I lidi della discordia. Se l'Annona va in spiaggia

I lidi della discordia. Se l’Annona va in spiaggia

Redazione

I lidi della discordia. Se l’Annona va in spiaggia

venerdì 31 Agosto 2007 - 10:52

Santagati: «Le regole vanno rispettate». I gestori: siamo tartassati di controlli

Una pentola che si è appena scoperchiata. I vigili dell’Annona fanno un bilancio dell’attività ispettiva di quest’estate sugli stabilimenti balneari e lanciano preoccupati allarmi. Mai come quest’anno sono fioccati verbali, sequestri, multe e denunce per i gestori di lidi non in regola con le licenze. Le irregolarità più frequenti sono legate alle condizioni igieniche dei locali, all’ordine e alla quiete pubblica. E poi c’è il mancato rispetto delle prescrizioni riportate sulle licenze, se non addirittura la mancanza delle stesse.

Lo ha confermato il comandante del Dipartimento Annona dei vigili urbani Biagio Santagati. «Fino all’anno scorso abbiamo chiuso un occhio, perché tutto il settore era giovane e c’era qualche incertezza». «Quest’anno, però – ha sottolineato l’ispettore Giuseppe Bottaro – le competenze sulle licenze sono passate alla commissione comunale, che le rilascia con puntualità. Quindi non ci sono scuse che tengano».

Ma soprattutto c’è dell’altro. Intanto c’è la realtà di alcuni lidi che funzionano solo dalle 23 in poi, mentre di giorno sono deserti. Con tanto di foto che lo testimoniano. La normativa sugli stabilimenti balneari in proposito è chiara: i lidi possono svolgere attività serali, tra cui l’intrattenimento musicale, solo come attività complementari a quelle istituzionali di servizio alla balneazione. E l’assessore allo Sviluppo economico Gaetano Santagati è ancora più drastico: «I gestori dei lidi interpretano in maniera troppo estensiva regolamenti e leggi. A partire dalle serate di discoteca. La normativa parla di intrattenimento musicale, cioè filodiffusione, sottofondo. La discoteca non è prevista proprio».

Alcuni aspetti del sistema organizzativo che sta dietro alle serate, inoltre, ha fatto sorgere dubbi di legittimità, che sono sfociati in segnalazioni alla Procura. Innanzitutto sull’operato dei procacciatori di clienti. Figure sfuggenti che muovono centinaia di persone, riescono ad imporre un locale piuttosto che un altro, decretandone il successo o il fallimento. Solo sulla base di accordi in nero con i gestori. I guadagni che riescono a incassare in una stagione sono solo intuibili, e si prospetta un’evasione fiscali di tutto rispetto. Per questo durante l’estate i vigili dell’Annona hanno sequestrato alcune delle fantomatiche “liste- di nomi, i patrimoni dei p.r. «Abbiamo avuto segnalazioni che per ora si sono spostati in provincia – ha precisato il comandante Santagati –. Hanno annusato una brutta aria e si sono allontanati».

Ma si sospetta anche che i lidi facciano cartello, spartendosi le serate, in modo da avere il pienone assicurato almeno una volta a settimana, senza pestarsi i piedi a vicenda. Questa prospettiva, però, è da ribaltare secondo i gestori. «Bisogna capire che il servizio di affitto di sdraio e ombrelloni a Messina è per forza in perdita – denuncia Santino Morabito, gestore di un lido a Torre Faro –. Qui non siamo a Forte dei Marmi, dove puoi fare pagare una sdraio 10 euro, la situazione socioeconomica della città non lo consente. Perciò le attività complementari serali sono necessarie per raggiungere quei 100 mila, 150 mila euro a stagione che servono ad uscirci con le spese. Per questo ogni stabilimento è in concorrenza spietata con gli altri, parlare di accordi è irrealistico».

Ma non è tutto. C’è la tessera. Il lido ha lo status di pubblico esercizio, che deve perciò garantire l’ingresso libero. La selezione all’entrata tramite tessera, che si ottiene per giunta attraverso una imprecisata rete di conoscenze, si profila come illegale. Ma un’altra segnalazione dei vigili alla Procura riguarda la drink card. Questo sistema rappresenta una vera e propria scappatoia dalla legge, sostituendo in tutto e per tutto un biglietto di ingresso, dove, però, non si può fare pagare un biglietto. Anche Morabito è d’accordo: «Il lido è doppiamente un pubblico esercizio, perché sorge su terreno demaniale, quindi l’accesso dovrebbe essere assolutamente libero, di giorno come di sera».

«Noi non vogliamo accanirci contro i lidi, – precisa il comandante Santagati – che sono una realtà economica importante e rappresentano un’offerta di svago per i giovani messinesi e i turisti. Però le regole vano rispettate». «Pensate a quei lidi – continua l’ispettore Bottaro – che permettono l’ingresso di centinaia di persone quando nella loro licenza hanno la prescrizione di massimo 95. Oppure quando non ce l’hanno, perché non l’hanno richiesta o perché la richiesta gli è stata bocciata. E’ un problema di sicurezza pubblica». E ci sono situazioni ancora peggiori, come quella di Pace, dove un lido è sorto nonostante il progetto fosse stato bocciato dalla Capitaneria di Porto per mancanza dei requisiti di sicurezza, e dove un altro lido, proprio accanto, insiste su una concessione demaniale “subaffittata-, come fosse un appartamento privato.

Sarà anche vero, come sostiene Morabito, che «i lidi sono tartassati. In 100 giorni di attività subiscono più controlli di quanti un esercizio commerciale ne vede in 10 anni», però le fattispecie rilevate dai vigili sono innegabilmente gravi. Anche se non coinvolgono tutte le realtà. Alcuni stabilimenti sono completamente in regola, altri sono stati beccati in infrazioni di minore entità. «Una cosa è certa – conclude il comandante Santagati –. I controlli dell’Annona non si fermeranno, dopo la pausa di settembre riprenderanno ad ottobre sui locali invernali. E non ci saranno sconti per nessuno. Chi non è in regola è meglio che neanche apra».

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