Palazzine a Montalto, Restifo dice no

Palazzine a Montalto, Restifo dice no

Redazione

Palazzine a Montalto, Restifo dice no

lunedì 31 Dicembre 2007 - 11:50

«Solo degli sconsiderati possono immaginare di aggredire la collina della Caperrina, costruendoci palazzine»

Palazzine e terrazze al posto di alberi e verde. E’ questo il panorama che si vedrà dalla chiesa di Montalto se, come denunciato in questi giorni dalla “Gazzetta del Sud-, si aprirà il cantiere previsto sul pendio della collina della Caperrina, sulla salita che porta proprio al Santuario. I movimenti ecologisti puntano i riflettori sullo scempio edilizio che continua ad aggredire la città, e anche Giuseppe Restifo (nella foto di Dino Sturiale) della Rete di ecologia sociale – Verdi, fa sentire la propria voce, riportando alla memoria la visita che Papa Giovanni Paolo II nel 1988 fece a Messina e in particolare al Santuario di Montalto. «Il Papa – ricorda Restifo – ammirò il panorama dalla terrazza della Madonna di Montalto ed espresse tutto il suo compiacimento per una così irrepitibile manifestazione di bellezza naturale. Secondo Restifo «a non mettere riparo subito, rivedendo tutte le previsioni del Piano regolatore, un giorno da quella terrazza, da cui si affacciò ammirato il Papa Giovanni Paolo II, si vedrà solo un’altra terrazza, quella del condominio sottostante».

Il riferimento è chiaramente alle palazzine che dovrebbero essere costruite: «Sconsiderati se ne vanno distruggendo qua e là, anche i luoghi più sacri alla memoria della stessa città. Il colpo ricevuto 99 anni fa è stato robusto, ma cento anni possono bastare per riprendersi, per cominciare a capire meglio la natura dei luoghi». Non è pensabile – incalza Restifo -«immaginare di aggredire la collina della Caperrina, costruendoci palazzine, dall’altissimo valore immobiliare certamente, ma che potrebbero mettere in crisi la stabilità di un pendio scosceso».

«Adesso su Montalto – prosegue Restifo – si vuole continuare a costruire e fa specie che non ci sia nessuna reazione da parte delle istituzioni ecclesiastiche; mentre si moltiplicano le reazioni -laiche-, a cominciare da Legambiente. La sacralità dei luoghi, la loro natura e il -genius loci-, la loro storia che s’intreccia con l’identità di un popolo sono ben presenti alla Rete di ecologia sociale-Verdi, che quindi eleva la più vibrata protesta contro l’ennesima aggressione ambientale».

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