Metropolitana del Mare. La Commissione Trasporti della Camera -ascolta- i sindacati: sì all'eliminazione delle tappe intermedie

Metropolitana del Mare. La Commissione Trasporti della Camera -ascolta- i sindacati: sì all’eliminazione delle tappe intermedie

Metropolitana del Mare. La Commissione Trasporti della Camera -ascolta- i sindacati: sì all’eliminazione delle tappe intermedie

venerdì 11 Dicembre 2009 - 12:10

L'originaria rotta dovrebbe trasformarsi in collegamento diretto fra Messina, Villa e Reggio. Zoom anche sul traghettamento ferroviario nello Stretto. Garofalo (PdL): «Scarsità dell'utenza sui traghetti è una conseguenza delle carenze del servizio»

Nella pomeriggio di ieri l’OrSA Trasporti ha partecipato all’audizione convocata dalla Commissione Trasporti per esprimere le proprie valutazioni sul progetto di Metropolitana del Mare. Dall’esposizione di tutte le organizzazioni sindacali presenti è emersa la posizione unanime volta a richiedere la modifica del progetto originario, con particolare riferimento al farraginoso percorso che aumenterebbe di molto i tempi di percorrenza. Preso atto delle valutazioni tecniche e organizzative esposte dalle organizzazioni di categoria, la Commissione Trasporti ha confermato l’orientamento a considerare la possibilità di fondamentali modifiche al programma di collegamento veloce, attraverso l’eliminazione di tappe intermedie come quella di Papardo dove, fra l’altro, dovrebbe realizzarsi un improbabile approdo ex novo; pertanto, l’originaria rotta dovrebbe trasformarsi in collegamento diretto fra Messina, Villa S.G. e Reggio Calabria con corse trasversali dirette. Eliminando dunque il percorso circolare.

Tra le organizzazioni presenti anche l’OrSA, che ha inteso evidenziare i numerosi paradossi che affliggono il trasporto ferroviario e marittimo ed ha richiamato l’attenzione della Commissione sugli accordi firmati in sede ministeriale che RFI ometterebbe costantemente di applicare. «La travagliata Vertenza Stretto è servita anche per trasferire denaro pubblico nello Stretto col fine di rendere un servizio adeguato ai pendolari e favorire la stabilizzazione dei lavoratori precari – afferma la segreteria generale del sindacato autonomo -, a tal proposito, si firmò un protocollo d’intesa fra l’ex Ministro dei Trasporti ed i Prefetti di Messina e Reggio Calabria che sulla scorta dell’intervento statale per la realizzazione della Metropolitana del Mare prevede l’utilizzazione e la stabilizzazione dei marittimi precari da selezionare attraverso l’anzianità di navigazione nello Stretto»

VERTENZA STRETTO E CASO CIVITAVECCHIA. La partecipazione dei sindacati è scaturita da due interrogazioni presentate dal deputato Enzo Garofalo, una delle quali sulla progressiva riduzione della flotta adibita al servizio di traghettamento ferroviario nello Stretto di Messina e sulle scarse condizioni di sicurezza del trasporto marittimo. Lo stesso parlamentare ha espresso perplessità in ordine al fatto che le navi che garantiscono il servizio di collegamento con la Sicilia dovranno garantire anche la continuità territoriale con la Sardegna. Il rappresentante del Governo infatti, il sottosegretario Bartolomeo Giachino, ha confermato la messa in esercizio di una nuova nave a servizio del traghettamento nello Stretto di Messina soltanto dopo l’estate del 2010. «Ritiengo indispensabile dare un segnale di inversione della tendenza attuale, che va verso la dismissione del servizio di traghettamento, anche al fine di permettere ai cittadini del Mezzogiorno d’Italia di guardare con fiducia alle scelte infrastrutturali che il Governo intende compiere in quei territori e principalmente in Sicilia – ha affermato Garofalo -. Giudico il servizio offerto da Ferrovie dello Stato soddisfacente in molti territori del Paese, ma del tutto carente in Sicilia, che, in ragione della propria insularità, dovrebbe essere tutelata anche dal punto di vista della continuità territoriale. Senza adeguati investimenti non si potrà pervenire ad un servizio efficiente e che la scarsità dell’utenza sui traghetti è una conseguenza delle carenze del servizio»

