Le incertezze nel settore rifiuti e la liquidazione di Messinambiente: l'Udc attacca Buzzanca, scoppia il caso politico

Le incertezze nel settore rifiuti e la liquidazione di Messinambiente: l’Udc attacca Buzzanca, scoppia il caso politico

Le incertezze nel settore rifiuti e la liquidazione di Messinambiente: l’Udc attacca Buzzanca, scoppia il caso politico

martedì 03 Maggio 2011 - 13:45

Stamani confronto in commissione Partecipate tra Di Maria (Messinambiente) e Ruggeri (Ato3). Quest’ultimo conferma: «Il nuovo bando è pronto». L’amministratore di Messinambiente: «La liquidazione è solo una delle strade percorribili». Cilento, capogruppo Udc D'Alia, attacca: «Bomba sociale, modo poco corretto di agire». E il Pd commenta: «Un fallimento dell’Amministrazione comunale»

Armando Di Maria e Antonio Ruggeri, l’amministratore unico di una Messinambiente che presto verrà messa in liquidazione ed il commissario di un’Ato3 che in liquidazione già c’è. Controllato e controllore si sono ritrovati uno accanto all’altro questa mattina, nel corso della seduta straordinaria della commissione Partecipate del Comune, accompagnati rispettivamente da Nino Miloro, direttore tecnico di Messinambiente, e Michele Trimboli, responsabile tecnico dell’Ato. Al centro della discussione, presieduta da Nello Pergolizzi di Fli, i rapporti tra le due società, soprattutto dal punto di vista economico, in vista dell’attuazione della riforma rifiuti che dovrebbe portare alla nascita delle Srr (Società per la regolamentazione del servizio di gestione rifiuti). Un futuro nebuloso non foss’altro perché poco definite appaiono le dinamiche di questa fase di transizione, di norma la più delicata, reso più burrascoso dalla decisione del Comune, confermata dallo stesso sindaco Giuseppe Buzzanca, di voler procedere con la messa in liquidazione di Messinambiente. «Una decisione un po’ improvvida – il commento di più un consigliere comunale, stamani a Palazzo Zanca – ci si chiede perché per l’Atm si sia deciso di concertare ogni passaggio col Consiglio e per Messinambiente, la cui situazione pare meno grave, invece no». Decisione che, come vedremo, ha attirato critiche -bipartisan-, dall’Udc al Pd. A preoccupare è anche la situazione economica. La Regione ha fatto sapere, tramite una circolare, che rimborserà i crediti vantati dalle società di raccolta rifiuti nei confronti delle Ato. Ma quanto vanta Messinambiente nei confronti dell’Ato3? Secondo gli ultimi dati si tratterebbe di una cifra superiore ai 30 milioni (precisamente 30 milioni 700 mila euro), ma l’Ato ne riconoscerebbe di meno. Sulla questione Srr, sembrano dubbiosi Ruggeri e Trimboli: «C’è una gran confusione a livello regionale, alcuni passaggi dovevano essere definiti in Finanziaria, ma essendo saltato il maxi emendamento del Governo pare che si voglia procedere con un disegno di legge. Del quale, però, non abbiamo contezza». In ogni caso il nuovo bando per individare il prossimo gestore della raccolta rifiuti è pronto, si attende solo un parere legale ma è questione di giorni. Di Maria e Miloro sono più ermetici e non vogliono parlare, ma un passaggio sulla liquidazione di Messinambiente lo fanno: «Ci sono tre strade, oltre la ricapitalizzazione: l’amministrazione straordinaria, l’amministrazione controllata e la messa in liquidazione. Le prime due conducono comunque verso il salvataggio dell’azienda. La terza, evidentemente, no. Ma la nostra preoccupazione maggiore, in questo momento, è evitare un’emergenza rifiuti per l’estate, la stagione più delicata».

