Messinambiente rimanga, ma dove sono le politiche per l'ambiente?

Messinambiente rimanga, ma dove sono le politiche per l’ambiente?

Redazione

Messinambiente rimanga, ma dove sono le politiche per l’ambiente?

martedì 17 Luglio 2007 - 12:10

Conflitto di competenze? Sì, no, forse. La vicenda del presunto conflitto d’interessi del presidente di Messinambiente Antonino Dalmazio, portato alla luce da un’interrogazione rivolta la settimana scorsa al sindaco dal consigliere comunale Udc Carmelo Santalco, ha acceso i riflettori sull’azienda ex mista, attualmente totalmente pubblica. Torna a porsi, in particolare, il dubbio se, dopo l’istituzione dell’Ato3, non sia il caso di rinunciare a questa azienda, per certi versi doppione dell’istituzione regionale. Abbiamo chiesto un parere al consigliere del Gruppo misto Francesco Curcio. «Il conflitto di competenze c’è, ma parlare adesso di scioglimento di Messinambiente è fuori luogo, perché è prevista la riduzione del numero degli Ato, e il conseguente ampliamento territoriale. L’Ato3 verrà ad assumere competenza almeno su parte della provincia di Messina, cosicché la sovrapposizione verrà meno. Certo, non del tutto, perché almeno sul territorio comunale si continueranno ad avere due enti che operano nello stesso ambito. Ma il problema di Messinambiente non è tanto questo, quanto l’amministrazione. Il conflitto d’interessi di Dalmazio non è l’unico che pesa sulla gestione dell’azienda, ce n’è più d’uno, è tutto un grumo di interessi. Se proprio dobbiamo chiuderla, questo sarebbe il motivo, non il conflitto di competenze con l’Ato». Più morbido il consigliere Paolo Saglimbeni, Margherita: «Non c’è nessun conflitto di competenze formale tra Messinambiente e l’Ato3. La s.p.a. ha un contratto ad hoc con l’Ato per la raccolta dei rifiuti, l’invio in discarica, la gestione delle discariche. I due enti non si sovrappongono. Ritengo, però, che dovrebbe rientrare nella società una forte quota privata. Ma il problema a Messina non è Messinambiente, è la scarsa chiarezza sulle politiche ambientali, come ha sottolineato Daniele Ialacqua [segretario cittadino Rifondazione comunista, ex presidente Legambiente Messina]. C’è la necessità innanzitutto di avviare seriamente la raccolta differenziata, che attualmente copre il 3%, ma secondo me neanche quello, dei rifiuti prodotti. In secondo luogo, nell’attesa di raggiungere una quota accettabile di riciclata, bisogna aprire una discarica sul territorio comunale. In questo modo si risparmierebbero almeno 10 milioni di euro l’anno, che attualmente servono per il trasporto dei rifiuti fuori dal comune. Io penso alla discarica di Pace». Sul presidente Dalmazio Saglimbeni ha dichiarato: «Lui sostiene di avere agito in questo modo per accelerare la creazione di una discarica. Sulla vicenda indaga la Procura, per cui aspettiamo gli esiti. Sull’uomo devo dire che è una persona stimabile, oltre tutto espressione diretta della Procura. Credo che non sia così ingenuo da agire così per un tornaconto personale. Inoltre ha sollecitato un incontro chiarificatore con il governo cittadino, e io lo ascolterò volentieri». Si aspetta anche questo sviluppo, almeno fino alla fine della settimana, visto che Comune e Procura sono in ferie. Al ritorno dalle vacanze, alla fine di questa settimana, il sindaco Genovese avrà da subito un’agenda bollente.

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