all’amministrazione Buzzanca in merito ad una vicenda passata quasi sottotraccia, ma che va raccontata nei dettagli perché esemplificativa di come funzionano quelli che in gergo si chiamano “giochetti di palazzo”. Il comportamento antisindacale denunciato da Cgil e Uil nel ricorso che in questi giorni presenteranno in tribunale riguarda il rimpasto dirigenziale deciso dal sindaco con la determina n. 8 del 16 gennaio scorso. La storia che raccontiamo riguarda Natale Alibrandi, fino a qualche settimana fa dirigente al Personale del Comune, rientrato suo malgrado in quel valzer di incarichi. Il suo posto è stato preso da Diane Litrico, già responsabile dell’Avvocatura, mentre il buon Alibrandi è stato spedito, da un giorno all’altro, ad occuparsi “ad interim” dell’area coordinamento Salvaguardia ambientale.

Un atto ritenuto illegittimo dai sindacati, in quanto notificato loro solo successivamente alla sua emanazione, in violazione dell’art. 14 del contratto decentrato dei dirigenti. Un atto che non può essere stato gradito allo stesso Alibrandi, trasferito a meno di sei mesi dalla pensione, tanto che sembrerebbe pronta una diffida nei confronti del sindaco stesso e del direttore generale Ribaudo, che ha dato l’avallo all’operazione. L’ex dirigente al Personale preferisce non rilasciare dichiarazioni, ma nel suo nuovo ufficio di via La Farina appare visibilmente amareggiato per il trattamento subito dopo ben 44 anni di servizio, e afferma soltanto che è intenzionato ad andare fino in fondo alla questione.

A rendere più beffarda la vicenda ci sono le motivazioni espresse nella determina sindacale, che risponde alla «esigenza di imprimere nuovo dinamismo» alla macchina comunale, secondo gli «obiettivi politico-amministrativi» e «l’opportunità di effettuare una nuova rotazione al vertice dei segmenti amministrativi dirigenziali». La decisione di trasferire Alibrandi arriva una volta «accertata l’esperienza e la professionalità maturate atte a rivestire per competenze e formazione, con sollecitudine, un ruolo efficace ed efficiente nel diverso settore operativo d’assegnazione». Peccato che in passato Alibrandi si sia occupato di urbanistica, di personale, del gabinetto del presidente della Provincia, ma mai di qualcosa che avesse a che fare con sanità, ambiente, tutela pubblica e privata incolumità, o ancora cimiteri o sicurezza sui luoghi di lavoro. Secondo il regolamento un trasferimento deve essere supportato anche dalle “caratteristiche attitudinali” del trasferito stesso, ma è evidente che una valutazione del genere non è stata presa in considerazione.

La determina sindacale “incriminata”, emanata come detto il 16 gennaio scorso, è stata reiterata dieci giorni dopo, quando il sindaco ha incontrato solo due dei sindacati che la avevano inizialmente contestata, ovvero Cisl e Diracom. Cgil e Uil, infatti, non hanno nemmeno voluto rispondere alla convocazione perché come condizione avevano chiesto la sospensione del provvedimento. Richiesta, naturalmente, non accolta dall’amministrazione. Così Cgil e Uil sono rimaste sole in questa vertenza, con Alibrandi che attenderà alla finestra. E’ naturale chiedersi perché trasferire un dirigente che si è sempre occupato di personale in un settore che nulla ha a che fare con le sue attitudini, a meno di sei mesi dal pensionamento. Doveva essere punito per qualcosa? C’è da chiedersi anche, ci si passi quella che solo fino a un certo punto è una battuta, se non sia il caso di chiedere lumi all’ultimo degli esperti nominati dal sindaco, quello al disagio lavorativo, “britannicamente” detto mobbing.

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