L’UDC NON LE MANDA A DIRE

La vicenda rifiuti innesca anche un nuovo caso politico, tutto interno alla maggioranza di Palazzo Zanca. Veemente l’attacco di Bruno Cilento, capogruppo dell’Udc, componente D’Alia: «Vivere alla giornata, tra annunci e puntuali dietrofront, senza coinvolgere Consiglio comunale, alleati, opposizione, parti sociali. Mi chiedo se è corretto il modo di fare dell’amministrazione di Palazzo Zanca, mentre con MessinAmbiente sta per scoppiare l’ennesima bomba sociale in riva allo Stretto». Non le manda a dire, Cilento: «Con questa politica del rimandare – aggiunge – adesso c’è a rischio il futuro lavorativo di tanti dipendenti che, sino ad oggi, hanno svolto con grande sacrificio e dignità il servizio di igiene cittadina a Messina. La responsabilità politica di questa vicenda è enorme. L’attuale amministrazione e quelle passate del Comune di Messina, infatti, sollecitate da anni, non si sono mai fatte trovare disponibili a mediare e risolvere il vero problema di Messinambiente, ovvero i rapporti fra la stessa società e l’Ato3: due società partecipate dal Comune di Messina, ente che non ha saputo assumersi la responsabilità di intervenire, quale garante, per dirimere una vicenda che ha assunto i connotati della farsa fino all’attuale ipotesi di messa in liquidazione. Piuttosto – conclude Cilento – è finalmente chiara la volontà del sindaco di mettere la parola fine alla vicenda, senza assumersene la responsabilità politica e sociale. La Messinambiente SpA in liquidazione verrà presto dimenticata dall’amministrazione che, nelle more, si affretterà a trovare un nuovo soggetto al quale affidare la gestione del servizio che, in questo contesto, rischia di fare tra qualche anno la stessa fine di Messinambiente». Amministrazione attaccata da Cilento, Amministrazione di cui è parte integrante, ci preme sempre ricordarlo, l’Udc, con quattro assessori e il vicesindaco.

IL PD: COINVOLGEREMO LA DEPUTAZIONE REGIONALE

Sull’affaire Messinambiente torna ad intervenire anche il Pd, con il segretario cittadino Giuseppe Grioli. Confermando la messa in liquidazione il sindaco Buzzanca, secondo il Pd, «certifica il fallimento dell’Amministrazione comunale sulla gestione dei rifiuti, dimostra di aver affrontato con grande superficialità e leggerezza le importanti questioni che ineriscono la gestione integrata dei rifiuti. Mentre le più importanti città d’Italia (in testa Roma) hanno trovato soluzioni per salvare e rendere competitive le vecchie municipalizzate attraverso l’individuazione di partner privati per realizzare l’impiantistica necessaria per economizzare il ciclo integrato dei rifiuti, a Messina si intende mettere in liquidazione una società che ha un capitale appetibile sul mercato». Secondo Grioli «il sindaco disattende con tale decisione una mozione approvata dal consiglio comunale nei mesi scorsi che impegnava l’Amministrazione a mettere a bando il 40 % delle azioni di Messinambiente e realizzare gli impianti di biostabilizzazione e pretrattamento dei rifiuti. Si sarebbe potuto procedere alla realizzazione di questi impianti anche senza discarica e questo avrebbe comportato una riduzione notevole dei rifiuti da conferire a Mazzarrà. Invece dopo altalenanti posizioni che andavano dalla ricapitalizzazione al bando andato deserto per l’esternalizzazione del servizio, oggi siamo all’epilogo. La messa in liquidazione comporterà comunque il pagamento dei debiti da parte del Comune azionista al 99 % di Messinambiente. Viene da chiedersi quali interessi sta perseguendo il sindaco con tali scelte che penalizzano le casse comunali».

«L’ipotesi che l’Ato3 possa procedere ad un altro bando di gara – conclude Grioli – ci spinge inevitabilmente a verificare con la deputazione regionale del Pd la possibilità di iniziative regionali tendenti ad accertare la legittimità di tale scelta ed eventualmente chiedere le opportune determinazioni del dipartimento regionale preposto».

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