Sulla stessa linea d’onda l’Orsa, che ha inteso sfruttare l’audizione per la Metropolitana per informare la Commissione Trasporti dell’atto sottoscritto da RFI, destinato ad ingolfare ulteriormente l’organizzazione della navigazione ferroviaria nello Stretto con le pesanti ricadute che deriveranno dalla chiusura dell’impianto di Civitavecchia. «Omettendo quanto annunciato con l’ultima bozza di piano di produzione, RFI ha ordinato la chiusura dell’impianto laziale prima di portare nello Stretto la nave Logudoru che secondo i piani annunciati, solo sulla carta, dovrebbe servire ad incrementare le corse ferroviarie nello stretto e al contempo onorare il contratto di servizio di trasporto merci fra il continente e la Sardegna con periodici trasferimenti dell’unità navale nella rotta sarda. Nelle intenzioni di RFI c’è la malsana intenzione di anticipare i tempi e coprire la rotta Civitavecchia/Golfo Aranci con periodici trasferimenti di nave Scilla, attualmente in servizio full-time nello stretto, e di trasferire i lavoratori in esubero a Civitavecchia nell’impianto di Messina. In buona sostanza si delinea uno scenario che vedrebbe Messina privata di una delle poche navi ferroviarie efficienti, gravata altresì dall’onere di accogliere i lavoratori di Civitavecchia senza le opportune strutture per renderli produttivi. Una nave in meno e 30/40 marittimi in più senza possibilità di ricollocamento produttivo, è un chiaro progetto studiato per far collassare il sistema e chiudere Messina subito dopo Civitavecchia». Solo la lotta ad oltranza dei marittimi di Civitavecchia ha fino ad oggi impedito alla dirigenza di attuare il programma di smantellamento definitivo del trasporto ferroviario marittimo.

L’OrSA, in fase di audizione, ha confermato l’intenzione dei marittimi messinesi di porre in atto ogni forma di lotta per impedire il trasferimento di nave Scilla nei programmi di RFI che attualmente sta effettuando le prove generali con la totale fermata della terza nave, lasciando parzialmente scoperto lo stretto dalla garanzia di continuità territoriale e costringendo i lavoratori alle ferie obbligatorie a preludio dei progetti di mobilità ed eventuale cassa integrazione.

FERROVIA, METROFERROVIA E PONTE. Anche per questo il sindacato ha invitato la Commissione Trasporti a Vigilare sul rispetto degli accordi: «Lo scarso interesse di RFI si evince chiaramente anche dalla recente soppressione del servizio di Metroferrovia, costato soldi pubblici, che doveva essere parte integrante del collegamento intermodale atto a realizzare un sistema integrato fra ferrovie, trasporto pubblico locale e collegamento marittimo veloce finalizzati al rilancio dell’aeroporto di Reggio Calabria che nei programmi di integrazione delle due comunità dovrebbe tramutarsi in infrastruttura primaria facilmente fruibile anche dai cittadini provenienti dalla Sicilia. La gestione scellerata del trasporto ferroviario nel meridione ha invece prodotto l’ennesimo paradosso che ha cancellato il programma di Metroferrovia alla vigilia del servizio di Metropolitana del Mare; stessa linea di condotta assunta dai vertici ferroviari in vista del Ponte sullo Stretto che diventa sempre meno credibile se a seguito dell’annuncio del “più grande ponte ferroviario del mondo” si consente a F.S. di smantellare pezzo per pezzo le già carenti strutture ferroviarie presenti nelle due regioni. A meno che non si decida di far fare ai treni la spola sul ponte, le strutture ferroviarie esistenti nelle due regioni dovrebbero essere fortemente potenziate, invece assistiamo allo sbaraccamento costante con il silenzio assenso del governo».

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